Roma ancora deve svegliarsi quando, poco prima delle sette del mattino, arrivano nella piazza di Campo di Fiori i primi fruttivendoli, con cassette di frutta e verdura profumata appena acquistata al mercato generale di Guidonia. Aprono gli ombrelloni e pazientemente dispongono lattughe, pomodori, spinaci, zucchine, finocchi sulle bancarelle: gli ambulanti (i ‘fruttaroli’ in dialetto romano) sono una ventina, e ciascuno ha un settore riservato, che spesso le famiglie si tramandano di padre in figlio.
Il mercato alimentare che si tiene nella piazza di Campo dei Fiori tutti i giorni (dal lunedì al sabato e dalle 7 alle 14) è il più antico della città. Risale al Medioevo: in questo stesso luogo, a quei tempi, non c’era che un prato fiorito (gli storici ritengono che da ciò derivi il nome della piazza) che digradava verso la vicina riva del Tevere. Qui sostavano i contadini che dalla campagna venivano in città a vendere i loro prodotti a pellegrini, cardinali, nobili e popolani che animavano le vie della Capitale in quei secoli bui. La tradizione non si è mai interrotta, e ancora oggi, nonostante il proliferare dei supermercati, le bancarelle di Campo dei Fiori sono molto frequentate. ‘I prezzi sono buoni’, afferma una cliente abituale con le sporte già piene di broccoletti e spinaci, ‘e magari si può contrattare un poco, come è regola di tutti i veri mercati’. La frutta e la verdura hanno un aspetto invitante, provengono dalle rinomate coltivazioni laziali, ma non mancano prodotti del sud Italia e anche frutti esotici. Inondano di colori e profumi la piazza animata per la spesa mattutina; spesso gli ambulanti si offrono di pulire e preparare la verdura, così che chi acquista non deve fare altro che metterla in pentola, o direttamente in tavola.
Tra i banchi si mescolano signore eleganti, semplici massaie, turisti, i ristoratori della zona, che colgono l’occasione per avere ottimi prodotti a due passi dai loro locali; ma non è raro vedere uomini politici o parlamentari soffermarsi a chiedere quali sono i pomodori più indicati per l’insalata o per il sugo.
Basta alzare gli occhi, poi, per rendersi conto che ci si trova nel cuore di una delle più antiche e caratteristiche piazze della capitale, con i bei palazzi cinqeucenteschi dalle tinte pastello a fare da corona alla statua posta al centro dello slargo; è la figura di un monaco incappucciato con un libro tra le mani e lo sguardo rivolto a terra: è Giordano Bruno, grandissimo filosofo napoletano e frate domenicano, che venne bruciato sul rogo proprio in questa piazza il 17 febbraio del 1600, condannato dall’Inquisizione cattolica che lo aveva giudicato eretico.
Ed è sufficiente passeggiare nelle vie attorno a Campo dei Fiori per scoprire alcuni degli angoli più belli di Roma: la piazza Farnese, silenziosa e aristocratica, le vie popolaresche dei Giubbonari, dei Sediari, dei Chiavari, dei Cappellari, che già dai nomi testimoniano le attività artigianali che da sempre in questi vie si svolgono. Infine, nascosto tra strette stradine e inaspettata, l’incantevole slargo di piazza Navona, vero tripudio barocco con le fontane del Bernini e la chiesa del Borromini.