Al Teatro Quirino per “La Locandiera” di Goldoni di Attilio A. Romita

Nella prefazione alla commedia Goldoni stesso dichiara: “Fra tutte le Commedie da me sinora composte, starei per dire essere questa la più morale, la più utile, la più istruttiva. Sembrerà ciò essere un paradosso a chi soltanto vorrà fermarsi a considerare il carattere della Locandiera, e dirà anzi non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di questa…………”

Ripensavo a queste parole dopo aver visto l’odierna messa in scena della Locandiera al Quirino di Roma. Nella tradizione scolastica, modo aulico per dire ai miei giorni liceali, la Locandiera era una commedia allegra e Mirandolina una scanzonata incantatrice di nobili da operetta. La Mirandolina di oggi è una donna moderna, scanzonata si, ma anche disincantata dispensatrice di qualche pallido sorriso per ……non scontentare i clienti della sua locanda.

Ritornando alle parole di Goldoni “…..Mirandolina fa altrui vedere come s’innamorano gli uomini…….”  E quindi accetta la sfida, quasi sportiva, di sconfiggere chi, come il Cavaliere di Ripafratta, delle donne si dice nemico perché conoscitore delle loro trame e tradimenti. Ma il gioco va oltre le intenzioni. Il Cavaliere cade nella rete di Mirandolina che resta interdetta quando l’uomo va fuori di testa e, insultandola, scappa via.

Gli altri due coprotagonisti, un nobile decaduto Marchese di Forlimpopoli ed il conte parvenu di Albafiorita, dopo la sfuriata del Conte, capiscono quanto sono vani il loro progetti e, dopo esser sati completamente irretiti, sconfitti abbandonano il campo. A Mirandolina non resta il destino che da sempre si era scelto: essere una donna fiera, fortemente indipendente che tiene scarsamente in conto i dolore altrui. Forse sposerà il fedele Fabrizio, servitore da sempre, ma resterà sempre la padrona dellla Locanda.

Nancy Brilli con questa commedia torna alle scene ed alle tournèe teatrali quando “….poi mio figlio è cresciuto e comunque i miei pensieri non ne potevano più di starsene acquattati sotto le necessità, urgevano sottopelle, chiedevano aria”. E la boccata d’aria è stata questa Locandiera con la quale, almeno sulla scena, sembra perfettamente in sintonia.

Gli altri interpreti sono (in ordine alfabetico) Fabio Bussotti, Giuseppe Marini  Maximilian Nisi con Fabio Fusco ed  Andrea Paolottii. Regia ed adattamento di  Giuseppe Marini. Le scene di Alessandro Chiti sono delle speci di armadioni girevoli con effetto quinta, molto funzionali. I costumi, fantasiosi e forse un po’ sopra le righe di  Nicoletta Ercole. Molti applausi anche a scena aperta  per una piacevole serata di inizio inverno. Lo spettacolo è arrivato a Roma dopo una lunga tournèè italiana e si replica al Quirino sino al primo di Dicembre 2013.

 

redazione grey-panthers:
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