Teatro Quirino
“La signora delle camelie” – dal 27 febbraio all’11 marzo
da Alexander Dumas figlio – con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo, Silvia Siravo, Carlo Greco – adattamento, scene e regia Matteo Tarasco
Margherita Gautier è la più bella cortigiana della città conosciuta come ‘la signora delle camelie’. Questi sono i fiori che lei teneva con sé quando si recava a teatro. Il personaggio è ispirato a Marie Duplessis, celebre cortigiana parigina divenuta contessa di Perrégaux. Il romanzo di Dumas Fils è un viaggio nel profondo dell’animo umano, dove le contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un’immagine del mondo vividamente controversa. Mettere in scena “La signora delle camelie”, capolavoro della letteratura francese dell’Ottocento, che alla sua prima apparizione sconvolse l’immaginario collettivo, è un tentativo di riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che dicono e spiegano, ma non insegnano il senso.
“La signora delle camelie” è una storia cupa e disperata, che oscilla pericolosamente nell’incerto territorio in cui danzano avvinghiati Eros e Thanatos. È una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti. Attraverso l’azione drammatica del cerchio fatale della Nemesi, che avvinghia ineludibilmente i personaggi della storia, s’intravede un altro indissolubile legame, quello economico, che costringe i personaggi a condividere un unico spazio vitale. Davanti al minimo segno di benessere materiale, l’essere umano è pronto a tutto, in questo mondo il denaro trasforma la fedeltà in infedeltà, l’amore in odio, la virtù in vizio, il vizio in virtù, il servo in padrone, l’insensatezza in giudizio e il giudizio in insensatezza. Poiché il denaro, in quanto valore astratto, mescola e scambia tutte le cose, il denaro è in generale una mescolanza.
In questa storia ci sono soltanto colpevoli e ognuno porta con sé la propria condanna, in un mondo che costringe le persone a rapporti mostruosi e selvaggi, li condanna a vivere nel circolo vizioso di viltà e vigliaccheria. Bestie umane si agitano sulla scena del mondo borghese. Il sentimento stilistico della regia incarnerà l’infausta fissità delle maschere tragiche e la minuta quotidianità della vita quotidiana di tardo ottocento. Questo conflitto tra grandiose passioni e l’implacabilità del destino deve essere mostrato con la chiarezza e la severità compositiva di una fotografia ingiallita di Eugène Atget; con la radicalità espressionista di un autoritratto di Edward Munch; con la tendenza all’unità emozionale di un’opera di Verdi. La storia va immersa nell’atmosfera stantia e decadente del tetro locale notturno ove esercita come anima morta, Margherita, un regno di tenebra, dove raramente filtra un raggio di sole.
“Sono tutti ciechi, perché non sanno amare”.
Orari: da martedì a sabato ore 21 – domenica ore 17
Prezzi: platea intero 34 euro, ridotto (over 65) 31 euro
Informazioni: botteghino 06.6794585, biglietteria@teatroquirino.it