Avviso all’Egitto su Regeni

Il Corriere della Sera ha in apertura la foto del premier islandese Gunnlaugson, dimessosi ieri per le conseguenze dello scandalo Panama Papers: “Crisi in Islanda per il caso Panama. E spunta Infantino”. Sono coinvolti nell’affaire, tra gli altri, Clarence Seidorf e il nuovo presidente della Fifa, l’italo-svizzero Gianni Infantino.
E sul tema il quotidiano offre un reportage di Giuseppe Sarcina da Panama: “Il suk finanziario sul Canale che conta 25 mila avvocati”.
A centro pagina il titolo in maggior rilievo: “Avviso all’Egitto su Regeni”, “Gentiloni: dossier carente, non ci faremo calpestare. Il Cairo: così complica tutto” (a parlare è stato il portavoce del Ministro degli Esteri egiziano, ndr.), “Accuse del ministro degli Esteri. Poi Al Sisi cerca di placare le tensioni: piena collaborazione”.
Il commento è affidato ad Antonio Polito: “La brutta idea di una verità condizionata”.
Sul caso Tempa Rossa e le indagini sul petrolio in Basilicata che hanno portato alle dimissioni della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi: “Se Guidi cancella ‘il marito'”, di Virginia Piccolillo.
Di fianco: “Tempa Rossa, il mistero dell’emendamento sparito”.
Sulla colonna a destra: “Il piano di Renzi per le pensioni: 80 euro a quelle minime”. Ne scrive Enrico Marro.
L’editoriale in apertura a sinistra è firmato da Ernesto Galli della Loggia ed è dedicato al presidente del Consiglio: “La stagione delle sfide smarrite”, “Renzi, forza ed errori”.
A fondo pagina: “Perché le donne prendono più antibiotici”, “La non parità nelle terapie: 27% di prescrizioni in più. ‘Sentono di dover guarire subito'”. L’articolo è firmato da Anna Meldolesi.
Infine, con foto di migranti dietro una rete: “‘Il Papa a Lesbo dai migranti'”. Ne scrive Gian Guido Vecchi.
La Repubblica: “Regeni, ultimatum dell’Italia all’Egitto. Il Cairo: rovinate tutto”, “Gentiloni: serve svolta, non calpestate la nostra dignità. Il giallo dell’anonimo: ecco chi ha davvero ucciso Giulio”.
E’ il retroscena di Carlo Bonini a raccontare che da qualche giorno un anonimo con account su Yahoo ha inviato a Repubblica un serie di mail dalle quali emergono “tre dettagli” che accusano i Servizi segreti egiziani.
Di spalla, con foto del premier islandese dimessosi ieri: “Panama, lascia il premier islandese. Obama: guerra all’evasione globale”. Al tema è dedicato anche un commento di Gianluca Di Feo: “Le furbe gazzelle di casa nostra”.
A centro pagina, il caso Tempa Rossa: “Petrolio, magistrati contro Renzi. L’ira della Guidi sul viceministro” (qui il riferimento è al sottosegretario Claudio De Vincenti, ndr.).
A fondo pagina: “Le signore di Cortina con il velo per protesta”. Jenner Meletti racconta questa storia di contestazione al potere maschilista: “Bocciata la proposta di equipararle agli uomini nell’antica istituzione cittadina delle Regole. E c’è chi per protesta indossa anche il velo”.
Di fianco: “La disfida della siesta riparte dall’ufficio”. Sono notizie che arrivano dalla Spagna, dove il premier Rajoy vorrebbe abolire “i pisolini”. Ne scrivono Caterina Grignani. Alessandro Oppes e Roberto Toscano. Alle pagine R2.
