Così cambierà il Senato

Le aperture

Corriere della Sera: “Francesco e due uomini coraggiosi”, “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II santi, l’elogio di Bergoglio”. A centro pagina, grande foto per Piazza San Pietro gremita.

In taglio basso: “Riforme, regge il patto. Così cambierà il Senato”, “Napolitano esorta le Camere a intervenire sulle carceri”.

La Repubblica: “Renzi, ecco il nuovo patto sul Senato”, “Pronta la mediazione sulla riforma”, “Appello di Napolitano per le carceri”, “Berlusconi in tv attacca il Quirinale”.
A centro pagina, sotto la foto dei cardinali ieri in Piazza San Pietro: “Il mondo abbraccia i Papi santi”.
In taglio basso, la Palestina: “Svolta di Abu Mazen, ‘L’Olocausto il peggior crimine contro l’umanità’”.

La Stampa: “Bollette, è ora di tagliare. Pressing sul governo”, “L’Authority: togliamo gli oneri impropri alle famiglie”.
A centro pagina, foto di Papa Bergoglio tra la folla ieri: “La Chiesa di Francesco riparte da due nuovi santi”.

Il Giornale: “Le vergogne di Scalfari”, “’Barbapapà’ ha la memoria corta”, “Firmò la condanna di Calabresi, si fece eleggere per evitare il carcere e quando Repubblica fu salvata…”, “Berlusconi: ‘Porterò le pensioni minime a 800 euro’”.
A centro pagina, foto di Bergoglio e Ratzinger: “Wojtyla e Roncalli, i Santi del coraggio”.

L’Unità: “Poletti: ecco il piano giovani”, “Intervista al ministro: dal primo maggio Garanzia giovani, è un’opportunità per l’occupazione”, “’Il decreto va bene così, il Senato non lo stravolga’”, “’Alla Cgil dico: tra un anno faremo il bilancio’”.
A centro pagina il quotidiano ha in evidenza la foto di ieri a Roma in Piazza San Pietro sotto il titolo: “Il miracolo di Francesco”.
A sinistra: “Renzi apre sulle riforme. Sfida a Grillo e Berlusconi”.
In taglio basso: “Shoah, la svolta palestinese”, “Il leader Abu Mazen parla per la prima volta di ‘crimine odioso’”.

I due Papi

Ampio spazio viene dedicato dai quotidiani alla beatificazioni di Papa Roncalli e Papa Wojtyla.
Sul Corriere da segnalare l’analisi di Luigi Accattoli, che pone in evidenza “quell’alleanza mai incrinata tra Bergoglio e Ratzinger”: “canonizzazione e coinvolgimento, il capolavoro di Francesco è l’atteggiamento verso i predecessori”. Marco Ansaldo, su La Repubblica: “Francesco, l’abbraccio a Benedetto e l’elogio dei Papi semplici”, “L’eredità dei predecessori, ‘Roncalli rappresenta la docilità al volere dello Spirito Santo, Wojtyla l’amore per la famiglia’”.
Su La Stampa se ne occupano Andrea Tornielli (“Il Papa si affida ai nuovi santi per le sfide della ‘sua’ Chiesa”, “Francesco non relega Wojtyla e Giovanni XXIII nel passato e invia un messaggio alle gerarchie”) Giacomo Galeazzi (“Quell’abbraccio fraterno con Ratzinger apre l’era della ‘coabitazione solidale’”).
La Repubblica riproduce la prima omelia pronunciata in Polonia dall’allora arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla, nel 1966, dopo la chiusura del Concilio Vaticano II: “’La nostra Chiesa cambiata dal Concilio’, così il vescovo Wojtyla spiegò Giovanni XXIII”, “Matrimonio e famiglia sono le pietre angolari di questo rinnovamento nella Chiesa”.
Sul Corriere firma un’analisi anche Vittorio Messori: “Il cattolicesimo, i fedeli in calo e la cura dell’entusiasmo”.
Molte le cronache, i racconti, anche di “colore” (“E Ratzinger andò a sedersi in mezzo ai cardinali”, “I cardinali e il santo ciclone dei selfie”, “Da Vespa a D’Agostino, la ‘vipparia’ in terrazza”, su La Repubblica; “Mano al telefonino, il selfie irrompe in Piazza San Pietro, sul Corriere).

Politica

Il Corriere della Sera: “’Inaccettabile la frase sui lager’, “La critica di Renzo all’ex Cavaliere” E sulla stessa pagina, intervista al vicesegretario Pd Guerini: “’Niente sconti a Silvio, ma bisogna dialogare’”, “La minoranza? Discutiamo e troviamo una sintesi. Le epurazioni le lasciamo ad altri’”.
E il Corriere descrive “il compromesso possibile” sulla riforma del Senato: elezione indiretta e meno sindaci. Su questo è in corso la trattativa con Forza Italia e sinistra Pd. Secondo La Repubblica Renzi avrebbe convinto la minoranza Pd: “Oramai isolata la proposta Chiti sull’elettività diretta. I senatori saranno ‘sottratti’ dai consigli regionali”.
La Stampa: “Il premier accetta il rinvio per blindare un accordo largo”, “Ok a far eleggere i consiglieri regionali che saranno senatori”.
La Repubblica dedica ampio spazio al richiamo di Napolitano sulle carceri, a sei mesi dal suo messaggio alle Camere, ringraziando il Papa per la telefonata a Marco Pannella, in sciopero della sete. Il quotidiano intervista il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino: “Abbiamo dimezzato il sovraffollamento ma servono altri spazi”.
Sul Corriere: “Il Colle e l’emergenza carceri: misure urgenti per i detenuti”, “Napolitano ringrazia il Papa per la telefonata a Pannella”.

