Le aperture
Il Corriere della Sera: “La sorpresa di Parma, più città a sinistra. Il primo capoluogo a un grillino. Orlando trionfa a Palermo, Doria a Genova. Il centrodestra mantiene solo 6 centri. Crollano Pdl e Lega. Il Pd: vittoria netta”. Il titolo dell’editoriale di Massimo Franco è “ultimo avviso”. A centro pagina “le scosse fanno ancora paura. Gli sfollati salgono a 5mila”. A fondo pagina, sull’attentato di Brindisi, “i magistrati litigano sul video. Interrogate per ore e rilasciato un uomo che somigliava a quello del filmato”. Ieri il procuratore antimafia ha criticato la scelta di diffondere il video in cui si vede il killer”.
La Repubblica: “Disfatta Pdl, Grillo conquista Parma. Crolla la Lega, 95 comuni al centrosinistra. Astensionismo record: al voto solo il 51,4 per cento. Doria diventa sindaco di Genova, valanga Orlando a Palermo. Il Carroccio perde sette ballottaggi su sette. Bersani: il Pd ha vinto senza se e senza ma”. A cerntro pagina, accanto alla scheda sui risultati nelle città più significative (oltre a Parma, Genova e Palermo anche Agrigento, Monza, Como, Alessandria e Lucca), le notizie sulle indagini a Brindisi: “‘Trovato il killer del video’. Poi nuovo giallo: non è lui”.
La Stampa: “La svolta di Parma, vince Grillo. Bene il Pd, Bersani: un successo senza se e senza ma. Il Pdl ai minimi. Astensione boom, quasi al 50 per cento. Palermo, valanga Orlando. Genova sceglie Doria. Capoluoghi piemontesi e lombardi al centrosinistra”. A centro pagina: “Tra i seimila sfollati dove ogni scossa riaccende la paura”.
Il Sole 24 Ore: “Il voto premia Grillo: conquistata Parma, al Pd 93 città, 34 al Pdl. Nuovo alt per la Lega. Alfano: ora la svolta. Bersani: abbiamo vinto senza se e senza ma”. Il quotidiano si occupa anche del post-terremoto in Emilia, dove sarebbe “inagibile un capannone su quattro”. “Otre 5mila gli sfollati. Colpite 200 industrie: danni per 500 milioni, 200 solo per l’agricoltura”.
Il Giornale: “Il comico è Bersani. Esalta per le amministrative, ma il Pd viene bastonato a Parma e Palermo. E ora pensa di far cadere Monti. Gli elettori Pdl consegnano il Paese alla sinistra e votano il movimento 5 Stelle”. A centro pagina: “Funerali e caccia all’uomo a Brindisi. L’Italia vuole giustizia, non gogne e litigi tra i pm”. Accanto: “A pezzi gli edifici delle Coop. Si sbriciola il modello rosso”.
Libero: “I parmacotti. Spazzato via il Pdl, Lega bastonata: il centrodestra è ridotto ai minimi termini. Male pure il Pd: travolto a Parma e Palermo, vince solo con candidati non suoi. Le amministrative sono il trionfo del Movimento 5 Stelle e dell’astensionismo”. A centro pagina: “Il video non basta: ancora libero il bombarolo infame”. E poi: “Niente soldi per i terremotati”, dove si spiega che case e aziende colpite dal teremoto corrono il rischio di non essere ricostruite”, perché a dare i soldi dovranno essere le Regioni alzando le tasse sulle benzina.
Una pagina del Corriere della Sera spiega la “campagna low cost” del candidato vincente del Movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti, project manager informatico in una banca, il più giovane sindaco nella storia della città, che ha ottenuto 34 mila voti in più al ballottaggio rispetto al primo turno. Ha speso 6 mila euro, porta in consiglio comunale 20 consiglieri del suo partiti (il Pd ne avrà 6, il Pdl 1). Prime mosse: “Bloccare l’inceneritore e redigere il bilancio consolidato del Comune e delle soecità partecipate per comprendere l’effettivo disavanzo della città”. Per ora non si licenzia dalla banca, si metterà in aspettativa. Grillo: “Mi ha mandato un sms. Ma non penso che con Grillo ci sentiremo spesso nei prossimi anni, è stato lui il primo a dire che dobbiamo camminare sulle nostre gambe”. Ma ammette: “Senza Beppe non saremmo qui”
Roberto D’Alimonte firma l’analisi sul Sole 24 Ore, e scrive che “ha ragione Bersani a parlare di vittoria netta del centrosinistra” e dei suoi alleati alle amministrative, ma “va ripetuto ancora una volta che questo risultato non è il prodotto di un allargamento della base elettorale dei partiti di centrosinistra”, visto che – al di là dei netti distacchi percentuale tra i candidati del centrosinistra e quelli di Pdl e Lega – la maggior parte degli elettori moderati – sia al primo che al secondo turno- non è andata a votare. A Parma l’affluenza alle urne al primo turno è stata molto vicina a quella del secondo (il 60 per cento), e gli elettori delle liste di centrodestra sono andati a votare anche al ballottaggio, nonostante non fosse presente un loro candidato, e “nella grande maggioranza dei casi hanno votato Pizzarotti”. Secondo le analisi citate da D’Alimonte l’83 per cento di coloro che avevano votato per il candidato Ghiretti hanno votato per Pizzarotti, e altrettanti di coloro che avevano votato per Ubaldi e per Buzzi (i candidati delle varie liste civiche o di centrodestra). Pizzarotti aveva ottenuto oltre 17 mila voti al primo turno, e al secondo è passato a 51.235. Insomma: “quando gli elettori del centrodestra si mobilitano i voti ‘storici’ dei partiti di sinistra non bastano a farli vincere”, scrive D’Alimonte.