In apertura a sinistra, l’economia e il tema banche: “Il paracadute per i debiti delle banche” (“UNa cassa per i crediti deteriorati con garanzia della Cdp. Ecco il salvagente del governo per le banche in difficoltà”. Ieri, come spiega un’analisi di Ferdinando Giugliano, si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice fra il governatore di Bankitalia, il ministro dell’Economia e i vertici dei principali istituti di credito (“Gli elefanti e il salvadanaio”, è il titolo della sua analisi).
La Stampa: “Regeni, l’Egitto offre la prima testa”, “I magistrati del Cairo arrivano a Roma: Al Sisi pronto a sacrificare un generale dei Servizi”, “Gentiloni: misure immediate se non ci sarà vera collaborazione. In Libia il governo di Tripoli cede il potere a Sarraj”.
E’ il tema di cui si occupa l’editoriale di Stefano Stefanini: “La fermezza incomincia a pagare”.
La fotonotizia è relativa al referendum consultivo che si tiene oggi in Olanda: ai voti il Patto di Partenariato dell’Ue con l’Ucraina: ritrae i socialisti olandesi euroscettici, che si sono schierati per il no. Il titolo del reportage di Marco Zatterin: “Il voto dell’Olanda spaventa l’Europa”, “Gli anti-Ue in vantaggio nel referendum di oggi sull’accordo con l’Ucraina”.
Al tema Europa e immigrazione rinviano i titoli accanto: “Balcani, ronde anti-rifugiati”, “Gruppi auto-organizzati nei boschi al confine tra Bulgaria e Turchia”. E più in basso: “Il Papa a Lesbo tra i profughi”, “Missione evangelica a metà aprile assieme al Patriarca ortodosso”.
Di spalla a destra: “Panama Papers, via il premier dell’Islanda. Le Pen nella rete”, “Coinvolto anche Assad”.
In basso: “Renzi: 80 euro in più alle pensioni minime”, “Il premier sotto assedio sul caso trivelle prova a smarcarsi. Le lacrime della Guidi al telefono con Gemelli”.
“Quanto vale davvero il petrolio d’Italia” è il titolo di un commento dell’economista Mario Deaglio.
Il “Buongiorno” di Massimo Gramellini è dedicato al ministro Guidi, definita “la versione moderna della monaca di Monza”, “l’antipatica Guidi ha sbagliato per amore di un uomo sbagliato”. Il titolo: “L’utilizzata finale”.
In prima anche il richiamo all’intervista di Alberto Mattioli a Beppe Grillo: “‘O vinco a Roma o mi do fuoco in piazza’”.
Il Fatto: “Altra marchetta del governo a Mister Guidi”, “La trama dei favori: da una parte il decreto del Mise. dall’altra il piano per stoccare milioni di barili in Sicilia”.
Poi, sulla Val d’Agri: “Pericolo tumori. Il Noe sequestra le cartelle cliniche in Basilicata”.
Di fianco: “Un premier in campagna elettorale continua”. E di nuovo il caso Carrai: “Carrai, il prossimo conflitto da evitare”.
L’editoriale del direttore Marco Travaglio: “O Guidi o telefoni”.
A centro pagina: “Sala a cena con le Cayman: Serra gli fa la colletta a Londra”, “Elemosina di lusso. ‘Cocktail elettorale’ con i pezzi grossi della finanza”, “Mr Algebris, un passato con affari nei paradisi fiscali e sostenitore del presidente del Consiglio, ospita il candidato milanese del Pd a caccia di finanziamenti”, scrive Gianni Barbacetto.
Di fianco, intervista al presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone “sul ‘mafiosetto’ dell’Unità allo scrittore” Roberto Saviano: “‘Insulti a Saviano più spudorati anche per la crisi dell’antimafia’”, “Il presidente dell’Anac: ‘Chi oggi offende certe figure lo fa con più leggerezza e meno preoccupazioni del passato'”.
