Il Corriere della Sera: “’Sulle unioni civili decine di voti segreti’. La linea del senato, i timori del vertici Pd”.
E Dino Martirano spiega “I nodi & gli schieramenti” sul disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, che oggi sarà all’esame del Senato: “Nozze, figli, leggi: quello che c’è da sapere”.
A questo tema è dedicato anche l’editoriale di Ernesto Galli Della Loggi, che parla di “conformismi”: “La vera radice dei diritti”.
A centro pagina: “Europa, Renzi attacca ancora”, “Nuovo scontro sui fondi alla Turchia. ‘Basta con i burocrati, noi salviamo vite’”. Poi le parole del presidente della Bce, ieri al Parlamento europeo: “Draghi: ‘Ripresa lenta, la Bce interverrà. Su banche e salvataggi le regole vanno seguite’”.
Sul “rischio Brexit”: “Migranti, Londra ottiene dalla Ue lo sconto welfare”.
In prima la foto di una famiglia di richiedenti asilo siriani con una figlia malata di tumore: saranno i primi ad arrivare in Italia dal Libano con un corridoio umanitario.
E “il caso” raccontato da Sergio Rizzo: “Quegli affitti scandalosi: dieci euro in centro a Roma”.
A fondo pagina: “Giulia Pia, nata contro la violenza del padre”, “L’Uomo dà fuoco alla compagna incinta all’ottavo mese. La bimba salvata con un cesareo”.
La Repubblica: “Renzi sfida la Ue: ‘Noi salviamo vite, voi pensate ai conti’”, “Lite sui migranti: ‘Aprite pure la procedura d’infrazione’. Crisi bancarie, interviene Draghi: ora garanzie europee”.
E l’articolo di Tonia Mastrobuoni: “I timori della Bce: ‘L’Europa vacilla’”.
Sulle tensioni Ue-governo italiano il “retroscena” di Alberto D’Argenio: “I dubbi del premier: ‘A rischio 3 miliardi’”.
“’Il bail in si conosceva da molto tempo, le autorità hanno il dovere di informare’”, dice, in un’intervista al quotidiano di Ferdinando Giugliano Joanne Kellermann, incaricata dei piani di risoluzione delle banche italiane e tedesche.
In apertura a sinistra, le unioni civili: “’No al voto segreto’. Il Pd tira dritto sulle unioni civili”.
E “la polemica” dopo l’annuncio della gravidanza di Giorgia Meloni al Family Day: “Gli insulti del web a ‘mamma Meloni’”. Di Concita De Gregorio.
La foto è per Aung San Suu Kyi alla prima seduta del Parlamento birmano: “Birmania, la svolta e la gioia, ‘E’ l’era di Aung San Suu Kyi’”, “Al potere dopo decenni di dittatura”.
A fondo pagina: “’Embrioni umani modificati’. L’ultima frontiera della genetica”, “Londra dice sì, gli scienziati si dividono”, scrive Elena Cattaneo.
Sulla colonna a destra, “La copertina” R2: “Millennials, lo strano caso dei giovani che tifano per i nonni”, “Spingono Sanders, Juppé e Corbyn: perché conta l’autenticità e non l’età”.
In prima anche lo “scandalo degli affitti”: “Casa con vista Colosseo a 10 euro, la nuova affittopoli di Roma”.
La Stampa: “Conti e migranti, Renzi sfida l’Ue”, “Lettera a Juncker: i contributi per la Turchia fuori dal deficit. Palazzo Chigi: loro burocrati, noi salviamo vite”, “Sulle unioni civili maggioranza a rischio, dubbi di costituzionalità per le adozioni”.
E il commento di Federico Geremicca: “Il premier all’assalto della Vecchia Europa”.
Delle parole di Draghi scrive Stefano Lepri: “Draghi, il paciere che difende le regole”.
Al tema della unioni civili è dedicato l’editoriale di Marcello Sorgi: “I diritti dei genitori e dei figli”.
A centro pagina, con foto relativa alle disinfestazioni a Caracas: “Emergenza planetaria per il virus Zika”, “Riunione straordinaria dell’Oms: il virus Zika si propaga in modo esplosivo. Non esistono vaccini e test”.
