Corriere della Sera dedica il titolo piu grande alla “crescita ostaggio del debito”. In apertura, piu’ piccolo: “Gli assalti alla natura e la bomba d’acqua. Genesi di una strage”
In un riquadro: “Gaza, il conflitto senza fine. Il destino che si ripete da 66 anni”.
In basso: “Medicina, addio al test? No da rettori”.
La Repubblica: “Mai una legge Salva-Berlusconi”. Si tratta di una intervista al premier Matteo Renzi.
Al centro: “La strage della bomba d’acqua: ‘I nostri allarmi inascoltati'”
Anche su La Stampa: “Bomba d’acqua, strage alla festa”. In alto: “Sette anni fa iniziava la Grande Crisi: ecco gli errori da non ripetere”. Al centro, in un riquadro: “Pensioni, piano del governo per gli over 55 disoccupati”
Il Giornale: “Le tasse che verranno”. A centro pagina si parla di “un altro Vajont e le colpe ‘verdi’”.
A fondo pagina: “Il mondo batte in ritirata davanti alla furia islamica”
Renzi
“Nel patto del Nazareno non c’e’ nulla che non sia stato trasferito negli atti parlamentari”, dice Matteo Renzi, intervistato da La Repubblica. E soprattutto non ci sono “leggi ad personam” per il Cavaliere. “‘Sono sempre pronto al dialogo’ ma basta con il ‘discussionismo’. E basta con i ‘gufi professori’ o con i ‘gufi indovini ‘. Il referendum confermativo si terrà entro il 2016 ma a questo punto il dibattito è stato fin troppo lungo: ‘Ora si decide ‘. Anche perché le riforme sono la precondizione per far ripartire il Paese”.
Su riforme e oppositori: “Certo, c’è una parte dell’establishment che non sopporta il mio stile. Ma verrà il giorno in cui si potrà essere finalmente parlare delle responsabilità anche delle elite culturali nella crisi italiana: i politici hanno le loro colpe. Ma professori, editorialisti, opinionisti non possono ritenersi senza responsabilità’. Quindi il discorso è chiuso? ‘No, ci sono ancora quattro letture. Ma nessuno può pretendere di porre veti. Non è possibile che o si è tutti d’accordo o ci si blocca’. Anche perché se le riforme si bloccano, si torna a votare. ‘Con l’approvazione della riforma costituzionale, questa legislatura sarà intera. Questa riforma non è la chiave di tutti i problemi. Ma è il simbolo più forte”
Sulla riforma in discussione in Senato: “Questa non è una riforma imposta, ma costruita da un paziente lavoro di ascolto e dialogo ‘. Così però è facile. ‘Lo dice lei. Le opposizioni hanno dato vita a un ostruzionismo ingiustificato. Quando sento che si lamentano di Grasso, io dico che il presidente del Senato è stato troppo accondiscendente con le richieste delle opposizioni. Alcune scelte di Grasso ci sono parse sinceramente sbagliate. Ma non lo abbiamo attaccato perché abbiamo rispetto della seconda carica dello stato e delle istituzioni. Il ‘canguro ‘ è uno strumento di decoro a meno che non si voglia davvero prendere sul serio gli emendamenti di chi ha proposto — come il costituzionalista Minzolini — di cambiare in Gilda il nome della Camera’. Ma è vero che siete pronti a trattare sulla base elettorale del capo dello Stato, sulle firme per indire i referendum e soprattutto sull’immunità? ‘Noi siamo pronti a discutere di questo e di altro”
Ancora su Berlusconi: “‘Tutti siamo fondamentali. I numeri ci sono anche senza di lui ma dopo anni di riforme l’uno contro l’altro, ora si è affermato il principio di farle insieme. Mi sembra un passo in avanti nella cultura politica italiana’. Scusi, ma quello del Nazareno è davvero un patto scritto? ‘Certo’. E cosa c’è dentro? ‘Quello che legge negli atti parlamentari sulle riforme’. Troppo facile rispondere così. ‘Ma vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta in un cassetto? Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra. Io ho declassificato il segreto di stato per le stragi di questo Paese, e vado a nascondere un patto di questo tipo? C’è scritto quello che abbiamo messo negli atti parlamentari ‘. Cosa farebbe se Berlusconi le chiedesse di facilitare l’approvazione di una norma che gli permette di candidarsi alle prossime elezioni bypassando, ad esempio, la legge Severino? ‘Non lo ha fatto, non credo lo farà”.