Sulle banche: “Esplodono le banche: a Padoan e Visco serve il salvataggio pubblico”, “In Borsa crollano i titoli bancari e i vertici del settore, nella sede dell’esecutivo, discutono su un sostegno a PopVicenza, Mps, Carige, ecc.”.
Con gli articoli di Girogio Meletti (“I guai di Jurassic Ubi, l’istituto al centro del Risiko del credito”) e di Massimo Muchetti (“Caro Lotti, la riforma delle Bcc così non va”).
Sui Panama Papers: “Infantino (Fifa) e Le Pen offshore: la lista fa più paura”.
Il Giornale: “Anche l’amico di papà Renzi nella lista di Panama”, “Nel mirino due società legate a Dagostino, l’uomo per cui il padre del premier fa il consulente. Prime reazioni: si dimette il presidente islandese. Conti off-shore pue per il capo della Fifa”.
In apertura a sinistra: “Per ripulirsi dal petrolio Renzi promette 80 euro anche ai pensionati”, “E la Guidi ‘scarica’ il compagno”.
L’editoriale, firmato da Nicola Porro, è dedicato agli annunci di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia, candidata sindaco a Roma) e del leader della Lega nord Salvini di voler votare sì al referendum sulle trivellazioni: “La destra si trivella da sola”, scrive Porro.
E più in basso: “Borse a picco in Borsa. Il governo va nel panico”, “Vertice di emergenza sulle sofferenze”. Ne scrive Camilla Conti.
In prima anche titoli per Papa Francesco: “‘Denaro incompatibile con Dio’. E’ il Papa, ma parla come Marx”, “presto a Lesbo tra i profughi”. Di Serena Sartini. E sul tema un’intervista a Ettore Gotti Tedeschi (ex Ior): “‘Ma senza i soldi non si può fare del bene'”.
A fondo pagina: “Terre solo ai figli maschi, Cortina resta al Medioevo”, “Bocciata la riforma delle ‘Regole’ ereditarie”. Ne scrive Lodovica Bulian.
Di fianco: “Orgoglio Tennessee, lo Stato fondato su Bibbia e fucile”.
Libero, con foto del premier libico al Sarraj: “Abbiamo portato la sharia in Libia”, “Il governo voluto dall’Onu invece di combattere l’Isis introduce la legge coranica”, scrive Gianandrea Gaiani.
(“Il nuovo premier sponsorizzato da Nazioni Unite (e Italia) annuncia che la legge coranica sarà ‘l’unica fonte del diritto’. E pensare che questo è il governo che dovrebbe combattere l’Isis”, si legge).
E poi, sul tema “Sottomissione”: “Regole di condotta. La scuola esenta gli studenti islamici”, di Mario Giordano.
Il titolo di maggiore evidenza: “Per nascondere l’inchiesta Renzi regala altri 80 euro”, “Propone l’aumento delle pensioni minime. La Boschi conferma. Il Pd frena: non ora. Premier in fuga: rinviata la passerella in Basilicata per motivi di opportunità”.
E ancora sul tema petrolio in Basilicata, con foto di Federica Guidi con il compagno Gianluca Gemelli: “La Guidi scarica il compagno per salvarsi”.
A fondo pagina: “Banche dal governo a chiedere altri soldi”, di Francesco De Dominicis.
Poi, sulle elezioni Anm: “All’Anm arriva Davigo. Brutta notizia per Matteo”.
Di spalla a destra: “Pier Silvio in Vivendi. Berlusconi ha tracciato il futuro di Mediaset”, scrive Nino Sunseri.
Sul caso Panama Papers: “La lezione di Panama: il nuovo paradiso fiscale saranno gli Stati Uniti”, “C’è pure la Le Pen”, scrive Claudio Antonelli.
Infine, sul festival del giornalismo che si apre a Perugia: “In ginocchio da Fedez. Il giornalismo a lezione dal rapper querelante”. Di Filippo Facci.

