Domani il consiglio dei ministri, liberalizzazioni

Le aperture

Il Sole 24 Ore: “Energia, polizze, pedaggi: ecco cosa cambia. Pronto il decreto sulle liberalizzazioni: verso l’addio alle tariffe dei professionisti, Rc auto meno cara, nuovi conti correnti base, sconti e orari liberi in farmacia, retromarcia sui carburanti”. “Entro sei mesi separazione societaria di Snam Rete Gasa dall’Eni. Il premier: nessun piano di cessione di aziende”. In prima pagina anche la “missione” di Mario Monti ieri a Londra, con il primo ministro britannico Camern: “italia solida e affidabile. Ora ci sarà la crescita”.

Il Corriere della Sera: “Gas e Rc Auto, il piano del governo. La bozza con le domande di Bruxelles e le risposte dell’Italia. Le liberalizzazioni: separazione Eni-Snam, stretta sui costi delle assicurazioni, orari flessibili per le farmacie”. A centro pagina notizie sulla tragedia del Giglio: “Un ritardo di 68 minuti. Perché la Costa aspettò?”. “La Procura indaga sui tempi di evacuazione. ‘Il comandante guardò da uno scoglio la nave che affondava”.  In evidenza anche un articolo dedicato ad un “mistero”, quello della presunta presenza di una ragazza moldava non inserita nell’elenco dei passeggeri, che sarebbe stata sulla plancia di comando della nave. “Era con Schettino?”.

La Repubblica: “Lavoro, ecco il piano Fornero. Contratto unicio, posto garantito dopo tre anni. Stretta su farmacisti e notai. Banche aperte fino alle 22. Governo battuto per la prima volta”. E’ accaduto su due mozioni, presentate ieri in Aula da Idv e Radicali, sull’immigrazione. L’esecutivo aveva dato parere contrario, l’Aula ha votato diversamente. A centro pagina, con foto, l’inchiesta sulla nave Concordia, che “si allarga alla tolleranza di armatori e capitanerie”.

Sia La Repubblica che il Corriere della Sera dedicano i loro editoriali (Mauro sul quotidiano romano, Panebianco su quello milanese) alla legge elettorale. “Il dovere della riforma elettorale” è il titolo dell’articolo del direttore de La Repubblica, mentre “Le nostalgie fuori luogo” quello del politologo.

Libero: “Costa, gli altri codardi. Troppo comodo scaricare ogni colpa sul capitano. Tutti sapevano della demenziale usanza di sfiorare le isole coi transatlantici: dall’armatore alla capitaneria di porto. E se ne vantavano”. A centro pagina spazio per le tensioni nella Lega: “Maroni si candida, nella Lega si menano. Lo scontro di potere nel Carroccio”:

Il Giornale: “Anche Monti e Napolitano hanno abbandonato la nave. Istituzioni assenti al Giglio”. L’editoriale di Alessandro Sallusti è titolato: “Il loden non si può bagnare”. A centro pagina, con foto: “Maroni e lo scontro con la Lega. ‘Umberto, caccia chi mi vuol cacciare”. Il titolo più grande è per le liberalizzazioni annunciate: “Gas, benzina, Rc auto: il piano è pronto. Tariffe e orari liberi, obbligo di preventivo, più concorrenza sui conti correnti. Il governo cede al diktat della Cgil e non tocca l’articolo 18”.

La Stampa: “Farmacie e professioni, si cambia. Ecco la bozza delle liberalizzazioni. Rc auto: sconti a chi installa la ‘scatola nera’. Sì alla separazione tra Eni e Snam. Liberi orari e turni di vendita. Dai medici agli avvocati, tariffe abrogate”. In prima anche la notizia della esplosione di un metanodotto vicino a Massa Carrara: 10 feriti, gravi due operai e due donne, case danneggiate”.

