BISIGNANI: sempre più fitta la sua grande rete

Le aperture

Corriere della Sera: “Berlusconi resiste: una crisi è follia”, “Alla Camera 317 sì al decreto sviluppo. Ma Bossi: nulla è scontato”. “Ora la maggioranza è più ampia”, nota il Corriere, riferendo però di “tensioni nella Lega”, dove il capogruppo alla Camera “potrebbe lasciare l’incarico”. In taglio basso: “Petrolio in Iraq e Kuwait. Inchiesta sull’Eni per tangenti negli appalti”: “l’ipotesi della procura di Milano è corruzione”. E l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni viene chiamato in causa anche dai titoli sulla cosiddetta P4: “Bisignani mediava tra premier e Scaroni”.
In prima anche un richiamo per la situazione rifiuti a Napoli: “De Magistris scopre che i rifiuti a Napoli non spariscono”. E per lo sciopero della fame e della sete di Marco Pannella, che chiede un provvedimento di amnistia per le carceri: “La cappa di silenzio sull’ultimo sciopero di Marco Pannella”.

La Repubblica: “P4, ecco la grande ragnatela”, “Ministri, nomine, banche, giornali e tv: tutto passava per Bisignani”. “Nelle 15mila pagine dell’inchiesta la radiografia di una struttura parallela al governo. I rapporti con Letta e la familiarità con il premier”. A centro pagina, il discorso di Berlusconi ieri al Senato per la verifica: “Berlusconi: una follia la crisi al buio. Lite Pdl-Fini sui ministeri al Nord”.

Il Fatto quotidiano: “Eni e Rai nelle grinfie della P4. Scaroni a rapporto da Bisignani sul vertice B. Putin. Pressioni sulla Lei per un appalto”. “La Prestigiacomo: ‘Silvio non è intelligente'”. E sulla fiducia ottenuta ieri sul decreto sviluppo: “Farsa sui ministeri al Nord, Bossi minaccia, B. tira a campare”. “Il decreto sviluppo passa con la fiducia. Ma il capo del Carroccio avverte: ‘Nulla è scontato’. E la maggioranza vota con l’opposizione contro i ministeri al Nord”. Sui rifiuti a Napoli, il quotidiano intervista il tecnico Raphael Rossi, che dice: “E’ sabotaggio, ma non ci pieghiamo”. Spiega il quotidiano: “Napoli, 2500 tonnellate di spazzatura per colpa di una azienda inquisita”.

La Stampa: “Il premier: follia aprire la crisi”, “Berlusconi rilancia su fisco e riforma costituzionale. Bossi lo gela: nulla è scontato”.

Il Giornale parla di “fiducia record” al governo e ricorda: “Tasse: tre sole aliquote. Berlusconi annuncia la riforma del fisco senza fare deficit. Ridotti gli scaglioni, agevolazioni a imprese e fasce deboli. I Comuni virtuosi potranno spendere di più”.

Libero: “La maggioranza c’è, adesso usatela”, “Opposizione sbaragliata alla Camera. Ma i numeri servono per governare: aspettiamo novità sulla giustizia e soprattutto sul fronte fiscale. Se no è inutile”. A centro pagina, con vignetta su Bersani: “Profondo rosso, il Pd perde 42 milioni”. In taglio basso: “De Magistris prende in giro Napoli”.

Il Sole 24 Ore apre con la relazione annuale del Presidente dell’Antitrust, che sintetizza così: “Liberalizzazioni al palo”, “Catricalà: senza concorrenza economia a rischio”. “Per l’Antitrust ‘Rc auto problema italiano, banche nel mirino per le polizze sui mutui”. Il Sole è l’unico quotidiano ad avere in prima anche la notizia della fiducia ottenuta dal premier greco Papandreou sul nuovo esecutivo, chiamato a risanare i conti. Sul sì della Camera alla fiducia sul decreto sviluppo: “Berlusconi: crisi è follia, entro l’estate giù le tasse. Bossi: nulla è scontato”. Su Napoli si scrive che il piano antirifiuti del nuovo sindaco De Magistris stenta a decollare e molti negozianti hanno abbassato le serrande perché impossibilitati a lavorare”.

Europa punta sulla mediazione Pdl-Lega sulla richiesta leghista di spostare alcuni ministeri al Nord: “La Lega rinnega Pontida, fuga dal voto sui ministeri”. Spiega il quotidiano che i leghisti, presenti alla Camera senza alcuna defezione per garantire la sopravvivenza politica di Berlusconi, hanno invece abbandonato l’aula nel pomeriggio, mentre i loro alleati del Pdl hanno fatto passare ben tre ordini del giorno delle opposizioni contro il trasferimento dei ministeri. Di qui il titolo: “Un’altra figuraccia per Bossi, il Carroccio si rirtira senza combattere”.
Su Napoli e rifiuti: “Ora Napoli affonda davvero. De Magistris: ‘Sabotaggio'”.