L’Avvenire: “Il conto dei tumori”, “Nell’area dei pozzi lucani +23% di mortalità. Scintille tra giudici e Renzi. ‘Ma non li accuso'”, “I carabinieri sequestrano le cartelle cliniche. E domani sarà sentita l’ex ministro Guidi. L’Anm: inopportune le parole del premier”.
L’editoriale è firmato da Antonio Maria Mira: “Disastroso è il prezzo”, “Pagano ambiente, gente e (di più) figli”.
A centro pagina: “Il Papa vuole visitare i profughi”.
Sullo scandalo Panama Papers: “Fondi a Panama: ciclone su Islanda e famiglia Le Pen”, con foto di Jean-Marie e di sua figlia Marine. Di fianco, sulle “carte svelate”: “Ecco i leader africani che depredano le proprie nazioni” (“Ogni anno l’Africa perde 30-60 miliardi di dollari in flussi finanziari illeciti”, scrive Emanuela Citterio “Le risorse sottratte pari al triplo degli aiuti umanitari”).

Il caso Regeni

Il Corriere della Sera, pagina 2: “Caso Regeni, Gentiloni all’Egitto: ‘Senza svolta misure immediate'”, “Il Cairo: il caso si complica. Poi Al Sisi rassicura sulla collaborazione. Domani incontro tra i pm”. Il quotidiano intervista la giornalista americana di origine egiziana Mona Elthaway, opinionista del New York Times e autrice del saggio “Perché ci odiano”. Conosceva -spiega Viviana Mazza che la intervista- uno degli egiziani vittime delle sparizioni forzate, Mostafa Massiouni: “‘Chiedete giustizia. Così aiuterete chi nel mio Paese è senza voce”, dice la Elthaway. Ed è ancora Viviana Mazza a raccontare, in un altro articolo, che il governo egiziano sta tentando di chiudere l’ong delle denunce sulle sparizioni forzate, il Centro El Nadeem. Insieme ad un’altra ong, ovvero la Commissione Egiziana per i diritti e le Libertà, ha fornito al Corriere gli oltre 500 nomi di egiziani vittime delle sparizioni forzate. Sulla stessa pagina Paolo Valentino spiega cosa può fare l’Italia sul piano delle risposte diplomatiche (richiamo dell’ambasciatore, dichiarazione dell’Egitto come Paese non sicuro, decisione di degradare il livello dei contatti passando dai ministri ai viceministri o sottosegretari per le visite, divieto di viaggio in Italia a personalità del regime o cancellazione dei vertici intergovernativi annuali tra i due Paesi, cosa che potrebbe verificarsi anche a breve, visto che quello per il 2016 dovrebbe svolgersi al Cairo).
In un “retroscena” su La Repubblica Carlo Bonini scrive che c’è un anonimo nel caso Regeni. Al quotidiano racconta una storia che ricostruisce cosa sarebbe accaduto a Giulio Regeni. Si tratta di una mail inviata a Repubblica da un account mail di Yahoo: alterna arabo, inglese, italiano. Si dice della polizia segreta egiziana. “L’ordine di sequestrare Giulio Regeni -scrive l’anonimo- è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza” (è il distretto in cui scompare il ricercatore il 25 gennaio). Nella caserma di Giza Regeni è stato “privato del cellulare e dei documenti