Le aperture
Il Corriere della Sera nella parte alta della prima pagina ha le parole del Papa: “’Dio non ha paura delle novità’. Il segnale di Francesco ai vescovi”.
A questo tema è dedicata l’analisi si Ernesto Galli Della Loggia: “Le domande senza risposte”, “La Chiesa e il segno dei tempi”.
In grande evidenza a centro pagina le dichiarazioni del presidente del Consiglio, ieri ospite della trasmissione di Barbara D’Urso: “Renzi: 80 euro alle mamme”. E il richiamo ad un’intervista del quotidiano al consigliere economico del governo Yoram Gutgeld: “tassa unica sulla casa entro due mesi”.
La foto in prima pagina è per i corridori con mascherina alla maratona di Pechino.
Anche La Repubblica ha in prima pagina le dichiarazioni del presidente del Consiglio: “Cittadinanza più rapida per i bambini stranieri. Bonus alle neomamme”, “Renzi: ‘Ius soli temperato, sarà sufficiente un ciclo scolastico’”. Dal 2015 contributo di 80 euro a chi fa figli. Durerà tre anni”.
A centro pagina: “La guerra segreta Sky-Mediaset. Murdoch punta alla tv in chiaro”.
La foto in evidenza è per gli ombrellini, “simbolo della generazione Occupy”: “Da Hong Kong al Messico, le rivoluzioni degli ombrelli”. Di Adriano Sofri.
La colonna a destra è dedicata alle “divisioni del Sinodo”: “Il Papa sfida i conservatori. ‘Dio non teme ciò che è nuovo’”. Se ne occupano Marco Ansaldo e Giancarlo Bosetti.
La Stampa: “Manovra, Renzi a sorpresa: ‘Bonus di 80euro per i figli’”, “Dal 2015 per 3 anni alle mamme con reddito sotto i 90 mila euro”.
Sotto la testata: “Il Papa: non avere paura delle novità’”, “’Possono portare a vie impensate’. Ma il fronte conservatore non molla”. E il quotidiano parla anche del “braccio di ferro” tra sindaci e prefetti sul riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti all’estero.
A centro pagina la foto dalla maratona di Pechino con maschere antigas.
Il Giornale parla di “follie del fisco” e titola: “Usare il bancomat non è più reato”, “Chi prelevava contanti doveva dimostrare nel dettaglio a chi erano andati i soldi. Se non ci riusciva era considerato per legge un evasore. Ora, finalmente, la Corte costituzionale ha detto basta”.
In prima anche il preannuncio che domani sarà in edicola l’ultimo libro di Magdi Cristiano Allam “Non perdiamo la testa”, “Il dovere di difenderci dalla violenza dell’Islam”.
In taglio basso “le prodezze del giudice Tranfa”: “Si indigna per l’assoluzione del Cav ma ha messo in carcere 6 innocenti”, “Il magistrato dimissionario adesso rischia le sanzioni del Csm”.
La colonna a sinistra è dedicata al “futuro di Forza Italia”: “Berlusconi ai suoi: ‘Se torniamo in piazza ce la possiamo fare’”.
Il Fatto ha a centro pagina la foto di un giovane a volto coperto che punta una pistola: “2014. Arancia meccanica”, “Noia, rabbia, voglia di imitare, disagio sociale, solitudine. Da Roma a Milano, da Napoli a Mestre, non c’è distinzione di ceto, di Nord o Sud, di italiani o immigrati. La sostanza è sempre la stessa :umiliazioni, violenze inflitte a ignari passanti, sul filo del dramma. E se tocca a te, ti ritrovi dentro un film di Kubrick”.
La “giornata di ieri” è riassunta in due capitoli: il primo riguarda il presidente del Consiglio, il secondo il Papa. Sulla manovra: “Posti di lavoro, bonus bebé. Renzusconi in diretta tv”, “Monologo del premier a Canale5. Padoan ‘spara’ 800mila nuovi assunti. A caso”. E, sul Pontefice: “La breccia del Papa: ‘Dio non ha paura delle novità’”, “Le chiusure dei falchi nel Sinodo, la partita ‘lunga’ di Bergoglio e il futuro della Chiesa”. Di Marco Politi.
Renzi-show
Scrive La Stampa che “l’istituzione con la legge di Stabilità di un Fondo famiglia da 500 milioni di euro era noto. Ora è più chiaro come sarà articolato: con un bonus mensile da 80 euro per le neomamme. L’ha spiegato ieri Matteo Renzi in diretta tv su Canale 5: ‘Dal 1 gennaio del 2015 -dice- daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese, ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio, per i primi tre anni. Si tratta di mezzo miliardo destinato alle famiglie”. Per il quotidiano si è trattato di “un colpo di scena da far impallidire quelli di Berlusconi”. Ancora parole di Renzi: “So cosa vuole dire comprare pannolini, biberon e spendere per l’asilo. E’ una misura che non risolve un problema, ma è un segnale”. E così, spiega ancora il quotidiano, si allarga anche la platea dei beneficiari del bonus: il presidente del Consiglio avrebbe voluto estenderla anche a pensionati e disoccupati, ma l’entità della spesa era tale che non se n’è fatto nulla. Nel frattempo è arrivata la legge di Stabilità, il bonus da 80 euro è stato confermato per gli 11 milioni di italiani che guadagnano meno di 1500 euro e non per le altre due categorie. L’avrà però mezzo milione di neomamme, purché il reddito di famiglia non superi i 90mila euro l’anno. La pagina seguente, con un “dossier”, spiega che è così prevista una spesa annua di un miliardo e mezzo: “soldi a tutte, anche alle immigrate, purché sotto il reddito di 90 mila euro. Il contributo si potrà sommare a quello per i lavoratori a basso reddito”.