Economia
Il Corriere dedica il titolo di apertura ai conti pubblici italiani. Il nostro Paese “ha cumulato 585 miliardi di euro del cosiddetto avanzo primario (con un 20 per cento riferibile alle privatizzazioni), contro gli 80 miliardi della Germania (dal 1995) e saldi negativi per Francia (-479 miliardi) e Spagna (-270 miliardi). Peccato che ciò sia servito in gran parte a pagare gli interessi sulla fonte principale dei guai, il debito pubblico. I numeri sono tratti da un’analisi comparata sulla finanza pubblica che ha messo a punto un team coordinato da Roberto Poli, uno dei più prestigiosi consulenti italiani, 75 anni di cui nove alla presidenza dell’Eni, ben conosciuto per lo spirito super partes che, in passato, gli ha permesso di coltivare relazioni privilegiate con Romano Prodi come con Silvio Berlusconi”. Secondo Poli sarebbe necessaria “Una svolta”. E Renzi dovrebbe adottare “provvedimenti straordinari, incisivi e contemporanei. Serve una rivoluzione che Renzi può fare. I punti fondamentali sono tre. Primo: riduzione dello stock di debito pubblico per un ammontare di almeno 400 miliardi di euro destinando parte importante del risparmio d’interessi alla riduzione delle imposte alle imprese e ai cittadini, con l’effetto di favorire la crescita. Secondo: revisione straordinaria e completa della spesa pubblica per ridurre il deficit annuale puntando su un forte aumento della produttività e meccanismi avanzati di controllo. Terzo: approvazione di nuove regole che, mantenendo la libertà di spesa delle amministrazioni locali e degli enti centrali, assicurino che essa avvenga secondo criteri di produttività”.
L’articolo di prima pagina de Il Fatto quotidiano e’ titolato: ” O correggiamo l’Europa o pagheremo 20 miliardi”
La Stampa Fabio Martini: “Il premier ha deciso: niente manovra ma tagli “parzialmente lineari””. “Si interverrà sulla spesa di tutti i ministeri. Cottarelli non sarà sostituito”.
Internazionale
Su La Stampa: “Israele ritira gran parte delle truppe da Gaza, crea una fascia di sicurezza a ridosso del confine e continua gli attacchi contro Hamas: alcuni colpi cadono nell’area di una scuola Unrwa a Rafah uccidendo almeno 10 civili e innescano le proteste di Onu e Usa a cui i militari replicano ‘l’obiettivo erano tre terroristi della Jihad islamica che si trovavano nei paraggi’.”. Il corrispondente del quotidiano torinese scrive anche: “i Il ervizio di sicurezza ‘Shin Beth’ annuncia l’eliminazione di Ahmessan Raouf Mabhouh, esperto di razzi ed esplosivi, nipote del capo militare di Hamas Mahmoud Mabhouh, assassinato a Dubai nel 2010. La mossa di Tzipi Livni Al Cairo egiziani e palestinesi discutono sul cessate il fuoco e il ministro della Giustizia Tzipi Livni dice ciò che molti pensano: ‘Hamas deve essere sostituito a Gaza’. Ovvero: serve un cambio di regime, a favore di Abu Mazen”.
Ancora su La Stampa un intervento di Abraham Yehoshua: “Quando Israele trasformò i profughi in combattenti”. “Nel 1973 un terzo della Striscia fu confiscata, al posto dei campi i ricchi coloni. La rivolta contro quegli insediamenti diede forza negli anni successivi ad Hamas”, ricorda lo scrittore