Torri d’avvistamento e panorami superbi
L’isola gode di una difesa naturale, il suo territorio difficile. Fin dall’antichità il bisogno di sicurezza era un aspetto che interessava la vita di ogni singola persona e probabilmente in maniera maggiore rispetto ai giorni nostri.
Le prime tracce abitative risalgono all’Età del Ferro, epoca in cui nel Mediterraneo sorsero i primi insediamenti fortificati. Divenne in seguito base militare etrusca, e sotto l’egemonia dei Romani ebbe un’importanza strategica nel Mar Tirreno. Dal XIII al XV secolo passò dal dominio della nobile famiglia degli Aldobrandeschi a quello Pisano; è questo il periodo che vede sorgere la maggior parte delle opere difensive. Durante il Rinascimento si procedette con l’ampliamento di queste strutture e con l’esecuzione di interventi di recupero, quando il controllo del Giglio passò ai Medici.
Divenne uno degli avamposti del Granducato di Toscana e dopo il famoso saccheggio del Barbarossa (1544), la famiglia medicea ripopolò l’isola con contadini di ceppo senese: per invogliarli a rimanere i granduchi furono molto prodighi, regalarono terreni, grano e fecero scavare pozzi.
Vi sono poi la Torre del Campese e la Torre del Lazzaretto. La prima delimita a nord la lunga spiaggia che porta il suo nome e il piccolo porto del Campese. Datata alla metà del Cinquecento, fu voluta dai Medici con lo scopo di difendere la costa occidentale da incursioni piratesche. Oggi è diventata un’esclusiva residenza privata.
L’ultima è posta su un promontorio a picco sul mare; voluta anch’essa da Cosimo I de’ Medici sul finire del XVI secolo, aveva invece la funzione di difendere la costa orientale, e successivamente fu trasformata in lazzaretto dove mettere in quarantena le persone che arrivavano da zone a rischio di epidemie.
Gli edifici turriformi costieri e la cinta muraria di Castello sono tutte strutture difensive che per la loro posizione strategica sono anche dei punti panoramici, in quanto ubicati in modo tale da avere una perfetta visibilità circostante.
Vi è inoltre la presenza di alcuni fari, anch’essi collocati in punti cruciali.
Ci riferiamo al Faro di Punta del Capel Rosso, a picco su una scogliera, il tragitto verso il quale incontra il punto più alto dell’isola, con una vista meravigliosa su tutto l’Arcipelago, e alla Punta del Fenaio, sull’estremità settentrionale dell’isola, dove si trova un antico faro in disuso, ora in vendita.
Le spiagge da non perdere: la caletta dell’Allume e altre
I turisti che si recano al Giglio sono soprattutto appassionati di mare; e come dar loro torto? Il perimetro costiero è prevalentemente roccioso, con l’eccezione di alcune cale naturali, dove si aprono la spiaggia del Campese e le tre altre spiagge minori situate sul versante orientale dell’isola: Arenella, Cannelle e Caldane.
Le spiagge sono nell’ordine di grandezza: Campese, che sorge in un golfo caratterizzato dal colore rossastro della sabbia; orientato ad ovest, gode di uno stupendo panorama alle luci del tramonto.
Per chi ama un mare più privato e solitario, per la balneazione non c’è che l’imbarazzo della scelta tra la spiaggia libera e gli scogli di granito. Per chi invece ama le comodità troverà stabilimenti balneari e molti bar.
Le Cannelle sono raggiungibili via terra con una passeggiata di circa venti minuti dal porticciolo (due chilometri a sud del porto). Una soffice sabbia bianca e un basso fondale marino ne fanno un paradiso per i più piccoli… Ci sono bar, stabilimenti balneari e spiaggia libera.
L’Arenella si trova a cinque chilometri a nord del Porto. La spiaggia è piccola e poco frequentata e la sabbia ha un colore dorato. Racchiusa tra una scogliera e la vegetazione mediterranea, da qui si può vedere la vicina Torre del Lazzaretto, che sovrasta un’omonima cala davvero coreografica.
Ed infine arriviamo alle Caldane, raggiungibili solo a piedi. La passeggiata è davvero incantevole (circa venti minuti oltre le Cannelle), si percorre un sentiero non troppo impegnativo, ma a picco sul mare e quindi non molto consigliato in presenza di bambini.