e, di fronte al rifiuto di rispondere ad alcuna domanda in assenza di un traduttore e di un rappresentante dell’Ambasciata italiana”, sarebbe stato picchiato una prima volta. Poi, tra il 26 e 27 gennaio, “per ordine del Ministro dell’Interno Magdy Abdel Ghaffar” è stato trasferito “in una sede della Sicurezza nazionale a Nasr city”. Iniziano 48 ore di “tortura progressiva”: viene picchiato al volto, quindi “bastonato sotto la pianta dei piedi”, “appeso a una porta”, “sottoposto a scariche elettriche in parti delicate”, “privato di acqua, cibo, sonno”, “lasciato nudo in una stanza dal pavimento coperto di acqua, che viene elettrificata ogni trenta minuti per alcuni secondi”. Ancora secondo l’anonimo, dopo tre giorni di inutili torture, per fiaccare la resistenza di Regeni il ministro dell’Interno decide di investire della questione “il consigliere del Presidente, il generale Ahmad Jamal ad-Din che, informato Al-Sisi, dispone l’ordine di trasferimento dello studente in una sede dei Servizi segreti militari, anche questa a Nasr city, perché venga interrogato da loro”. I servizi “vogliono dimostrare al Presidente che sono più forti e duri della Sicurezza nazionale”. Quindi colpiscono Regeni “con una sorta di baionetta” e “gli viene lasciato intendere che sarebbe stato sottoposto a waterboarding, che avrebbero usato cani addestrati” e non gli avrebbero risparmiato “violenze sessuali, senza pietà, coscienza, clemenza”. E il racconto dell’orrore prosegue in questo retroscena a pagina 3 de La Repubblica.
Su La Stampa ne scrive Francesca Paci a pagina 3: “C’è un colpevole per la morte di Giulio. Al Sisi sacrifica l’investigatore dei Servizi”, “il responsabile delle torture sarebbe Shalaby, il generale incaricato del caso. Gli inquirenti egiziani attesi oggi a Roma con un dossier di duemila pagine”. E’ una “fonte al Cairo” a suggerire che il nome da sacrificare potrebbe essere quello di Shalabi. Sullo sfondo ci sarebbe un sistema di intelligence dalle anime diverse e conflittuali la cui tensione interna è cresciuta con l’aggravarsi della situazione del Paese, che secondo fonti del Fmi è vicino al collasso economico. Da una parte c’è il Mbahith Amn ad Dawla, i famigerati servizi segreti del ministero dell’Interno, di cui fa parte Shalaby, detestati dagli attivisti che dopo la deposizione di Mubarak ne ottennero lo scioglimento salvo vederli rinascere sotto il nome di Al-Amn al Watani, Homeland security. Dall’altra c’è il General Intelligence Directorate, alias il vero e proprio mukabarat, una sorta di Cia che si occupa di minacce terroristiche esterne anziché interne e che oggi è ai ferri corti con il regime per aver visto i suoi vertici sostituiti dagli uomini di al Sisi provenienti dal terzo ramo degli 007 egiziani, quello militare, l’Idarat al-Mukhabarat al-Habiyya wa al-Istitla (Military Intelligence and Reconnaissance Administration).