Concordia

Il Giornale intervista Franco Gabrielli, successore di Bertolaso alla Protezione civile. “Non ne posso più delle accuse rivolte a una struttura un tempo eccezionale, super efficiente”, che oggi, “a seguito delle note vicende, è stata cancellata da una legge dello Strato, la 10 del 2011, che l’ha imbrigliata in lacci e laccioli. Prima c’era la possibilità di intervento immediato con la garanzia politica di una copertura immediata. Adesso invece se non c’è prima il concerto del ministero dell’Economia e se non arriva il visto preventivo della Corte dei Conti la protezione civile non si muove”. Dice Grabrielli che occorre rivedere le regole del gioco, perché non posso giocare una partita ingiocabile. Togliete pure ciò che non è core business, che ritenete debordante dalle nostre competenze, ma ridateci i poteri di prima, metteteci in grado di agire direttamente e senza condizionamenti per salvare vite umane”. Cosa non ha funzionato? “Le dico solo che noi alle 22 e 42 veniamo a sapere che c’era una nave in difficoltà al Giglio. Per un’ora e mezzo non riusciamo a sapere altro. Ci ha pensato un familiare di un turista a bordo a comunicarcelo per telefono. Solo a quel punto ci siamo attivati inviando un nostro team nella struttura operativa”. Gabrielli parla nella intervista di liste dei passeggeri non concordanti e cita una “donna ungherese” reclamata dalla sua famiglia che però non risulta nella lista dei crocieristi della Concordia. Il Corriere della Sera racconta il “mistero” di una “ragazza moldava” non inserita in alcuna lista, di cui hanno parlato alcuni testimoni. Pare si chiamasse Domnika, a quanto risulta compare in una foto scattata poco dopo la partenza a Civitavecchia. Secondo alcuni era sistemata in un salottino attiguo alla sala comandi.
La Stampa spiega che a parlare della donna è stato lo stesso Schettino, interrogato dagli inquirenti. Si trattava dell’ospite di un alto ufficiale, invitata in plancia per assistere allo spettacolo notturno dalle vetrate imponenti del quadrato di comando. “Risulta infatti, e non è un mistero per il personale delle crociere, che uffciali e comandanti abbiano a disposiione un certo numero di posti discrezionali per invitare, senza che il commissario di bordo lo registri sul brogliaccio delle cabine, amici o parenti. La giovane moldava sarebbe dunque stata una di questi ospiti ‘in nero’ di cui hanno riferito anche altri testimoni”.
La Repubblica scrive che l’indagine sta puntando ora anche sulla Costa Crociere. Il Gip, nel motivare le ragioni per cui il comandante non può tornare in libertà, perché a rischio di reiterazione del reato, ma deve restare agli arresti domiciliari, spiega che “lo Schettino svolge attività professionale di comandante e non risulta che gli sia inibito, nell’immediato futuro, di continuare nella sua attività”. Secondo La Repubblica, agli uffici giudiziari non risulta che la Costa Crociere abbia sospeso il suo comandante. E allora si chiede quale interesse abbia la Costa Crociere a non prendere decisione le distanze da Schettino, fino al punto da garantire, attraverso l’Amministratore delegato Pierluigi Foschi, che “l’Azienda darà tutto il suo sostegno legale” al comandante. Ci si chiede quindi cosa si siano detti Schettino e il marine operator director di Costa.
Anche per Il Giornale “nel mirino dei Pm” ci sono “le telefonate con la Costa”: un manager della compagnia avrebbe dato istruzioni a Schettino.
Il Giornale riproduce estesamente l’ordinanza con cui il Gip non ha convalidato il provvedimento di fermo di Schettino, che è stato destinato agli arresti domiciliari in quanto non sussiste pericolo di fuga né pericolo di inquinamento delle prove.
La Stampa parla di “scintille” tra la Procura e la Gip: la Procura infatti era contraria agli arresti domiciliari era infatti contraria agli arresti domiciliari concessi dalla Gip Montesarchio che, in una ordinanza di otto pagine, ha fatto a pezzi la tesi della procura sul pericolo di fuga e l’inquinamento probatorio, lasciando intatto solo il terzo elemento possibile per una richiesta di custodia cautelare, ovvero la reiterazione del reato, constatando che Costa Crociere non ha sospeso il suo comandante, e legando a questo il pericolo di reiterazione del reato.