Sul Corriere: “Bonus e diritti, show di Renzi in tv”, “A Canale 5 ospite di Barbara D’Urso: ‘Gli 80 euro anche alle neomamme per tre anni’. ‘Entro dicembre la legge sulle unioni civili’. E su Genova: ‘Non volevo la passerella del dopo’”. In basso: “Assegno bebé fino a 90 mila euro di reddito. I dubbi sulle coperture dopo il 2015”, “Riguarderà anche gli incapienti e gli immigrati con la carta di soggiorno”.
La Repubblica, ancora sulle parole del premier a Canale 5: “’Cittadinanza più veloce per i bambini stranieri. E 80 euro alle mamme’”, “Renzi a Canale 5 annuncia anche il via libera alle unioni civili. ‘Partiremo dopo la legge elettorale’. Il bonus nella manovra”. E il “retroscena” di Francesco Bei spiega: “Italiani dopo un ciclo di studi completo, ecco il nuovo ‘ius soli’”.
Il Giornale, sulle “mosse del premier”: “’Nel 2015 legge sulle nozze gay e 80 euro alle neomamme’”, “Renzi dalla D’Urso su Canale 5 punta sulle famiglie: bonus per tre anni a ogni neonato. E sui matrimoni omosessuali zittisce Alfano: ‘Proposta alla tedesca sulle unioni civili’”.
Il Fatto: “80 euro, ora è il turno delle ‘neomamme’”. E, sulla performance del premier a Canale 5: “Fan e selfie: Mediaset è casa Renzi”. Con lo scambio di battute tra la conduttrice e il premier: “’Sei simpatico, funzioni’. La conduttrice che inaugura la formula del ‘tu’, le stoccate di Matteo agli spot: perfetto ping pong”. Con un’intervista ad Enrico Mentana, che dice: “’Il popolo di B. ha detto: è uno di noi’”.
Il Giornale ha due editoriali in prima dedicati al presidente del Consiglio. Il primo, di Roberto Scafuri: “Sarà moderato ma si circonda di ex comunisti”. E il secondo, firmato da Maurizio Caverzan: “Ma nel salotto di Mediaset si trova a suo agio”.
Si cimentano sul tema anche Filippo Ceccarelli su La Repubblica (“Matteo, Barbara (e un po’ di Silvio)” e Jacopo Jacoboni su La Stampa (“Da mamma Rosa a nonna Maria. Alla conquista del mondo del Cavaliere”, con riferimento al saluto che il premier ha voluto indirizzare alle sue due nonne, “in particolare nonna Maria, oggi è il compleanno 94, di solito lo festeggiamo insieme”, che fa pensare alla mamma Rosa di Berlusconi).
Manovra
La Stampa: “Anche Padoan fa promesse: 800 mila posti di lavoro”. Ospite di Lucia Annunziata, ieri a “In mezz’ora”, il ministro ha ribadito: “ora gli imprenditori investano”.
Alla legge di Stabilità e al ministro dell’Economia La Repubblica dedica due intere pagine: “Bruxelles perdona i conti dell’Italia. Pronta una lettera: dateci chiarimenti”, “La missiva della Ue arriverà tra domani e mercoledì, non dovrebbe presentare particolari rilievi e questo escluderebbe una bocciatura. La Commissione vuole però spiegazioni sul disavanzo strutturale”. E, di fianco: “Padoan: ‘Con la manovra 800 mila nuovi posti’”.
Il Corriere della Sera: “Padoan :siamo in regola, l’Ue non ci boccerà”. E, alla pagina seguente, un’intervista al consigliere economico di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld : “Una tassa unica sulla casa entro i prossimi due mesi”, “Gutgeld: salirà a 8.060 euro il tetto per gli sgravi sulle assunzioni. ‘Regioni, Comuni e Province: metteremo online tutte le spese’”.
Il quotidiano riferisce anche delle indiscrezioni del settimanale tedesco Der Spiegel, secondo cui ci sarebbe un patto segreto tra Parigi e Berlino per approvare i conti francesi. Ne parla anche La Repubblica: “Merkel salverà Hollande: ‘Ma ora riforme’”.
