Dal 7 al 10 settembre, a Bergamo, Capitale della Cultura, per applaudire Muti

Un ricco programma di visite, organizzate da “Il Sipario Musicale”, per cogliere la ricchezza artistica e culturale della città e dei  dintorni. Un’occasione per applaudire Riccardo Muti, alla direzione dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

L’appuntamento  musicale  che sarà in grado di suscitare ricordi e tanta emozione è fissato al

Teatro Donizetti

sabato 9 settembre 2023 (20.30)

Programma da definire

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Direttore: Riccardo Muti

Risale al 2004 la fondazione, da parte di Riccardo Muti, dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane

Bergamo, Capitale della Cultura Italiana 2023

All’inizio del 2023, grazie a un importante progetto di riqualificazione, alcuni edifici di Bergamo dal grande valore storico e artistico quali l’Hotel Commercio, la sede dell’Archivio di Stato e lo splendido Chiostro di Santo Spirito sono stati recuperati e inseriti in quello che è ora l’Hotel Santo Spirito, un hotel 4 stelle Superior.

Attraverso un attento restauro sono stati riportati alla luce gli antichi intonaci decorati e i bellissimi cornicioni in cotto cinquecenteschi, occultati da strati di tinteggiature, così come i diversi dipinti e affreschi, incluso il bellissimo ciclo pittorico risalente al 1521 nella sala principale.

Quella che era la sala convegni dell’ex Archivio di Stato è stata trasformata in un ristorante mentre le camere sono state collocate ai piani superiori, dove sono stati mantenuti i corridoi voltati, di grande pregio architettonico; nel piano interrato è inoltre stata creata una piccola SPA.

L'Hotel Santo Spirito
Il Chiostro di Santo Spirito
l'interno dell'Hotel 4 stelle Superior
La piccola SPA nel piano interrato

Il programma delle giornate: giovedì 7 settembre 2023

Arrivo individuale a Bergamo e sistemazione presso l’Hotel Santo Spirito****S

Ore 18.00: ritrovo nella hall con la guida per la visita del monastero di Astino

Adagiata tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia, la Val d’Astino infonde, in chi la visita, una sensazione di pace e di quiete. Di grande bellezza paesaggistica, mantiene tuttora, per quanto antropizzata, le caratteristiche di un’oasi agricola e la strada che collega la valle con Città Alta è particolarmente affascinante per il panorama che offre sulla pianura bergamasca e per l’atmosfera che vi si respira. Qui, intorno al 1107, alcuni monaci vallombrosani, guidati da quell’ansia riformista tipica dell’epoca con cui si cercava la rinascita della Chiesa, decisero di costruirvi il loro monastero e la chiesa annessa, chiamata del Santo Sepolcro.

Foto Mauro Lanzini
Foto Enrico Corna
Foto Colleoni

Tra questi edifici religiosi e il territorio si è creato un legame talmente stretto che il nome Astino viene usato indistintamente per indicare la valle e il complesso monumentale. La chiesa del Santo Sepolcro in stile romanico costituì il primo nucleo dell’attuale monastero, che ebbe un periodo continuo di sviluppo in cui donazioni da parte di privati e di enti ne permisero l’ampliamento e il successo economico. La chiesa si presenta con una particolare struttura a croce con un’unica navata che termina nel transetto, modificata dall’aggiunta di un coro durante il Rinascimento.
La storia del complesso subisce una svolta con l’arrivo di Napoleone, nel 1797: viene soppresso e trasformato in manicomio prima e in azienda agricola poi; nel 1923 è infine venduto ai privati. Nel 2007 viene acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore, che ha restaurato integralmente la chiesa e sta completando il ripristino del monastero, riportando alla luce la bellezza di molte sale conventuali e degli affreschi finora celati sotto uno spesso strato di intonaco bianco. Nel refettorio è stata ricollocata la raffinata Ultima Cena, eseguita dal fiorentino Alessandro Allori, più noto con il nome del Bronzino.

A seguire cena nel ristorante del monastero. Rientro in hotel e pernottamento

Il programma delle giornate: venerdì 8 settembre 2023

Prima colazione in hotel e ritrovo con la guida per l’escursione in Franciacorta e il Lago d’Iseo, inclusi la Cappella Suardi, la Cantina Berlucchi e la casa museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani per l’arte e la cultura.