Le pagine R2 de La Repubblica sono dedicate all’idea del “naufragio”. Da Robinso Crusoe al Titanic, la grande metafora dell’Occidente”. “La nave che affonda è uno dei simboli più potenti della nostra cultura. Capace di generare romanzi e personaggi celebri. Fin dai tempi più antichi”. Ne scrivono Adriano Sofri, Piero Ottone, e Paolo Rumiz. Sullo stesso quotidiano e dello stesso argomento parla Giancarlo Bosetti, direttore della rivista Reset: Nel “joystick del capitano” Bosetti legge anche la diminuzione della percezione anche etica della responsabilità dovuta all’uso delle tecnologie: la tecnologia nasconde le conseguenze, le fa apparire più leggere. ‘La catena causale è lunga e chi sta all’inizio sembra dimenticare quel che accade alla fine, quel joystick con cui si guidano i colossi del mare come si gioca a Tetris”. Ma è pur vero che ogni giorno sfioriamo pericoli, passando “a pochi centimetri da un inciampo maligno” quando guidiamo l’auto o teniamo un bambino per mano su una strada trafficata. Di solito la scampiamo, a volte, per pochi secondi o millimetri, la montagna ti precipita addosso”. E se accade, in quei pochi secondi che cambiano una vita, arriva il riflesso di “fuggire e negare”, come avviene per i pirati della strada.

Lega

Ieri a Varese, in una affollatissima assemblea leghista, sono comparsi sul palco insieme Roberto Maroni ed Umberto Bossi. Ne parla ampiamente una cronaca de La Repubblica, che vi vede una ‘investitura’ dopo le polemiche collegate a quelle che è stata definita una ‘fatwa’ nei confronti di Maroni, venuta dal cosiddetto ‘cerchio magico’. E così il quotidiano riferisce le parole pronunciate ieri dall’ex-ministro: “Questa serata nasce come reazione a una cosa brutta, a un ordine dato nei miei  confronti a non partecipare a incontri come questo; ma la presenza di Bossi dimostra che questa cosa brutta non viene da lui”. La sala “vien giù dagli applausi, tutti capiscono che ce l’ha con Marco Reguzzoni, il capogruppo imposto da Bossi nonostante il parere contrario della maggioranza dei deputati” e considerato ‘l’ispiratore’ della fatwa. Quindi i cori: “Reguzzoni fuori dai coglioni”. In giornata arriva anche un attacco durissimo di Matteo Salvini al Cerchio magico: “Nel partito c’è qualcuno che si nasconde dietro Bossi per farsi gli affari suoi”. Si litiga pure sulla mozione di sfiducia individuale annunciata da Reguzzoni contro il ministro Passera: alcuni deputati maroniani negano di averla sottoscritta. E il capogruppo risponde: “Chi non appoggia la mozione aiuta il governo”.
Su Il Giornale: “La pax leghista: Bossi ruba il palco a Maroni”, “il leader a sorpresa a Varese. L’ex ministro ne approfitta: ‘Umberto, caccia chi mi vuol cacciare”. Ma secondo il quotidiano il senatur in privato “processa” Maroni, accusandolo di “fare come Fini”: lo avrebbe fatto nel suo ufficio di via Bellerio davanti ad alcuni segretari provinciali, dicendo: “Maroni fa come Fini. Vuole prendersi la Lega e rompere con Berlusconi. Si è fatto impapocchiare da qualcuno, chissà chi c’è dietro di lui che lo manovra”.

