Le smisurate dimensioni della Cina (quarta al mondo per superficie ma prima per abitanti, grande 32 volte l’Italia e quasi quanto l’Europa, ma con oltre il doppio di abitanti), più che una nazione ne fanno quasi un continente a sé, con profonde differenze ambientali, geografiche e climatiche tra zona e zona, ma con una caratteristica fondamentale: uno stato unitario vecchio di migliaia di anni, con una cultura comune ed un’etnia – quella han – nettamente prevalente. Qualcuno definisce il Celeste Impero come la più antica civiltà tuttora perdurante, unica sulla terra, con almeno 8.000 anni di storia sulle spalle. Culla di questa civiltà sono le tre cosiddette province centrali – Henan, Shanxi e Shaanxi (attenzione alla vocale a in più, che fa una differenza enorme, differenziando due territori diversi ma dal nome simile), in realtà grandi ognuna quanto veri stati (poco meno dell’Italia), con differenze peculiari ma anche con alcuni denominatori comuni. A Banpò, presso Xian, in pieno neolitico fiorì infatti la più antica civiltà stanziale e agricola cinese, di chiara impronta matriarcale, qui si svilupparono le prime dinastie con relative capitali, compresa quella Xian che fu all’origine di quello straordinario commercio di prodotti e di conoscenze con il resto del mondo che fu la Via della Seta, qui iniziò a sorgere la Grande Muraglia, l’unica opera umana visibile dalla luna, qui penetrò dall’India e si diffuse il buddhismo, producendo enormi capolavori artistici e la filosofia zen, qui l’atavica povertà dei contadini provocò lo sviluppo del comunismo di Mao e l’inizio della Lunga Marcia. Non a caso l’Unesco protegge in queste tre regioni un numero di monumenti secondo in Cina soltanto a Pechino. Nonostante simili premesse, si tratta di un territorio abbastanza negletto dal turismo, ovviamente esclusa la celeberrima Xian, ma che non deluderà certamente quanti lo sceglieranno.
Henan. La più popolosa e la più piccola delle tre provincie, fertile grazie alla presenza di pianure attorno al Fiume Giallo, è stata una delle culle della civiltà cinese ed ha assistito alla formazione delle prime dinastie, alla nascita delle prime capitali ed allo sbocciare del buddhismo già nel 68 d.C.: il tempo del Cavallo Bianco di Luoyang è il più antico in assoluto. Zhengzhou presenta i resti di uno dei più antichi insediamenti urbani, risalenti al 1800 a.C., e l’hotel dal design più accattivante. Vi sono state compiute importanti scoperte come la carta, la bussola e il sismografo.
Lo Shanxi, grande metà dell’Italia e poco abitato, si presenta montuoso per il 70 % con il sacro monte Wutai alto oltre 3.000 m e il Fiume Giallo che ne segna un tratto di confine. Assai ricco di testimonianze storiche e archeologiche, compresi templi e grotte buddhisti di straordinaria bellezza, cerca di emergere come centro della civiltà cinese contemporanea. Possiede un terzo delle riserve nazionali di carbone, per cui risulta abbastanza inquinato. E’ stato culla delle prime dinastie, tra cui quella Qin che due secoli prima di Cristo portò una momentanea pacificazione locale, conquistò Corea e Vietnam, iniziò la costruzione della Grande Muraglia per proteggersi dalle invasioni mongoliche, introdusse un’unica moneta e scrittura, costruì strade e canali. E per l’aldilà si fece edificare a Xian il maggior mausoleo della storia, quello vigilato dal famoso Esercito di Terracotta.
Per la forte presenza di commercianti vide sorgere le più antiche banche. Lo Shaanxi si presenta piuttosto vario: a nord semideserto, al centro un fertile pianura, a sud montagne; costituisce la sintesi della storia cinese antica e moderna, come attestano i suoi 35 mila monumenti. Qui sorsero i primi insediamenti umani preistorici e le più antiche dinastie: i Shang (1700-1100 a.C.), gli Zhou (1100-221 a.C.) che dominarono buona parte della Cina settentrionale, e poi i Qin, che riunirono la Cina orientale nella prima grande entità imperiale; in 1100 anni 13 dinastie feudali vi hanno stabilito le loro capitali, abitate da cinesi Han e Hui, mongoli e musulmani. La più famosa è stata Xian, capitale cosmopolita per 11 dinastie e maggior città del mondo antico con 2 milioni di abitanti, dal 581 al 907 crocevia per le rotte commerciali tra Cina orientale e Asia centrale, punto di partenza della Via della Seta. Nel 1937 a Yan’an Mao divenne capo del partito comunista e per un decennio questo rifugio tra le montagne fu il centro di diffusione del pensiero rivoluzionario.
Un possibile itinerario tra queste tre province poco battute dal turismo (esclusa Xian) richiede almeno due settimane, solo per visitare le località principali. Si comincia con Song Shan, il monte sacro del taoismo, dove nel 495 venne fondato il tempio di Shaolin (sito Unesco) da quei monaci guerrieri che inventarono il buddhismo Zen e le arti marziali del Kung Fu per difendere la loro religione, quindi le grotte di Longmen (altro sito Unesco) che ospitano oltre centomila tra statue e sculture del Buddha, apice dell’arte rupestre cinese, e il tempio del Cavallo Bianco, predecessore dei luoghi di culto buddhisti.
In treno si raggiunge Xian, già fiorente capitale cinque secoli prima di Buddha, con mura alte 12 m, per visitare la Pagoda della Grande Oca e il mausoleo Qin presidiato dall’ Esercito di Terracotta, 6000 statue di guerrieri e cavalieri a misura d’uomo vecchi di 2000 anni, considerato la maggior scoperta archeologica del secolo scorso, e poi Pingyao (sito Unesco), tipico esempio di città tradizionale han della Cina imperiale durante le dinastie Ming e Qing (1368-1911) e Wutai Shan, monte sacro al buddhismo ricco di templi e monasteri. Si continua con l’aereo Monasteso Sospeso di Hunyuan, risalente al V sec. e scavato a picco su una falesia, Datong, dove nel V sec. un popolo di lingua turca unificò la Cina settentrionale, e le quattrocentesche grotte di Yungang (sito Unesco), anch’esse scavate in una parete precipite vicino alla Grande Muraglia, prima di fare rientro a Pechino.
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