Tempa Rossa

Sul Corriere: “Il pianto di Guidi al telefono con Gemelli. Ora non è più il ‘marito'”, scrive Virginia Piccolillo raccontando “la linea dell’ex ministro”.
E sulla stessa pagina un articolo di Fiorenza Sarzanini: “L’emendamento su Tempa Rossa scomparso tra una manovra e l’altra”, “Il passaggio tra il 2015 e il 2016. E Boschi ai pm: mi mossi su indicazione del Mise”.
Ancora sul Corriere: “L’indagine sui tumori in Basilicata”, “Migliaia di cartelle cliniche all’esame del Noe per verificare legami tra patologie e fanghi smaltiti. Veleni nell’ambiente, sanzionate Eni e Total. La difesa: abbiamo avuto problemi con il sito” (la presenza di veleni, hanno spiegato, “è ascrivibile unicamente al fondo naturale del sito”).
Su Il Fatto: “Il grande affare di Augusta sull’asse Guidi-Gemelli”, “Il compagno della ministra faceva lobby per far sbloccare 5,4 miliardi per creare un impianto di stoccaggio di greggio e gas nella sua Sicilia”. Scrive Antonio Massari che c’erano milioni e milioni di barili di petrolio e gas dietro gli atti firmati da Federica Guidi, quando si occupava della Legge Navale e di sbloccare i relativi 5,4 miliardi di euro. L’operazione era relativa allo stoccaggio di petrolio nel porto di Augusta. Serve un pontile in quel porto dove far attraccare le petroliere, poi dei tubi dove far viaggiare il petrolio, quindi dei serbatoi per poterlo stoccare e infine un’autorizzazione. Il capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe de Giorgi, è l’uomo che potrebbe aiutare Gemelli. Perché de Giorgi ha un sogno: portare a compimento l’ammodernamento dell’intera flotta italiana. E il progetto passa dagli uffici del Mise, dove Gemelli ha la sua risorsa più preziosa, l’ex ministra Guidi.
Su La Stampa .”Guidi scarica il suo compagno”, “Alla vigilia dell’interrogatorio di domani l’ex ministra prende le distanze da Gemelli. E in una telefonata del 2014 gli dice in lacrime: ‘Ho la sensazione che mi stai utilizzando'”. Ne scrive Grazia Longo da Potenza. A pagina 7: “Gemelli e il ‘traffico di influenze’. Il nuovo reato alla prova del fuoco”, “Creato nel 2012 dal governo Monti, voluto da Pd e Anm. I berlusconiani: ‘Attenti, andremo in pasto alle procure'”. Di Francesco Grignetti.
Su La Repubblica: “La Guidi cambia strategia e scarica il compagno: ‘Niente interessi comuni'”. Ne scrive Roberto Mania.
E a pagina 13 Leo Amato firma un articolo incentrato sulle telefonate intercettate tra la Guidi e il fidanzato. Parla di Claudio De Vincenti, all’epoca sottosegretario allo Sviluppo economico: “‘Basta, quel De Vincenti è un pezzo di m…'”, “con il suo quartierino si fa sempre i fatti suoi'”.
Nell’editoriale che apre oggi la prima pagina de L’Avvenire Antonio Maria Mira scrive che in questi giorni si è parlato molto della vicenda che ha visto coinvolti l’ex ministro Guidi e il suo compagno, ma molto meno della parte relativa all’inchiesta relativa alle violazioni delle norme ambientali. Cita la telefonata tra il dirigente Total Cobianchi e il compagno della Guidi e sottolinea come questo ricordi le risate dell’imprenditore Piscicelli ai tempi del terremoto a L’Aquila nel 2009: “c’è poco da scherzare su un disastro provocato solo per il ‘profitto giusto’ come si intitola uno dei capitoli dell’ordinanza di custodia cautelare per dirigenti Eni e funzionari regionali in cui si fanno anche i calcoli dei ‘risparmi’ (!) conseguiti smaltendo illegalmente: tra 44 e 113 milioni”. Mira ricorda quindi le parole dell’enciclica papale “Laudato sì” (“conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni?”).
La pagina 6 è interamente dedicata ai rischi per la salute pubblica in Basilicata (“Vicino ai pozzi si muore di più). E in basso un articolo di Marco Iasevoli dove si legge: “Ambiente e salute, la spinta dei movimenti. ‘Nessuno metta la sordina ai referendum'”, “Acli e Mcl (Movimento cristiano lavoratori, ndr.) votano sì. I francescani laici: ‘Un primo segnale per cambiare verso sull’energia, ma problema più ampio’. Il lavoro dell’Azione cattolica per colmare il ‘vuoto informativo'”. E si citano le parole di Carlo Costalli. presidente di Mcl: “Basta timidezze, il Papa ci spinge a difendere la terra che ci ospita. Preoccupati per la salute, serve un segnale'”.
Su Il Giornale: “Il referendum e le ‘minacce’ di Lotti: guerra aperta tra esecutivo e vescovi”, “La Cei spinge sul ‘sì’ al quesito anti trivelle, Palazzo Chigi non gradisce. Scontro con toni violenti tra il braccio destro del premier e Galantino”, segretario della Conferenza episcopale italiana. Ne scrive in un ‘retroscena’ Adalberto Signore.
Su Il Fatto: “Ecco perché l’emendamento Tempa Rossa serve solo a Total”, “le aziende hanno risparmiato perché la Puglia non ha più potuto dettare loro le condizioni per i lavori alla raffineria. Per i permessi sarebbe bastato dialogare”, scrive Virginia della sala. A pagina 5 : “Il 50% delle trivelle non ha alcuna analisi di impatto ambientale”, “Lo studio del Wwf: l’età media degli impianti attivi entro le 12 miglia è di 35/40 anni, costruiti senza i vincoli di oggi”. E’ un articolo firmato da Marco Palombi.
Su La Repubblica: “Renzi: accuso il sistema, non i pm. Le toghe: ‘Frasi inopportune'”, “Arriva la sfiducia di M5S e centrodestra. Boschi: ‘Ormai ce n’è una a settimana. Mio padre? E’ scontata un’azione di responsabilità contro di lui. D’Alema: ‘La vicenda non è chiusa’”.