Monti

Ieri il Presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato a Londra il suo omologo britannico David Cameron. Poi, nel pomeriggio, ha avuto un incontro a porte chiuse con gli investitori istituzionali internazionali che trattano i titoli di Stato italiani per illustrare le misure prese e quelle da adottare; dopodiché ha risposto in conferenza stampa alle domande dei broker della city ed infine ha tenuto una lezione sull’economia dell’Ue alla London School of Economics. I quotidiani parlano ampiamente di questa visita. Il Corriere della Sera scrive che con Cameron ha concordato sul fatto che in Europa “esiste un problema di governance, e che da febbraio il continente dovrà occuparsi di crescita, cominciando a immaginare l’integrazione dei mercati europei dell’energia e dei servizi”. Alla City ha spiegato che il suo governo si attende grandi risultati nella lotta all’evasione. Un cronista BBC gli chiede perché mai gli inglesi dovrebbero finanziare piani di salvataggio europei, men che mai l’Italia dopo la stagione di Berlusconi. Risposta di Monti: “Nessuno, credo, vi ha mai chiesto un penny. Sino ad ora l’Italia non è costata un penny. Rispetto la sua opinione sul precedente premier, ma fatico a vedere una connessione con il peso finanziario dei contribuenti inglesi.
Tanto il Corriere che La Stampa raccontano un episodio gratificante per Monti, nella riunione a porte chiuse con gli operatori di Borsa: quando gli hanno chiesto degli spread tanto alti, anziché rispondere, Monti si è messo ad armeggiare con uno smartphone, e solo dopo aver acclarato che stava a quota 466, ha messo le carte in tavola: “Lo spread calò immediatamente dopo le misure del governo, ma poi tornò su per il risultato deludente del vertice europeo”. La Stampa racconta che a molti il professore ricordava la Thatcher.
Il Sole 24 Ore racconta che il Presidente Sarkozy in privato o fuori microfono tiene tutt’altro linguaggio, rispetto alla ortodossia tedesca sulla disciplina di bilancio, il ruolo della Bce, le risorse del Fondo europeo: “Paghiamo cara l’ortodossia della Germania”, “la Merkel è dogmatica”, “la Merkel ci crea un gran casino in Europa. Tutto diventa complicato, ci fa andare di corsa verso la catastrofe”, avrebbe detto in varie occasioni Sarkozy, secondo le rivelazioni del Canard Enchaîné.
Sullo stesso quotidiano si dà conto della risoluzione varata ieri dal Parlamento europeo con cui si è criticato l’accordo sul patto di Bilancio, considerato troppo concentrato sul rigore e non abbastanza sul rilancio dell’economia. La risoluzione, promossa dai 4 deputati che stanno partecipando ai negoziati sul Trattato (Brock, Gualtieri, Verofstadt e Cohn Bendit) è stata approvata a grande maggioranza, con 521 voti a favore e 124 contrari. Nel frattempo, Parigi e Berlino hanno fatto trapelare un documento preparatorio del vertice europeo del 30 gennaio, in cui individuano sei priorità: misure a favore del Venture capital, impegni per modernizzare la funzione pubblica, impulso al coordinamento fiscale, nascita di un fondo per nuovi investimenti nei Paesi in difficoltà, nuove forme di apprendistato. Berlino ha chiesto di irrigidire alcune norme del nuovo Trattato, che permetterebbero a un Paese di adire la Corte di giustizia nel caso in cui un altro Paese non abbia inserito nella legislazione nazionale la regola del pareggio di bilancio
Il Corriere della Sera intervista il premier polacco Donald Tusk, che spiega il punto di vista di Varsavia in vista del Consiglio europeo del 30 gennaio: “Ci preme che non si creino club esclusivi. Il nuovo patto di bilancio non è ancora definito nei dettagli. Confidiamo in una formula aperta che consenta ai Paesi interessati di entrare nella zona euro, di partecipare agli incontri dell’eurogruppo senza diritto di voto sui singoli dossier, ma con la possibilità di contribuire al cambiamento” (la Polonia non fa parte della zona euro, ndr). Vede il pericolo di un nuovo direttorio franco-tedesco? “Che la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy abbiano assunto le redini è chiaro. Ma non deve tradursi in un monopolio duraturo. Non si può lasciare l’Europa a due capitali”. L’attivismo di Parigi e Berlino non è da criticare, siamo noi che dobbiamo essere più presenti e non lasciar loro l’iniziativa. Non è una gara, non è necessaria alcuna forma di concorrenza, i governi devono abbandonare la logica di ricerca di alleanze a tutela di interessi particolari. E’ in questo spirito che vogliamo rilanciare l’integrazione politica.

Il Corriere della Sera offre alcune delle domande inviate lo scorso week end dalla Commissione europea all’Italia, divise in tre capitoli: liberalizzazioni, trasporti, energia, con le relative risposte del governo Monti. “Le 50 richieste della Ue, le risposte dell’Italia”.

E poi

Bernardo Valli è ancora a Baghdad per un reportage dall’Iraq, e spiega che l’addio dei militari Usa ha lasciato in eredità un sistema politico inquinato da divisioni etnico-religiose. Che gli iracheni hanno votato per gruppi di appartenenza, i partiti non sono nazionali, il Paese rischia di sgretolarsi.
Il Sole 24 Ore ha un inviato a Tripoli, che spiega come la febbre politica stia infiammando la capitale libica, e come, caduto il divieto dell’epoca gheddafiana, è boom di nuovi partiti. Si assiste a comizi improvvisati e accese riunioni. La foto ritrae 4 donne ad una riunione del nuovo partito All Libya Party. Tra pochi giorni il consiglio nazionale di transizione annuncerà i requisiti, anche numerici, per legalizzare i partiti. C’è il timore che le divisioni tribali prendano il sopravvento anche nel voto. Sabato, il nostro Presidente del consiglio sarà in visita in Libia.

di Ada Pagliarulo e Paolo Martini

redazione grey-panthers:
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