La Stampa offre un colloquio con Romano Prodi, che si trova in Kazakhstan (“Sono qua in un altro mondo, dentro un altro modo di pensare e di vivere, mi sono lasciato tutto alle spalle”) e che tuttavia parla volentieri dell’Italia: “Ma cosa si aspetta per tenere conto della volontà popolare? Se non basta la dissoluzione del Paese, cosa si aspetta?”. “E’ ora che l’Italia si doti di una riforma elettorale che riconsegni in tempi rapidi la sovranità dei cittadini. In fondo i risultati elettorali della Grecia e del primo turno in Francia non sono poi così diversi: la frammentazione è analoga ma il sistema elettorale del secondo turno fa la differenza che stabilizza il sistema”, ha detto Prodi. Su Grillo: “L’ho ascoltato, l’ho incontrato quando ero a Palazzo Chigi, lui poi buttò tutto in ridicolo dicendo che dormivo mentre lui parlava. Ma non solo in Italia la reazione dell’opinione pubblica va ascoltata nella parte propositiva. La sofferenza comune è troppo forte e la sofferenza della gente va ascoltata quando si fa politica”.
Il Corriere intervista Giuliano Amato, che si trova agli Istanbul seminars di Reset: “Grillo è un demagogo alla Bossi, ma anche lui può darci buni sindaci”. “Quando c’è un momento che raccoglie un numero elevato di persone, bisogna capire esattamente cosa c’è dentro. E poi contrastarlo, se adotta linee che si ritengono contrarie a ciò che è opportuno”.
Tra i commenti sul risultato del Pdl, da segnalare una intervista a Mariastella Gelmini. “Paghiamo il sostegno al governo Monti”, dice a Libero. Quindi staccherete la spina? “Assolutamente no, perché il rischio di fare la fine della Grecia è ancora dietro l’angolo. Dobbiamo continuare ad appoggiare l’esecutivo, ma incalzandolo di più sulle cose da fare”, dal taglio ai costi della politica alla riforma del lavoro. Su Parma: “Abbiamo governato male e gli elettori ci hanno punito”.
Da segnalare anche una pagina de Il Giornale dedicata a Siena, dove si è dimesso – dopo un solo anno di mandato – il sindaco Ceccuzzi: “Dimissioni legate alle difficoltà del Monte dei Paschi, aprono un conflitto senza precedenti”, scrive Fabrizio Rondolino.
Brindisi
“Il mostro non sono io, ma mi hanno rovinato”. E’ il titolo di un colloquio offerto da Il Giornale con Raffaele Niccoli, che è stato a lungo sospettato di essere il killer di Brindisi perché “l’apparenza lo incastrava alla perfezione: l’età coincideva, il fisico e il volto pure, quei trascorsi lontanissimi nell’Arma azzurra collegata si sospetti di vicinanza al Sismi, alla frequentazioni con cittadini mediorientali, alla passione per l’elettronica”. Torchiato fino all’alba dagli investigatori, è stato rilasciato con tante scuse, aggiunge il quotidiano. “Ma il suo nome è trapelato lo stesso, e la foto che aveva postato su facebook ha fatto il giro del mondo accompagnata a interrogativi che non avevano ragione d’essre. “Non sono in galera solo perché ero a Bari. Ho avuto paura. Tutta l’Italia parlava di me: sono scappato. Fossi stato a casa, il killer l’avrebbe fatta franca”.
Internazionale
Domani a Bruxelles l’Italia e la Francia “formalizzeranno la proposta” di creare un “embrione di bilancio comune attraverso gli eurobond”, scrive Il Sole 24 Ore. Il contenuto dell’articolo da Bruxelles, tuttavia, spiega meglio come questa strada appaia ancora impervia, soprattutto per le contrarietà tedesche, ieri ribadite dal viceministro alle Finanze Kampeter: “Gli eurobond sono la ricetta stbagliata al momento sbagliato con conseguenze sbagliate”, ha detto ieri. A proporre qualche forma di bilancio comune o comunque un “maggior coordinamento tra i Tesori nazionali nell’emissione di titoli di debito pubblico”, altri – come l’Italia – insisteranno sulla golden rule, cioè l’esclusione degli investimenti dal calcolo del debito”. Un altro articolo spiega che “Il sostegno americano rafforza l’agenda italiana”, visto che l’agenda di Monti coincide con quella del presidente americano nel tentativo di trovarfe “un percorso che concili le azioni per lo sviluppo con la disciplina di bilancio. In prima linea gli eurobondo, rilanciati dallo stesso Hollande, ma perché si arrivi all’emissione di titoli del debito europei occorrerà superare il muro eretto finora dalla Germania. L’opzione che pare al momento avere maggiori possibilità di successo si conferma quella dei project bond”, che hanno come obiettivo il finanziamento di investimenti definiti prioritari e strategici.
Domani e giovedì si vota per le presidenziali in Egitto. I tre favoriti (Shafik, che è stato l’ultimo premier con Mubarak, Moussa, ex segretario della Lega Araba, Fotoh, islamista moderato proveniente dai Fratelli Musulmani), la campagna elettorale “in stile americano”, il ballottaggio nel caso in cui nessuno dei tre ottenesse la maggioranza assoluta (La Repubblica). Su Libero: “L’Egitto sceglie il presidente. Unica certezza: odierà Israele. In vantaggio Moussa, sostenuto dall’esercito e dai copti. Poi l’islamista ‘moderato’ Futuh. Entrambi nemici dichiarati di Gerusalemme”.
Su diversi quotidiani la notizia della strage nello Yemen: un attentatore kamikaze si è fatto esplodere durante una sfilata militare a Sana’a: “Al Qaeda fa strage in Yemen”, titola La Stampa. La rete di Bin Laden ha rivendicato l’azione.
DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini