Al Teatro Quirino di Roma per “Il Discorso del Re” diretto da Luca Barbareschi. 22 novembre 2011. Ieri sera sono stato al Teatro Quirino di Roma dove si replicava con successo “Il Discorso del Re” di David Seidler diretto ed interpretato da Luca Barbareschi con Filippo Dini.
Quest’opera ha avuto una certa diffusione recentemente quando il film dallo stesso titolo ha vinto ben quattro OSCAR.
La definizione di questa opera teatrale potrebbe essere dramma umano e storico con lieto fine. Tutti i fatti che fanno da sottofondo e trama della storia sono veri, documentati e si svolgono poco più di 70 anni fa in Inghilterra.
Alla morte di Giorgio V, nel 1936, il principe di Galles sale al trono come re Edoardo VIII. La condotta del nuovo Re alimenta, però, grandi riserve: egli è intenzionato a sposare Wallis Simpson, un’americana già due volte divorziata. Dopo un solo anno il Re abdica a favore del fratello Albert, Bertie, che sale al trono con il nome di Giorgio VI.
La storia, quella vera, ci tramanda di un handicap del quale soffriva il Re Giorgio: la balbuzie. Questa grave malattia, nel caso di Albert duca di York, si dimostrò, per sua fortuna, solo di origine psicologica e il fortunato incontro con un efficiente logopedista praticone fu risolutivo in un momento tragico per la storia del mondo, la seconda guerra mondiale, e per la Monarchia Inglese. Questo il contorno storico.
In teatro la figura del Medico, “dott.” Lionel Logue è interpretata da Luca Barbareschi che molto bene caratterizza questo australiano arrivato in Inghilterra con il sogno di fare, con scarso successo, l’attore e che si adatta a fare, con gran successo, “il medico” dei balbuzienti.
Il duca di York, futuro Giorgio VI, è interpretato da Filippo Dini che ci fa quasi vivere tutta la transizione da pavido balbuziente a Re a tutto tondo che, con un memorabile discorso, chiama a raccolta tutto il suo popolo per la guerra contro il fortissimo Fuhrer che aveva iniziato, vittoriosamente, la sua invasione dell’Europa.
Bella prova di attori dei protagonisti: Barbareschi che alterna le vesti del suddito fedele, a cinque passi dal principe, e del medico efficiente “Mia la partita, mio il campo, mie le regole”; Dini, perché recitare balbettando, per un attore, è un notevole sforzo che a lui riesce perfettamente.
Lo scontro tra i due protagonisti si trasforma rapidamente in incontro, collaborazione ed amicizia e, forse, la cura della malattia psicologica, retaggio di una infanzia ed adolescenza in un ambiente ostile, ha successo proprio per l’empatia che nasce tra Re e medico amico.
Ci sono inoltre Ruggero Cara, Chiara Claudi, Roberto Mantovani, Astrid Meloni, Giancarlo Previati e Mauro Santopietro che interpretano i vari personaggi, tutti storici, che con bravura fanno ala ai protagonisti.
Bella la messa in scena con quinte mobile e pannelli rotanti: con pochi tratti era sempre evidente l’ambiente di ciascuna specifica scena.
Lunghi battimani di una sala piena hanno coronato la fatica degli attori.
Notizie di dettaglio in http://www.teatroquirino.it/it/stagione/stagione-2012-2013/il-discorso-del-re.html
Si replica al Quirino di Roma sino al 2 dicembre per poi proseguire in Italia secondo un fitto calendario i cui dettagli possono essere trovati in rete con la chiave di ricerca “Il Discorso del Re” Barbareschi Dini seguito dal nome della città che interessa.
Buon divertimento. Attilio A. Romita