L’India meridionale si presenta come un enorme triangolo rovesciato, incuneato con la punta nell’oceano a separare i due grandi golfi indiani, il Mare arabico ad ovest e il Golfo del Bengala ad est, e si divide in due diversi stati, Tamil Nadu ad oriente e Kerala ad occidente, due territori che da tutti i punti di vista hanno poco in comune con il resto del paese. Il Tamil Nadu, grande meno della metà dell’Italia ma con uguale popolazione, presenta ampie pianure agricole costiere e nell’interno colline e montagne ricoperte da rigogliose foreste di ebano e teak abitate da tigri, elefanti, bufali e scimmie, nonché da popolazioni tribali negroidi semiselvagge, entrambe alimentate dalle intense piogge monsoniche. Rappresenta il centro della cultura dravidica, dominante nel sud induista, che è riuscito a preservare anche militarmente dalle contaminazioni da parte di arii e musulmani nonostante le storiche separazioni in una miriade di regni fino al dominio inglese, mantenendo intatte la lingua tamil con la relativa ricca letteratura, le antiche tradizioni con il diffuso vegetarismo, la struttura sociale rigidamente ripartita in caste e le arti, compresa una delle più raffinate forme di danza rituale, il Barata Natyam. Nonostante sulle sue coste si siano sempre svolti intensi scambi commerciali con oriente e occidente, vi predomina tuttavia un accentuato nazionalismo e un radicato conservatorismo. Originale l’architettura religiosa, caratterizzata da imponenti templi piramidali policromi dai ripidi gradini, vere labirintiche cittadelle con sale dalle mille colonne e torri svettanti, pullulanti di pellegrini, monaci e mendicanti. Da noi noto soprattutto per la medicina ayurvedica, il Kerala si presenta come una striscia di terra lunga 555 km e larga al massimo 120, con una costa bassa e sabbiosa affacciata sul mar Arabico e un rilievo montuoso alle spalle a separarlo dai confinanti stati del Karnataka e del Tamil Nadu e a farne una barriera invalicabile per i monsoni. Pur essendo uno degli stati indiani più piccoli, i villaggi di pescatori lungo la costa ne fanno uno dei maggiori agglomerati urbani, con densità anche superiore ai mille abitanti per kmq.
Un possibile itinerario tra i due stati meridionali parte da Madras, megalopoli portuale sul Bengala dove morì l’apostolo Tommaso, visitata da Marco Polo e prima sede della Compagnia delle Indie nel 1640, e prosegue con la visita di una serie di spettacolari cittadelle religiose con enormi templi: Kanchipuram, una delle sette città sante dell’induismo e capitale di antichi regni, Mahabalipuram (sito Unesco), porto dell’espansione commerciale e culturale indiana nel sudest asiatico, ospita pregevoli rocce scolpite, Chnidambaram e Tanjore, epicentri dello shivaismo, Trichy con un’arroccata fortezza cinquecentesca su uno sperone di roccia, Madurai, capitale della cultura tamil e sede di uno dei maggiori templi indiani dedicati a Shiva, vero delirio scultoreo. Per passare in Kerala si toccano la montuosa Periyar, dove visitare una grande riserva che protegge elefanti, tigri e bisonti, e le odorose piantagioni di spezie, e poi Kumarakom, santuario di uccelli stanziali e migratori ( cormorani, anatre, aironi e cicogne), prima di approdare nelle Backwaters che verranno esplorate sulle case galleggianti. Ultima tappa Cochin, antico emporio portoghese e olandese pervaso dai profumi di spezie, dove assistere ad una delle espressioni artistiche più originali dell’India, le danze Kathakali.
L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” , specialista sull’India, propone un itinerario di 12 giorni alla scoperta di Tamil Nadu e Kerala. Partenze individuali settimanali con guide locali di lingua italiana e di gruppo il 22 febbraio 2015 con voli di linea Air India da Milano (e altri aeroporti), confortevoli pernottamenti con pensione completa in hotel, resort e house boat, quote da 1.750 euro in doppia