Affacciata sulle sponde del Lago d’Iseo, la Franciacorta si trova nel cuore della Lombardia in un’area di circa 200 chilometri quadrati. Le sue dolci colline, delimitate a ovest dal fiume Oglio e a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai che, ritirandosi oltre 10.000 anni fa, hanno creato l’anfiteatro all’interno del quale ha preso vita la Franciacorta. Per la mancanza di documentazione storica l’origine del nome risulta di difficile interpretazione anche se l’ipotesi più accreditata è che il termine derivi da “curtes francae”, che indicava quelle piccole comunità di monaci benedettini insediate nell’Alto Medioevo che erano esentate dal pagamento dei tributi. Anche se le testimonianze archeologiche preistoriche e autori classici, come Plinio e Virgilio, testimoniano l’antichissima vocazione enologica della zona, è a partire dalla fine degli anni sessanta, con la nascita delle prime cantine, che il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta ha inizio. Da lì la crescita è stata rapidissima fino ad arrivare all’odierna Franciacorta, zona vinicola italiana di sicuro riferimento internazionale per quanto attiene la produzione di metodo classico. Oggi la strada che attraversa la Franciacorta presenta un paesaggio caratterizzato da scorci mozzafiato fatto da pittoreschi borghi e suggestive colline cosparse di vigneti, che col tempo hanno sostituito l’originario bosco.

 

A pochi minuti da Bergamo, sulla strada che la collega con il lago d’Iseo, si trova la cappella Suardi, piccolo oratorio interamente affrescato da Lorenzo Lotto fra il 1523 e il 1524. L’impresa venne commissionata al pittore che nel 1513 era giunto a Bergamo per realizzare la magnifica pala Martinengo, e che si era trattenuto in città grazie alle numerose commissioni pubbliche e private ricevute in seguito

 

La popolarità del pittore divenne tale da valergli anche l’incarico di affrescare le pareti di questa piccola cappella. L’oratorio, costruito intorno al 1502 era dedicato a Brigida d’Irlanda, protettrice della campagna dal cattivo tempo, e a Barbara, soccorritrice dai fulmini e dalla morte improvvisa. L’intitolazione della cappella si spiega con l’idea, assai diffusa all’inizio del Cinquecento, che un grande diluvio avrebbe devastato l’Europa nel 1524. Il diffuso senso di panico e di rovina, generato da questa idea, fu esasperato anche dal diffondersi della protesta luterana, da alcuni interpretata come avvento dell’anticristo e distruzione della fede cristiana. Lorenzo Lotto affrescò il soffitto a capanna e le tre pareti della cappella: lungo le due pareti laterali con le storie di Barbara e Brigida e nella parete di fondo con gli episodi della vita delle sante Caterina e Maddalena. Sul soffitto immaginò un pergolato su cui arrampicano i tralci di vite, mentre numerosi putti si adoperano nella vendemmia dei grappoli.

Per volere della sua gente, che continua a considerarlo luogo in cui abitare, il lago di Iseo è rimasto ai margini delle grandi rotte turistiche. Lo si capisce subito quando si percorrono le vie dei suoi borghi, prive di negozi per turisti, ma animate da un ritmo sincero, quello fatto di incontri quotidiani, della spesa nella piazza del mercato, del bicchiere di bianco prima della cena e delle piccole osterie. Di origine glaciale, confina a sud con la Riserva Naturale Torbiere del Sebino e a nord con la Riserva della biosfera UNESCO della Valle Camonica.  Sesto per estensione tra i laghi italiani, immerso in una natura a tratti ancora incontaminata, è circondato a nord da cime imbiancate e da alture verdeggianti, complici l’abbondanza di acqua piovana e il passaggio del Fiume Oglio, e a sud, a causa del clima più mite, da territori caratterizzati dalla flora mediterranea, di cui l’ulivo è il simbolo. Abitato già in età antichissima, la zona assunse una grande importanza in epoca romana con la creazione delle terme a Predore e a Clusane.

A sud del lago d’Iseo si sviluppa il territorio della Franciacorta, terra rigogliosa dalla configurazione collinare, caratterizzata da splendidi borghi, dimore storiche e vigneti dove la presenza dell’uomo si coniuga con il paesaggio naturale. Sempre nella parte meridionale del lago si trova Iseo, la località più importante del lago, oltre che per i monumenti storici anche per il suo centro storico che conserva un aspetto medievale così speciale da conquistare qualsiasi visitatore.

La cantina Berlucchi è uno dei grandi simboli dell’eccellenza italiana nel mondo. Spinto dal desiderio di creare una bollicina “alla maniera dei francesi” Guido Berlucchi nel 1961 creò il primo Pinot di Franciacorta, capostipite di tutti gli spumanti Franciacorta. Il grande successo indusse altri produttori, nel corso degli anni, a intraprendere la stessa strada trasformando il territorio in quello che per noi oggi rappresenta la culla del Metodo Classico italiano. Oggi le cantine Berlucchi possiedono 85 ettari di vigneti di proprietà e ne gestiscono altri 450, per un totale che supera abbondantemente i 500 ettari, ma il vero orgoglio della famiglia è costituito dalle vaste cave sotterranee e, soprattutto, dalla cantina seicentesca scavata a 10 metri sotto il livello del suolo, ambiente ideale per l’affinamento.

 

Aperta al pubblico il 5 febbraio 2020, all’interno della Casa Museo Paolo e Carolina Zani i visitatori sono accompagnati in un percorso guidato per scoprire sculture, dipinti, arredi e oggetti d’arte applicata. Tra le oltre 1200 opere della raccolta spiccano dipinti di Canaletto, Tiepolo, Guardi, Longhi, Boucher disposti nelle stanze impreziosite da arredi settecenteschi, principalmente francesi e veneziani, e da straordinari oggetti d’arte applicata, lacche giapponesi, porcellane cinesi, coralli trapanesi che testimoniano il gusto per il bello. Un rigoglioso giardino di oltre 2000 metri quadrati è il naturale completamento della collezione e si snoda tra sculture, fontane ed elementi architettonici in dialogo con la natura. Un angolo di mondo in cui si scorgono culture distanti come quelle rappresentate dai papiri egiziani, dai cedri del Libano, dalla Sophora del Giappone, dal Ginepro cinese, dall’accurata selezione di Agavi e da una scenografica serie di macro Bonsai. Tra specie arboree rare si snodano i vialetti che conducono a un suggestivo ninfeo con putti e giochi d’acqua.
Qui si specchia, con la sua leggerezza, una singolare collezione di ninfee e piante acquatiche, animate da coloratissime carpe giapponesi. Un percorso che celebra la visione della casa come metafora di uno spazio dell’anima in cui si proteggono i tesori, si custodisce il sapere, si coltiva la bellezza e, soprattutto, si abita l’arte.

Durante l’escursione, pranzo presso il Ristorante Bella Iseo. Rientro a Bergamo nel tardo pomeriggio e tempo libero- Cena libera e pernottamento in hotel

Il programma delle giornate: sabato 9 settembre 2023

Prima colazione in Hotel e incontro con la guida per la visita di Bergamo Alta a bordo di TukTuk

Circondato da possenti mura, risalenti al periodo in cui la città era sotto il domino veneziano, il centro storico di Bergamo Alta presenta una struttura medievale giunta ai nostri giorni pressoché inalterata: strade strette e tortuose, magnifiche chiese e palazzi storici. Cuore della città alta è la Piazza Vecchia definita da Le Corbusier “la piazza più bella d’Europa”, di cui “non si può più toccare neppure una pietra”. Sulla piazza si affacciano alcuni dei palazzi rinascimentali più belli di Bergamo: il Palazzo della Ragione, il più antico palazzo comunale italiano, il Campanone, antica torre ghibellina e oggi torre civica, e il Palazzo Nuovo, progettato da Vincenzo Scamozzi, il più importante allievo del Palladio, oggi sede di una delle più importanti biblioteche italiane

Al centro della piazza domina la bellissima fontana Contarini del 1780. Poco distante è la Piazza del Duomo, che ospita la basilica di Santa Maria Maggiore, le cui severe linee romaniche esterne contrastano con l’esplosione barocca che si scopre entrando. Oltre alle spoglie di Donizetti, la basilica custodisce nel coro “le tarsie lignee” eseguite tra il 1522 e il 1555 su disegno di Lorenzo Lotto. Altri edifici simbolo della piazza sono la quattrocentesca cappella Colleoni, uno degli edifici più significativi del Rinascimento lombardo e il battistero.

Il palazzo edificato dagli stessi Moroni tra il 1636 ed il 1666 si trova nel cuore della Città Alta. La facciata lungo la via di Porta Dipinta si presenta assai estesa e sobria, in netto contrasto con l’impronta barocca data da G. Barbelli, autore degli affreschi che decorano la maggior parte delle sale e dai cui soggetti le stesse prendono il nome: sala dell’Età dell’Oro, dei Giganti, dell’Apoteosi d’Ercole ed infine della Gerusalemme Liberata. Nel 1800 tutto il piano nobile subì ammodernamenti, nonché una radicale trasformazione di alcune sale con tappezzerie, affreschi e decori che ben mostrano il gusto e lo stile di vita del XIX secolo. La dimora, diventata nel 2009 Fondazione museale, ha mantenuto la sua peculiarità di casa abitata e si presenta di conseguenza completamente arredata. La sua eccellenza è senza dubbio da ascrivere alla collezione di pittura, soprattutto lombarda, tra cui spiccano capolavori di G. B. Moroni, Bernardino Luini, Giambettino Cignaroli e Cesare Tallone. Un vasto giardino terrazzato si estende a sorpresa partendo dalla balconata interna ed include una torre medioevale.

