Lo slancio vitale e la forza contro la grazia e l’equilibrio del movimento, l’esplosione contro la geometria. Due amici, due allievi dello stesso maestro, due personalità differenti e a tratti opposte, due figure fondamentali per comprendere il Futurismo: Gino Severini e Umberto Boccioni.
Nelle loro opere si legge la stessa passione per la modernità veloce, incarnata soprattutto dalla città viva e pulsante: ma se in Boccioni questa forza si esprime attraverso colorati lampi di slancio vitale, in Severini ha la forma di luminose “danseuse” di cabaret, frammentate nel movimento armonico del loro balletto modernissimo.
A 100 anni dalla scomparsa di Boccioni e a 50 da quella di Severini due grandi mostre celebrano il loro indiscusso talento: Boccioni 100. Genio e memoria al Palazzo Reale di Milano, dal 23 marzo fino al 10 luglio, e SEVERINI L’emozione e la regola alla Fondazione Magnani Rocca fino al 3 luglio, da visitare entrambe per ricostruire un’epoca artistica straordinaria e scoprire due grandi protagonisti dell’Arte italiana del Novecento.
«Filosofi ed esteti possono dare definizioni eleganti e profonde di arte e bellezza, ma per il pittore sono tutti riassunti in questa frase: per creare un’armonia»
La mostra in corso alla Fondazione Magnani Rocca SEVERINI L’emozione e la regola, a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi, vuole far conoscere al pubblico l’intera attività del pittore di Cortona attraverso i temi portanti del sua personalissima esperienza artistico: il Ritratto/la Maschera, la Danza, la Grande decorazione, la Natura morta, il Paesaggio e infine il Libro d’artista.
Un percorso nello spazio e nel tempo bruciato con la rapidità di un vero futurista:
SEVERINI
L’EMOZIONE E LA REGOLA
19 marzo – 3 luglio 2016.
Mostra monografica dedicata al pittore Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966).
Dal Divisionismo al Futurismo, dal Cubismo al Classicismo. Le stagioni creative di Severini alla Villa dei Capolavori in 100 opere, 25 inedite in Italia.
La mostra presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) dal 19 marzo al 3 luglio 2016, a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi, intende celebrare l’intera attività di Gino Severini – allievo di Giacomo Balla, al quale la Fondazione ha recentemente dedicato una mostra di grande successo – non concentrandosi esclusivamente sul suo periodo di adesione al Futurismo e al Cubismo, cui sarebbero seguite, secondo alcune interpretazioni della critica, fasi interessanti ma non capitali per il linguaggio artistico del secolo XX; è infatti maturata la consapevolezza che il percorso artistico del pittore cortonese rappresenta fino alla fine, proprio nella sua articolazione e nella sua inquieta ricerca di “perfezione nella contemporaneità”, una perfetta parabola di protagonista del Novecento, attratto prima dalle rotture linguistiche dell’avanguardia e successivamente concentrato sulla ricerca di un equilibrio armonico, di ispirazione classica ma non vuotamente classicista, che caratterizzerà ogni successiva stagione, da quella, più rigorosa della misura aurea negli anni Venti e Trenta a quella pittoricamente più libera ed estroversa degli anni Quaranta, alle riprese neocubiste e neofuturiste dei Cinquanta e Sessanta.
Le stagioni di Gino Severini
L’esposizione prende spunto dalla presenza di due importanti opere di Severini nella collezione permanente della Fondazione Magnani Rocca: la Danseuse articulée del 1915, capolavoro futurista, e la matissiana Natura morta con strumenti musicali, della prima metà degli anni quaranta, volute dal fondatore Luigi Magnani per il proprio tempio dell’Arte. Accanto a queste, vengono esposte circa cento opere, fra dipinti e lavori su carta di dimensioni importanti, fra cui alcuni studi preparatori che integrano significativamente la sequenza delle opere su tela o tavola. Sono ben venticinque le opere inedite, frutto di recenti scoperte, o mai esposte in Italia.