Il Papa a Lesbo

Su La Repubblica: “Il Papa incontrerà i rifugiati a Lesbo”, “Visita prevista il 14 e 15 aprile. La Commissione Ue: ‘Un ufficio europeo sulle richieste d’asilo’. Vienna schiera l’esercito al Brennero: cento soldati al confine e il contingente potrebbe aumentare”.
Sul Corriere, a pagina 13, un “retroscena” di Gian Guido Vecchi: “La linea dura del Vaticano sull’accordo con Ankara e il segnale di Bergoglio all’Ue”.

Governo Renzi

L’editoriale del Corriere della Sera è firmato da Ernesto Galli Della Loggia: “La stagione delle sfide smarrite”. E’ dedicato alle “sfide smarrite di Renzi, l’outsider di sinistra”, “Promesse. Il nostro sistema politico-costituzionale non aiuta a chi si è fatto da solo, ma il premier ancora non ha rimesso in moto il Paese né ha risvegliato il senso dell’interesse nazionale contro privilegi e corporativismi”, “Appare troppo spesso ‘pappa e ciccia’ con uomini ‘del fare’ attenti ai propri affari”, “per evitare il rischio di isolamento, ha potuto contare solo su amicizie e fedelissimi”.

E poi

Sul Corriere della Sera un’analisi di Antonio Armellini: “Un’Europa condizionata dal referendum britannico”, “Un’uscita di Londra ci obbligherebbe a ripensare l’edificio comunitario. Oppure andrà cercata una faticosa convivenza con un partner recalcitrante”, “Cameron vedeva la consultazione come un espediente tattico. Ma non è andata così”, “La deriva dei conservatori si è rivelata più ampia del previsto”, “Obama ha ricordato spesso che un addio all’Ue sarebbe un fatto negativo per gli Usa”.
Su La Repubblica un articolo di Alessandro Oppes da Madrid: “Fondi neri da Chàvez per creare Podemos, in Spagna è bufera sul partito di Iglesias”, “I media di destra: ‘Fino al 2010 sette milioni da Caracas per esportare il progetto bolivariano’. A rischio l’ingresso nel governo”.
La Repubblica dedica la pagina 18 ad una questione che riguarda Milano, ma non solo. Il tema è “L’Italia e l’Islam”. La questione è il progetto di edificazione di una moschea. “A Milano -si legge- non c’è un luogo di culto per gli islamici tra bandi comunali a rilento e una legge regionale che tenta di impedirne la costruzione. Polemiche e richiami al pericolo del terrorismo: così il diritto alla preghiera è diventato un tema che divide i quattro candidati sindaci. Ecco le loro opinioni”. Gianluca Corrado (M5S): “La decisione spetta ai cittadini milanesi con un referendum”. Stefano Parisi (centrodestra): “Serve una legge e concilierò il mio sì con il no di Salvini”. Corrado Passera (Italia Unica): “Sono favorevole ma vanno affidate agli imam moderati”. Giuseppe Sala (centrosinistra): “Una necessità, pregare in magazzini è anche insicuro”.

redazione grey-panthers:
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