“Evitiamo l’allarmismo”, scrive Eugenia Tognotti.
Poi il richiamo ad un’intervista al vescovo “clandestino” (ovvero non riconosciuto dalle autorità cinesi) Jiulius Jia Zhinguo: “’Cina, la mia vita da vescovo perseguitato’”.
Sopra la testata: “Yad Vashem. Fedeli di Allah fra i Giusti di Israele”, di Karima Moual.
Il Fatto: “Spacciatori alla luce del sole. Vietato arrestarli (per legge)”, “Il Paese dell’impunità. Agenti e pm: ‘Due giorni e son di nuovo liberi’”, “Da Roma a Catania, passando per i piccoli centri come Prato (raccontata dall’inchiesta delle ‘Iene’): cocaina, eroina e ‘pasticche’. Paolo Borgna, procuratore aggiunto a Torino: ‘La pena massima per spaccio è 4 anni. Ma il carcere è previsto solo per reati con pena massima di 5’”.
Ne scrive il direttore Marco Travaglio nel suo editoriale: “Elogio delle manette” (secondo cui Renzi aveva almeno il pregio di essere estraneo al garantismo peloso del centrodestra ma anche “allo speculare giustificazionismo della sinistra ideologica”, mentre ora il sovraffollamento carcerario è stato risolto con “leggi svuota-carceri che impediscono di mandare in galera i sospettati di gravi reati prima del processo e quelli condannati dopo”).
Sotto la testata: “’I gattopardi, i baroni e i tagli: io ricercatrice precaria a vita’”, “La lettera. ‘Caro Renzi, tu parli di cambiamento: cosa faresti al posto mio?’”.
In basso: “Family Rai: l’educazione sessuale all’ora del porno”, “Presa diretta. Summit e ‘farfalline’: così hanno spostato il programma”, “Domenica -appena passato il raduno del Circo Massimo- Fazio è stato fatto sforare per portare Iacona e il servizio ‘pericoloso’ sui ragazzi oltre le 22.30, dopo quello sull’acqua. Unioni civili, oggi al via il voto”.
Usa. Primarie.
Gli ultimi dati dalle primarie Usa danno la vittoria di Ted Cruz su Donald Trump in casa repubblicana nei caucus in Iowa: Cruz avrebbe ottenuto il 28 per cento delle preferenze, Trump il 24, Rubio il 23. Tra i democratici, è testa a testa tra Hillary Clinton (49,9%) e Bernie Sanders (49,4%). I quotidiani italiani non hanno avuto il tempo di registrare questi dati e pertanto rinviamo all’edizione di domani della ressegna.
Segnaliamo tuttavia che il New York Times, nella sua edizione online, scrive che il senatore del Texas Ted Cruz, grazie ad un’impennata dei sostegni dei cristiani evangelici, ha inferto un’umiliante sconfitta a Donald Trump nei caucus dell’Iowa, mettendo in discussione la profondità del sostegno alla non convenzionale candidatura di Trump. Nel primo contest “di quello che finora è stata più una rivolta populista contro la politica che una tradizionale primaria repubblicana”, Ted Cruz ha ottenuto il 28 per cento, Trump il 24 e Rubio il 23 per cento.
Su Politico.com: “Come Cruz ha sconfitto Trump”. Lo ha fatto, secondo il sito, mirando agli evangelici e ai libertari dall’inizio.
Su La Repubblica, alle pagine R2, segnaliamo “La rivoluzione politica dei Millennials”, con articoli e commenti che raccontano come i giovanissimi scommettano sui “nonni”, nella vita come alle elezioni perché incarnano ideali, etica e radicalità. Accade in Francia, dove puntano su Alain Juppé come candidato alle presidenziali, in Gran Bretagna dove amano il leader laburista Jeremy Corbin o negli usa, dove scelgono Bernie Sanders. E Federico Rampini, inviato a Des Moines, Iowa, racconta: “’L’età non conta’. Nelle strade dell’Iowa con i Bernie-Boys”, “I volontari che aiutano il candidato dem: ‘E’ vecchio ma con lui si cambia’”.