Abu Mazen

Su L’Unità Umberto De Giovannangeli sottolinea come nel giorno dell’Olocausto celebrato in Israele, il presidente Anp Abu Mazen abbia definito la Shoah “il crimine più atroce che l’umanità abbia conosciuto nella storia moderna”: “una rara ammissione da parte di un leader arabo, dell’immane sofferenza degli ebrei”, sottolinea De Giovannangeli. Abu Mazen ha pronunciato queste parole durante una conversazione con il rabbino Marc Schneider, presidente della Fondazione per la Comprensione Etnica di New York e le sue dichiarazioni sono state diffuse dall’agenzia palestinese Wafa. Tutto è avvenuto poche ore prima che iniziasse la commemorazione in Israele delle vittime dell’Olocausto. Ancora parole di Abu Mazen: “Il giorno della commemorazione delle vittime dell’Olocausto, auspichiamo che il governo israeliano colga l’opportunità di concludere una pace giusta e globale nella regione, basata su una visione di due Stati in grado di convivere. Israele e Palestina, fianco a fianco, in pace e sicurezza”.
Il quotidiano riferisce anche della reazione del premier israeliano Netanyahu che, riferendosi all’accordo siglato la scorsa settimana tra Anp e Hamas, ha commentato: “Non si può affermare che (l’Olocausto, ndr.) è stat terribile e al tempo stesso unirsi a coloro che desiderano la distruzione del popolo ebraico”, “Hamas nega l’Olocausto e anzi ne cerca uno nuovo con la distruzione di Israele. Questa è la stessa Hamas con cui Abu Mazen ha deciso di formare un’alleanza”, “la differenza principale tra l’Olocausto di ieri e di oggi è l’esistenza di uno Stato sovrano forte e solido in grado di difenderci da coloro che vogliono le nostre vite”. Ma nel governo di Gerusalemme, scrive ancora De Giovannangeli, torna a farsi sentire il dissenso di Tzipi Livni: la ministra della Giustizia, che guida la delegazione dei negoziatori della pace, non lesina critiche, ma è più cauta rispetto al premier e al ministro degli Esteri Lieberman sulle conseguenze dell’accordo anp-Hamas: “abbiamo deciso di aspettare e vedere cosa accadrà nel campo palestinese quando sarà formato il nuovo governo”, in ogni caso “io non condurrò negoziati, diretti o indiretti, con Hamas”. Infine, il ministro delle Finanze Yair Lapid: “se Hamas accetterà le condizioni del Quartetto (riconoscimento di Israele, ndr.), allora non sarà più Hamas e si porranno le basi per una discussione”.

Su La Stampa Maurizio Molinari ricorda che un passo analogo era stato compiuto la scorsa settimana da Mohamed Dajani, docente all’ateneo di Al Quds, dopo aver accompagnato ad Auschwitz una delegazione di 30 studenti palestinesi: ne aveva ottenuto accuse di tradimento e minacce. Si legge anche che per Abu Mazen c’è un risvolto personale, perché il passo compiuto punta ad allontanare le critiche ricevute in passato per la tesi di laurea, discussa all’ateneo di Mosca in piena Guerra Fredda, nella quale sosteneva la teoria della “collaborazione tra sionisti e nazisti”.
In prima su Il Corriere ne scrive Antonio Ferrari: “La mossa di Abu Mazen che riconosce la Shoah”. Dove si ricorda che ancora nel 2009 i dirigenti di Hamas si opposero a che le scuole delle Nazioni Unite nella striscia di Gaza insegnassero la storia dell’Olocausto agli studenti palestinesi.

Su La Repubblica se ne occupa Vanna Vannuccini con un’intervista allo scrittore israeliano David Grossmann: “Così finalmente hanno capito la nostra tragedia”. Delle parole di Abu Mazen dice: “Credo che la sua dichiarazione sia un passo molto positivo di comprensione per quello che gli ebrei hanno subito nella Shoah. I palestinesi non sono stati in grado di esprimerlo in passato, anche perché si sentivano loro stessi vittime delle vittime. Ed è necessario aver presente che non è possibile paragonare ciò che Israele compie nei Territori occupati con l’orrore della Shoah”. Cosa pensa dell’accordo Anp-Hamas? “Anche se Hamas viene considerata un’organizzazione terroristica, e di fatto spesso agisce come tale, penso che sia stato fatto un passo molto importante: la riunificazione di due parti di un popolo che le circostanze hanno separato. Se siamo interessati ad avere un giorno una pace stabile, essa deve includere il milione e mezzo di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza”. Non teme che Hamas sia un pericolo? “Ieri ho sentito Abu Mazen dichiarare che il nuovo governo unitario sotto la sua guida riconoscerà Israele, si opporrà alla violenza e si impegnerà a rispettare tutti gli accordi internazionali firmati in passato da Al Fatah”.

Europa 

In prima su La Repubblica un intervento del filosofo tedesco Jurgen Habermas dedicato a “l’Europa che vogliamo”: “Senza solidarietà non c’è futuro”, “Non basta concedere crediti a salvare l’Unione monetaria. La Merkel deve fare uno sforzo”.

redazione grey-panthers:
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