Fondata nel VIII secolo dai longobardi e nominata già nel X secolo Puteo Albo cioè del Pozzo Bianco, forse per la presenza di un pozzo di marmo bianco, la chiesa di San Michele al Pozzo bianco fu radicalmente trasformata nel XII-XIII secolo e poi di nuovo nel XV secolo. All’interno, la chiesa si compone di una navata unica con copertura con travi a vista sostenute da arconi ogivali, rivestiti, al pari delle pareti, da affreschi del 1440 e altri più antichi, di gusto bizantineggiante. La cappella a sinistra è la più famosa grazie ai dipinti di Lorenzo Lotto, che viveva nelle vicinanze. La chiesa possiede anche una cripta a tre vani, la più antica della bergamasca, con affreschi databili a partire dal XIII secolo.

Durante la visita pranzo presso la Trattoria Sant’Ambroeus. Rientro in hotel previsto per il tardo pomeriggio e tempo libero

Ore 20.30: concerto dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretto da Riccardo Muti

Pernottamento in hotel

Il programma delle giornate: domenica 10 settembre 2023

Prima colazione in hotel e check out
Ritrovo con la guida per la visita del villaggio operaio di Crespi d’Adda, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Crespi d’Adda è uno straordinario esempio di “città aziendale”, un fenomeno che si è sviluppato in Europa e Nord America tra il XIX e l’inizio del XX secolo, espressione della filosofia prevalente di industriali illuminati nei confronti dei loro dipendenti. Il villaggio fu fondato da Cristoforo Benigno Crespi per ospitare gli operai della sua fabbrica tessile e la sua configurazione finale fu sviluppata dal figlio di Cristoforo, Silvio Benigno Crespi, che aveva studiato il funzionamento dei cotonifici tedeschi e inglesi. Silvio creò una città allo scopo di fornire abitazioni confortevoli e servizi per poter usufruire di una manodopera stabile e prevenire il conflitto industriale. La città restò di proprietà di una sola famiglia fino agli anni ’70 quando numerosi edifici, in particolare case, vennero vendute a privati. Completata alla fine degli anni ’20, la città offriva ai dipendenti un elevato standard di vita grazie ad abitazioni multi-familiari (ognuna con un giardino) e servizi comunitari molto avanzati per l’epoca.
L’intero villaggio era disposto secondo una forma geometricamente regolare: le fabbriche e gli uffici erano situati su un lato della strada principale, corrispondente all’argine sinistro del fiume Adda, mentre il villaggio si trovava sul lato opposto della strada e seguiva una griglia rettangolare di strade su tre linee. Le case si differenziavano le une dalle altre per lo stile, il che contribuiva a offrire una piacevole varietà di paesaggi urbani, legata al ruolo che i suoi occupanti ricoprivano originariamente all’interno della fabbrica. Gli operai beneficiavano di altri servizi oltre all’abitazione, tra cui servizi igienici e lavanderie pubblici, una clinica, una cooperativa di consumatori, una scuola, una chiesa, un piccolo teatro, un centro sportivo, una casa per il prete locale e una per il dottore, una stazione idroelettrica che forniva gratuitamente elettricità e altri servizi comuni. A distinguersi dalla trama regolare del borgo, la villa padronale dei signori Crespi, simile a un imponente castello medioevale, simbolo del potere della famiglia. Particolarmente suggestivo è inoltre il cimitero, al cui interno si può ammirare una sorta di piramide a gradoni, la cappella funebre della famiglia Crespi, che si erge possente sulle tombe dei dipendenti, piccole lapidi poste in ordine nel prato, simboleggianti un grande abbraccio.

Rientro in hotel previsto verso le 13.00 – Fine del viaggio e partenze individuali

Per informazioni

Il Sipario Musicale

Via Molino delle Armi 11 – 20123 Milano. Tel. +39 02 5834941 Fax. +39 02 58349430

info@ilsipariomusicale.com  –  www.ilsipariomusicale.com

redazione grey-panthers:
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