Scontro con l’Ue
La Stampa: “Migranti e Turchia, Renzi contro l’Ue: ‘Le vite da salvare sono tutte uguali’”, “Nuovo scontro tra il premier Juncker sulla flessibilità per le spese dei profughi”. Spiega Alessando Barbera che una portavoce della Commissione europea, durante uno dei tanti briefing, ha riferito ieri che “già da dicembre” l’esecutivo Ue aveva chiarito che i contributi nazionali al fondo per la Turchia “non verranno tenuti in conto nel calcolo del deficit ai fini del Patto di Stabilità”. Una dichiarazione seguita da una lettera del presidente della Commissione Ue Juncker a Renzi dove si ricordava che quella decisione era parte di un “accordo fra gentiluomini” e che quelle spese avrebbero ricevuto “un trattamento speciale”. La missiva -scrive Barbera- sembra fatta apposta per stemperare le polemiche: “Come concordato con il tuo sherpa”, la Commissione ha fatto “una dichiarazione formale il 18 dicembre nella riunione del Consiglio dei rappresentanti” e quella fa fede. Renzi “non la prende bene” e risponde: “Cosa fanno? Una classifica dei migranti? Quelli che passano dalla Turchia valgono di più di quelli che arrivano dall’Africa?”, dice al suo staff.
Sul Corriere ne scrive Massimo Franco: “Quell’azzardo del premier e il rischio di restare isolati”. Dove si legge che “il problema non sono i migranti di serie A o B. Cresce il sospetto di un accordo in gestazione tra i Paesi nordeuropeo per limitare il trattato di Schengen sulla libertà di movimento solo a Francia, Belgio, Lussemburgo, Germani e Austria. Tagliando fuori un’Italia relegata insieme con la Grecia nel ruolo di enorme campo di raccolta e identificazione dei profughi. E’ uno scenario ipotetico. Ma se qualcuno lo sta accarezzando, un muro contro muro che non tiene conto dei rapporti di forza potrebbe non contrastarlo ma accelerarlo”.
E Francesca Basso, nel suo articolo “I tanti fronti aperti con Bruxelles. Ma la partita è politica, non tecnica”, scrive un’altra portavoce della Commissione ha chiarito che sulla flessibilità legata agli sforzi sostenuti per i migranti la Commissione valuterà “caso per caso” e sarà comunicato in primavera “sulla base di spese aggiuntive fatte” rispetto all’anno precedente.
Il Fatto: “La Ue: ‘Intanto paga, poi parleremo di flessibilità’”, “Renzi, i 300 milioni per la Turchia sui migranti e l’ennesimo diverbio con Juncker”. Wanda Marra scrive che il premier “stava cercando in tutti i modi di legare le due questioni “ dello sblocco dei 281 milioni di euro italiani sulla Turchia e la flessibilità per le spese dei migranti.
La Repubblica: “Migranti, lite con Juncker. Ue: flessibilità non a tutti. Renzi: ‘Siete kafkiani’”, “Bruxelles: Ora solo gli aiuti alla Turchia fuori dal patto. Roma: ‘Aprano pure la procedura d’infrazione’”. E a pagina 3 il “retroscena” di Alberto D’Argenio: “Una partita che vale più di tre miliardi. Il premier: ‘Vediamo chi sta con Merkel’”, “In gioco il giudizio sulla manovra 2016. E giovedì Bruxelles segnalerà uno slittamento del deficit italiano al 2,5% del Pil”. Scrive D’Argenio che “ora l’Unione potrà versare 3 miliardi ad Ankara (circa 2 dai governi, il resto dal bilancio comunitario) in cambio dello stop alle partenze dei migranti verso la Grecia. Un modo per decongestionare la rotta balcanica e diminuire il numero di richiedenti asilo che arrivano in Germania e nel resto dell’Europa centrale. Partita sulla quale la Merkel si gioca il futuro politico”.
Brexit o no.
