Da martedì 7 a domenica 19 dicembre- al Teatro Quirino di Roma
il Teatro Stabile di Bolzano -Paolo Bonacelli Patrizia Milani Carlo Simoni -presenta
IL MALATO IMMAGINARIO di Molière
e con Xenia Bevitori, Gaia Insegna, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini
traduzione Angelo Dallagiacoma- scene Gisbert Jaekel- costumi Roberto Banci- luci Giovancosimo De Vittorio- regia Marco Bernardi
Il malato immaginario è uno dei capolavori di Molière accanto al Tartufo e al Misantropo. Una commedia, l’ultima scritta dal grande uomo di teatro francese, che rivela una straordinaria ricchezza: è una farsa all’antica colma di eccellenti spunti comici da cui trapela allo stesso tempo la visione del mondo disillusa e disincantata di un Molière che aveva smarrito, al termine della sua esistenza, la fiducia in se stesso e nei suoi simili.
Padre di una bella figlia, marito di una donna avida e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, salassatori e ciarlatani, Argante è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé, ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite: morì infatti venerdì 17 febbraio 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Per questo, ancora oggi , Il malato immaginario è un testo che rimane circonfuso da un alone di “sacralità teatrale”, con il quale si sono misurati registi e attori importanti come De Lullo con Romolo Valli, la Shammah con Franco Parenti e Lasalle con Giulio Bosetti.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano è Paolo Bonacelli a vestire i panni dell’ipocondriaco Argante, affiancato da Patrizia Milani e Carlo Simoni. Questa nuova versione de Il malato immaginario, approfondisce il carattere duplice della commedia, in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa, è intrisa di riflessioni amare sulla condizione umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è, secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato, dall’altro la particolare percezione del testo, insanguinato dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla luce della sua biografia”.
“Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi.” afferma Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Il malato immaginario per lo Stabile di Bolzano, dopo essere stato protagonista venticinque anni fa dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Un uomo solo, non a causa della sua malattia, ma che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière.”
Il malato immaginario è senza dubbio lo straordinario testamento di Molière; ce lo lascia da par suo, con gli intrighi di sempre, naufragato nella beffa e nel riso, nel gioco di prestigio tra realtà e finzione, o meglio tra finzione e finzione della finzione, che è l’amara filosofia di tutto il suo teatro.
ORARI
dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 9 dicembre, mercoledì 15 e sabato 18 dicembre ore 16.45
tutte le domeniche ore 16.45
Come è ormai abitudine, per gli amici grey-panthers ci saranno due biglietti gratuiti la sera della Prima rappresentazione; chi vuole ottenere l’invito, devo indicare qui di seguito la sua disponibilità e sarà contattato con le indicazioni per procedere.
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Se sono in tempo, mi farebbe vedere questa ultima messa in scena di una antica tragicommedia.
Se è possibile vorrei andarci martedi 7 o mercoledi 8 dicembre.
Grazie.
Al Teatro Quirino di Roma per la prima del “Malato Immaginario”.
8 dicembre 2010.
Ieri sera sono stato alla prima romana de “Il Malato Immaginario” di Moliere presentato, al Teatro Quirino, dalla Compagnia del Teatro Stabile di Milano.
Il Malato Immaginario è l’ultima commedia scritta da Moliere ed insieme a L’Avaro ed al Misantropo può essere immaginata come una trilogia che descrive tre aspetti dello stesso personaggio: un anziano signore che “non vive” nella fissazione del suo stato fisico e mentale.
Il Malato Immaginario non portò fortuna all’autore perché al termine della sua rappresentazione l’autore, a soli 51 anni, morì in scena.
La trama della commedia, anche nel 1673 quando fu scritta, è disegnata attorno alle caratteristiche dei personaggi: un protagonista anziano, in questo caso ipocondriaco, una servetta sveglia e brava, una figlia da marito, un pretendente giovane e bello, una moglie infingarda ed un possibile marito scelto egoisticamente dal protagonista. Di contorno medici e faccendieri che mirano al capitale del protagonista.
Detta così l’opera sembrerebbe una banale riedizione di un vecchio copione, ma non è così.
La commedia fu scritta in un periodo di forte transizione per la cultura medica ed irride pesantemente quei vecchi “medici” che, essendo legati a leggende senza fondamento, si arricchivano ordinando salassi e clisteri buoni soltanto per deprimere ulteriormente lo stato di una persona. Nel nostro caso è sufficiente che una servetta intrigante, travestita da dottore, estremizzi i concetti e le cure per far rinsavire il Malato Immaginario e condurci verso il lieto fine.
In queste commedie importante è l’interpretazione del protagonista, in questa messa in scena la fa da padrone Paolo Bonacelli, un Argante in scena letteralmente dal principio alla fine. I toni ed i ritmi della sua recitazione sono perfettamente adeguati al personaggio che, in termini moderni, potremmo definire un uomo in preda ad una pesante depressione psicologica che trova qualche sprazzo di felicità solo quando una clistere viene seguito da una …buona evacuazione.
Attorno a Bonacelli ci sono Patrizia Milani, la servetta quasi una comprimaria, Giovanna Rossi la moglie, Gaia Insegna e Massimo Nicolini, la figlia ed il pretendente bello. Un simpatico cammeo è disegnato da Roberto Tesconi, il medico infuriato perché il malato, in fase di rinsavimento, ha rifiutato l’ennesimo megaclistere portato in scena dal cerusico Maurizio Ranieri.
Libero Sansavini e Fabrizio Martorelli, padre e figlio medici, vorrebbero approfittare della situazione tentando di imparentarsi con Argante che sarebbe felice di avere un medico in casa cui non pagare le ricette.
Carlo Simoni, il fratello saggio di Argante, ha il duro compito di tentare di far ragionare una persona che ha rinunciato a pensare altre cose oltre i clisteri.
Come solo accade nelle commedie del bel tempo antico, il lieto fine è d’obbligo ed i buoni vincono.
Non sappiamo se Argante, Malato Immaginario, guarisce: Jean Baptiste Poquelin detto Moliere, muore in scena proprio mentre si chiude il sipario di quella prima rappresentazione nel 1673.
Tanti applausi a scena aperta ed in chiusura dello spettacolo da parte del pubblico che riempiva completamente il Teatro Quirino. Si replica sino al 19 dicembre.
Caro Attilio, ci sembra che lo spettacolo ti sia proprio piaciuto! vp