Si tratta di una caletta meravigliosa con sabbia finissima chiara e non è mai troppo affollata; sicuramente è la spiaggia più selvaggia ed isolata, tanto che non c’è neppure servizio bar. La spiaggia libera è a disposizione di tutti, inoltre si possono affittare sdraio ed ombrelloni.
Un indirizzo speciale: la caletta dell’Allume (nelle vicinanze vi era un particolare minerale, l’allume di rocca), poco distante dalla frazione di Giglio Campese.
Dalla baia di Campese un sentiero si inoltra in una boscaglia per aprirsi all’improvviso, dopo una breve salita, in un anfiteatro calcareo, simile al paesaggio lunare; dall’apice della scogliera si può scendere al mare con una scalinata vertiginosa. La meta una cala rocciosa a forma di cuore, tra lo Scoglio Nero e la rupe della Penna, un approdo al riparo dai marosi e dalle orde di turisti.
Una buona alternativa per arrivare dal Porto nelle spiagge o insenature vicine sono i barcaioli (servizio taxi-boat tra una spiaggia e l’altra; giro dell’isola; noleggio barche: per informazioni su questo servizio clicca qui).
Paradiso per subacquei
Il mare che lambisce l’isola è tra i più limpidi d’Italia, persino il porto ha acque cristalline. Queste acque, anche se non vi è un vincolo di tutela, rientrano nel più grande parco marino d’Europa, quello del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che è composto dalle sette isole maggiori (Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona) e da isolotti minori. Legambiente ha premiato nel 2005 l’isola del Giglio conferendole il 4° posto nazionale per le migliori località balneari.
La straordinaria trasparenza dell’acqua, popolata da svariate forme di vita, la presenza di relitti e la grande varietà di habitat, sono il richiamo per una moltitudine di subacquei. I centri per le immersioni subacquee sono numerosi e per tutti i livelli, si trovano sia a Giglio Porto (International Diving) che a Campese. I centri sono disponibili anche ad escursioni di snorkeling. I migliori posti d’immersione sono soprattutto nella costa occidentale (più rocciosa e quindi più interessante da vedere), si tratta di almeno 13 punti, alcuni adatti a chi ha esperienza, altri invece anche per i neofiti.
I punti che segnaliamo di seguito si intendono dislocati lungo tutta la costa, e sono: Tralicci; Secca dei Pignocchi (Secca I); Secca delle Secchi (Secca II); Punta del Fenaio; Cala Monella; Punta del Morto; Secca della Croce (Secca IV); Cala Cupa; Le Scole; Secca Zampa di Gatto; Scoglio di Pietrabona; Cala del Corvo; Cala dell’Allume.
La pesca può essere praticata liberamente in tutte le sue tipologie (pesca sportiva, pesca dalla barca, pesca in deriva e pesca subacquea).
Meta di viaggiatori sensibili all’ambiente e degli amanti della vela, lontana dalla vita di società e dal traffico (non si possono introdurre automobili), grazie al parco marino protetto è considerata un paradiso del sea-watching.
Camminando sulle sue spettacolari scogliere, il silenzio è rotto solamente dal sibilo del vento e dal frastuono delle onde che si spezzano sulle rocce.
Vanta il più bel sito archeologico dell’Arcipelago toscano: la villa romana dei Domizi Enobarbi (II secolo d.C.), in località Cala Maestra, di cui sono rimaste colonne con capitelli, marmi e mosaici pregiati.
Sulla piccola isola di Giannutri, che misura appena 2,6 Kmq, si arriva dal Giglio (da cui dista 15 Km) oppure da porto Santo Stefano (in estate tutti i giorni, nelle altre stagioni solo il sabato e la domenica), solitamente con escursioni giornaliere e mini crociere. Ci sono poche decine di appartamenti, anche in affitto, un bar, un ristorante ed un negozio, e si sta aprendo anche ad un turismo stanziale; recentemente è stato avviato anche il primo resort dell’isola: Le Dimore di Mimmina, una villa con quattro appartamenti indipendenti in affitto.
L’inconfondibile forma di mezzaluna dell’isola è di ottimo auspicio per una vacanza da sogno…