La Stampa intervista il viceministro dell’Economia Enrico Morando (“Con le Regioni è possibile un compromesso”, “da parte del governo nessuna chiusura”) e il governatore del Veneto Luca Zaia (“Ma chi è virtuoso non può essere trattato come chi non lo è”).
Papa e Sinodo
La Stampa titola: “Francesco dopo lo ‘strappo’: ‘Dio non ha paura delle novità’. Il Pontefice durante la messa di beatificazione di Paolo VI: ci porta a vie impensate”. Il quotidiano intervista il cardinale Velasio De Paoilis, presidente emerito della Prefettura per gli Affari economici della Santa Sede, secondo cui è “un errore ascoltare più la gente della verità della fede”, “non si può ridiscutere tutto”. Alla pagina seguente, La Stampa intervista Luis Tagle, arcivescovo di Manila: “Nessuna spaccatura. I sacramenti ai risposati? Questione ancora aperta”, “Improprio parlare di ‘sconfitta’ di Francesco: il Sinodo non è una battaglia”.
“Se la democrazia bussa in Vaticano” è il titolo di un’analisi che compare in prima su La Repubblica, firmata da Giancarlo Bosetti, che scrive: “La Chiesa dunque è in questi momenti un organismo deliberante, come un Parlamento con maggioranze semplici e maggioranze qualificate. I paragrafi cruciali sulla comunione ai divorziati e sull’accoglienza pastorale degli omosessuali hanno avuto un largo consenso nel Sinodo, ma non sufficiente a raggiungere i due terzi. Nell’organo collegiale, che fu istituito da Paolo VI per dare seguito all’esperienza del Concilio Vaticano II, c’è dunque una divisione, una frattura, e si è manifestata una minoranza conservatrice. Non si parla più dei ‘doni’ e delle ‘qualità’ che i gay possono offrire alla comunità cristiana, come nella relazione post disceptationem del cardinale ungherese Erdo, ma bisogna ammettere che la versione più tenue dell’accoglienza nella Chiesa ‘ con rispetto e delicatezza’ di uomini e donne con tendenze omosessuali (118 sì contro 62 no) mostra un cambiamento in corso”.
Il Corriere della Sera ha un “retroscena” di Gian Guido Vecchi: “La Chiesa e la ferita dei divorziati. ‘Fu Ratzinger a sollevare il problema’”, “Molti voti contrari al paragrafo sugli omosessuali sono giunti da cardinali ‘progressisti’”.
La Repubblica: “Il Papa: Dio non ha paura delle novità. Ma a San Pietro è gelo con i conservatori”, “Il mancato saluto a Francesco dopo lo scontro su gay e divorziati. La beatificazione di Paolo VI: ‘Seppe cogliere il segno dei tempi’”.
E il quotidiano intervista il presidente della conferenza episcopale tedesca Reinhard Marx: “Abbiamo aperto una strada, nella Chiesa trasparente nessun tema è più tabù”.
E poi
Su La Repubblica, alle pagine della cultura, Wlodek Goldkorn intervista lo scrittore israeliano Amoz Os, per parlare del suo ultimo libro, “Giuda”. “Chi tradisce è capace di cambiare il mondo”, si sintetizza nel titolo. Secondo Goldkorn il romanzo è “un capolavoro”.
Da La Stampa segnaliamo un’intervista all’ex ministro degli Esteri Emma Bonino: “All’Occidente -dice- serve l’intesa con l’Iran sul nucleare”, “decisivo per un processo di stabilizzazione regionale”.
Da La Stampa segnaliamo anche una corrispondenza di Paolo Mastrolilli da New York: “I neri scaricano Obama. Democratici verso il flop”, “Consensi a picco: al Midterm la Casa Bianca rischia di perdere il Senato”.
Francesco Grillo scrive sulla prima pagina del Messaggero del progetto di un “internet bill of rights”, ovvero dei “doveri e diritti nuovi”e, della “trasformazione che equivale tecnicamente a quella della stampa”. Lo fa a partire dal lavoro di Stefano Rodotà sul tema di una “carta dei diritti fondamentali delle persone come soggetti che consumano e producono contenuti distribuiti da Internet” voluta dalla Presidente della Camera. Ma lavori come quello di Rodotà – dice Grillo – presentano “almeno quattro limiti”. Ovvero: “non si possono neppure porre il problema – delegato concretamente alle leggi – delle sanzioni e, in generale, dell’efficacia di ciò che prevedono”; sono solo nazionali, dove anche l’Europa può “risultare piccola” per governare questi processi; insistono giustamente sull’educazione, ma sarebbe opportuno anche “rendere esplicito un interesse pubblico all’utilizzazione delle tecnologie come strumento capace di allargare le occasioni di democrazia”. Infine, “soprattutto, la carta dei diritti di Internet non è collegata in alcun modo con gli investimenti che pure ci saranno nei prossimi anni. E questo l’elemento che rischia di farla scorrere come acqua su una situazione che è – per il nostro Paese – di forte divario interno e di ritardo rispetto agli altri Paesi europei”.