Sul Corriere: “La maratone di Londra contro la Brexit”, “Pronto l’accordo con la Ue. Verso il via libera alla sospensione del welfare per gli immigrati”. Si tratta della sospensione quadriennale del welfare per gli immigrati, come spiega Fabio Cavalera: Cameron avrebbe acconsentito al meccanismo del “freno d’emergenza”, ovvero il blocco dei contributi statali in presenza di stress nel bilancio della spesa sociale, ma ne avrebbe ottenuto l’attivazione immediata avendo dimostrato, numeri alla mano, che esiste la necessità di intervenire da subito e di non sottoporlo a infinite procedure burocratiche. Restano altri tre nodi, gli stessi che Cameron evidenziò a novembre nella lettera ai partner europei: l’opzione di uscita dalla clausola di una integrazione ancora più stretta, il riconoscimento a certe condizioni del potere di “cartellino rosso” riservato ai parlamenti nazionali per le direttive comunitarie non gradite, il bilanciamento fra Paesi di area euro e i Paesi di area non euro in modo che gli interventi per eliminare gli squilibri fiscali e di bilancio dei primi non siano automaticamente applicati ai secondi.
Su La Repubblica: “’Meno welfare per trattenere Londra’”, “Il Consiglio europeo presenta stamani una bozza d’intesa che ridisegna i rapporti con la Gran Bretagna. Per schierarsi contro il Brexit nel referendum Cameron chiede un ‘freno’ all’assistenza ai cittadini della Ue”, scrive Enrico Franceschini.
Senegal
Su Il Fatto una corrispondenza di Federico Bonadonna da Dakar: “Senegal, la perla decaduta dietro un velo (islamico)”, “Futuro incerto. Povertà crescente, diritti omosessuali, infiltrazioni jihadiste: Dakar non è più il fiore all’occhiello delle ex colonie francesi”.
Siria
Su La Repubblica: “Decine di missili e jet, così la Russia combatte in Siria”, “latakia, le forze aeree ‘potenziate’ nelle foto satellitari”. Sono state diffuse dal Fisher institute for air and space strategic studies di Herzliya, in Israele. Il mediatore Onu sui negoziati di pace in Siria Staffan De Mistura -scrive Vincenco Nigro- dovrà faticare per trovare una strada, perché la notizia più minacciosa di ieri è che la Russia in Siria ha aumentato in maniera impressionante il numero di cacciabombardieri, aerei intercettori, radar e missili antiaerei schierati a difesa del regime di Assad. Quanto al negoziato di Ginevra, Nigro ricorda che le parti non si parlano direttamente e fino a ieri avevano difficoltà a parlare anche con De Mistura. Ieri la delegazione dell’opposizione è entrata per la prima volta nel palazzo delle Nazioni Unite per incontrare de Mistura: è arrivato anche il caponegoziatore, ovvero Mohammed Alloush, che fa parte dell’integralista “Esercito dell’Islam” che il governo di Damasco identifica come “gruppo terrorista”.
Unioni civili
Sul Corriere: “Legge Cirinnà, la parola tocca a Grasso. Saranno decine i ‘voti di coscienza’”. Poi si riferiscono le parole del capogruppo Pd al Senato Zanda: “nessuna discrezionalità”, “i voti che meritano la segretezza la devono avere, quelli che meritano la libertà di voto la devono avere”. Oggi si parte al Senato, scrive il quotidiano: “riflettori sulla tenuta dell’asse tra Pd e M5S”.
Alle pagine 8 e 9 due intere pagine sulle norme, i nodi, il quadro europeo sui temi come l’adozione del figlio del partner: “Unioni civili. I dubbi del Colle, i costituzionalisti, i cattolici: ciò che si deve sapere sui nuovi diritti all’esame dell’Aula”, “Sono quasi 40 i senatori del Pd contrari alla stepchild adoption. Possibili alternative il preaffido o il periodo di osservazione del giudice e paletti più rigidi per impedire la maternità surrogata. Dem e Lega verso un ‘disarmo bilaterale’ sugli emendamenti”. Ne scrive Dino Martirano.
Su Il Fatto: “Unioni civili, al Senato oggi si comincia con lo show”, “Via alle prime votazioni preliminari. Malan (Forza Italia) porta in aula una donna che ha ‘affittato’ l’utero. Il Pd intanto tratta ancora”, “comunque vada a finire in Parlamento -scrive Wanda Marra- saranno i tribunali a decidere sulle adozioni”.
La Repubblica: “Il Pd tira dritto. ‘Sulle unioni civili il voto finale non sarà segreto’”, “Oggi test sulle pregiudiziali di costituzionalità. Tra una settimana gli emendamenti decisivi”.