P4

Sono moltissime le pagine che i quotidiani dedicano all’inchiesta P4 e al ruolo di Bisignani. Si può articolare per capitoli, come ha fatto La Repubblica, cominciando dall’informazione. “Dall’assalto ad Annozero ai giornali del Nord, le mani della P4 sui media”. Dalle dichiarazioni di Italo Bocchino ai Pm: “E’ Dagostino, (direttore di Dagospia) a chiedere a Bisignani se pubblicare o meno le notizie. Ed è sempre lui a bloccare Dagostino che voleva attaccarlo”. Bisignani a Daniela Santanché: “Acquista le edizioni locali per Piemonte, Lombardia e Veneto dei quotidiani Libero, Metro, News ed Epolis, così controlli le linee del Nord”.
Poi il capitolo affari, che racconta di un asse tra Palenzona, vicepresidente di Unicredit, e Luigi Bisignani: “Unicredit, una cena per licenziare Profumo (ex Ad della banca, dimessosi nel settembre 2010).
Il Fatto quotidiano descrive ampiamente “l’Eni pilotata da Bisignani”: L’amministratore delegato Scaroni si recava a rapporto dal faccendiere della P4 prima di avere il vertice con il premier e alla vigilia del summit con la russa Gazprom. “E’ l’ente più grosso amico mio”, dice Bisignani parlando con Bocchino. Sull’informazione, le telefonate in cui l’allora direttore generale Rai Masi gioiva perchè convinto di esser riuscito a far fuori Michele Santoro, parlando con lo stesso Bisignani.
Tre pagine sul Corriere della Sera per la P4: “Da Prestigiacomo a Scaroni: le mediazioni di Bisignani”.

Politica interna

Sul Sole 24 Ore l’analista politico Stefano Folli sottolinea come il voto raccolto ieri dal centrodestra alla Camera sul decreto sviluppo, con i suoi 317 voti, rappresenta un punteggio alto. Ad esso corrisponde peraltro il risultato deludente delle opposizioni, rimaste nel complesso al di sotto del suo potenziale, con nove voti di meno a causa delle assenze. Berlusconi ha quindi vissuto una giornata positiva e può così garantirsi una estate più tranquilla. Vedremo oggi a Montecitorio, dove pure si terrà l’informativa del premier sulla verifica.
Lo stesso quotidiano sottolinea che oggi alla Camera ci sarà la prima vera conta in casa leghista sul capogruppo: una resa dei conti in piena regola, poiché una buona parte del Partito ritiene di non riconoscersi nella linea dell’attuale capogruppo Reguzzoni e di quello che viene chiamato il “cerchio magico”, composto dai più filoberlusconiani.
Il Riformista riferisce anche che la minaccia di dimissioni è venuta nella Lega persino dal ministro dell’Interno Maroni, per via di un tentato blitz della leghista Mauro che, si è saputo, avrebbe tentato di convincere Umberto Bossi a commissariare il maroniano segretario della Lega in Lombardia, Giancarlo Giorgetti.
Anche sul Corriere il riferimento al “cerchio magico” a rischio per la possibile sostituzione del capogruppo Reguzzoni.
Intanto lo stesso quotidiano racconta il clima nel Pd, dopo la fiducia ottenuta ieri a pieni voti dal governo sul decreto sviluppo: I democratici al momento non hanno intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del governo Berlusconi.

Politica internazionale

Su Il Riformista segnaliamo una analisi della situazione in Egitto e sulla situazione interna ai Fratelli Musulmani. Il direttivo della organizzazione ha espulso Abou El Fotouh, reo di voler correre da indipendente alle presidenziali. Il quotidiano lo descrive come un riformista, amato dal movimento giovanile. La sua cacciata “segnala la profondità della rottura interna al partito. Che è pronto a sommergere la tv di sceneggiati sui grandi personaggi musulmani”.  

Sul Sole 24 Ore una analisi di Henry Kissinger sulla guerra in Afghanistan. L’ex segretario di Stato si interroga sulla possibile exit strategy. Sottolinea che servono il cessate il fuoco, il ritiro dei militari, un governo di coalizione e il rispetto dei patti. Senza un accordo che definisca il ruolo del Paese, gli Stati vicini sosteranno le fazioni rivali e il conflitto si allargherà, ammonisce. E avverte che la percezione di una sconfitta degli Usa spingerebbe l’islam militante ad attacchi nel Kashmir e in India simili a quelli di Mumbai del 2008.
“L’ombra del mullah sul ritiro da Kabul”. Il mullah è Omar, che nel 1998 chiamò addirittura il centralino del Dipartimento di Stato Usa, tentando di consigliare al Presidente Clinton di non bombardare i campi di Al Qaeda in Afghanistan. Robert Gates ha in questi giorni ripetuto a Obama che la pressione militare è fondamentale per costringere gli insorti talebani al negoziato. Il Presidente rivelerà questa sera, parlando dalla Casa Bianca, quanto lo abbia ascoltato. Sta per annunciare il ritiro di 5000 soldati a luglio e di altrettanti entro la fine dell’anno.

Il Riformista si occupa di David Gerbi, il primo ebreo libico ad aver dichiarato pubblicamente il suo sostegno al Consiglio nazionale di transizione dei ribelli: ha lasciato Tripoli nel 1967 nel corso di pogrom seguiti alla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra dei sei giorni. La sua famiglia era una delle ultime rimaste della comunità ebraica. Adesso torna a Bengasi con l’obiettivo di stabilire un contatto tra Cnt e Gerusalemme, ovvero per avvicinare i ribelli a Israele.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini) 

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