La pittura di Severini, pur nelle sue diverse stagioni espressive, contraddistinte nella maturità da varie riprese di tematiche affrontate nella giovinezza, è caratterizzata da una sostanziale fedeltà ad alcuni soggetti, che emergono nei suoi esordi e che – variamente declinati nelle epoche dello sperimentalismo linguistico dell’avanguardia o nelle riprese del naturalismo – definiscono la personalità della sua creazione artistica. Un’esposizione tematica, dunque, articolata non in successione cronologica ma nella rivisitazione del tema centrale delle varie Sale che, affrontato in chiave prima divisionista, poi futurista e cubista, non cessa di essere un agente operativo anche nei decenni della maturità. Alcuni temi – che sono, significativamente, quelli caratteristici del Novecento pittorico italiano, sia sperimentalista che “classico” – sono stati così individuati:
Il Ritratto/la Maschera
Il ritratto emerge subito agli inizi del secolo nella fase divisionista e resta un soggetto importante anche nel periodo futurista (ritratti della moglie, delle cantanti del Varietà, della famiglia) e, limitatamente, in quello cubista. Il suo “trionfo” avviene però nella splendida produzione dei secondi anni Trenta, con la rimeditazione della grande produzione del ritratto romano. In quest’ambito si iscrive anche la prolungata attenzione al tema delle Maschere italiane che dal 1915-16 arriva fino agli ultimi giorni, tema al centro di tutta la produzione per Léonce Rosenberg e della decorazione ad affresco del Salottino di Montegufoni (1921-22), che anticipa di dieci anni la riscoperta della “pittura murale”.
La Danza
È il tema che più lo contraddistingue nella koiné futurista, e per il quale elabora decine di composizioni che dal primo carattere più descrittivo-cinetico (le ballerine dei café-chantant) approdano a una formulazione quasi astratta di natura cosmica, nelle serie splendida delle Espansioni della luce.
Alla figura danzante, tuttavia impegnata nel balletto classico, ritornerà poi alla fine dei Quaranta, in opere neocubiste e neopuntiniste con le quali è sempre presente nelle Biennali veneziane del dopoguerra.
Il Paesaggio e la Natura morta
Entrambi i temi sono presenti sia nella fase divisionista che in quelle futurista e cubista ma è soprattutto la natura morta che domina decenni di pittura fino agli anni Cinquanta e Sessanta, come un soggetto d’elezione attraverso il quale analizzare il suo stesso sguardo rispetto alla restituzione delle forme del mondo.
SEVERINI – L’EMOZIONE E LA REGOLA
Dal 19 marzo al 3 luglio 2016.
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto lunedì di Pasqua e lunedì 25 aprile. Aperto anche tutti i festivi. Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it
Il martedì ore 15.30 e la domenica ore 16, visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria; costo € 13,00 (ingresso e guida).
Ristorante e Caffetteria nella corte del museo tel. 0521 848135.
Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi saggi in catalogo di Mauro Carrera, Alice Ensabella, Daniela Fonti, Giovanni Lista, Stefano Roffi.
Una mostra da vedere: Boccioni a Palazzo Reale
Umberto Boccioni, indiscusso protagonista dell’Avanguardia italiana, raccontato attraverso i suoi dipinti più celebri (provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo), le sue sculture più importanti, bozzetti preparatori, libri, riviste, fotografie d’epoca , documenti inediti riemersi solo di recente e un’ eccezionale selezione di 60 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano, per un totale di 280 opere in mostra.
UMBERTO BOCCIONI (1882-1916): genio e memoria
a Palazzo Reale (Milano) dal 23 marzo fino al 10 luglio.
A cento anni dalla morte di Umberto Boccioni (1882-1916) Milano celebra con una grande mostra l’artista del Futurismo, indiscusso protagonista dell’Avangiardia italiana. La sua geniale soluzione nel rappresentare visivamente il movimento e le sua ricerca sul rapporto tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura del XXI secolo.
Un’occasione unica per scoprire i più importanti dipinti e sculture dell’artista, ma anche dei principali protagonisti della cultura a lui contemporanea, insieme ad un’ eccezionale selezione di 60 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano. Ricca di novità, la mostra racconta il percorso artistico di Boccioni, la sua fama internazionale e la sua attività milanese, alla luce anche di inediti documenti riemersi.
Frutto di un progetto di ricerca curato dal Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco, la mostra è prodotta e organizzata da Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale con la casa editrice Electa, e presenta circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti.
In mostra si potranno ammirare opere provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo, tra cui la Pinacoteca di Brera, le Gallerie d’Italia di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la collezione Gianni Mattioli, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la Collezione Barilla di Arte Moderna, il Museo Cantonale d’Arte di Lugano, il Metropolitan Museum of Art di New York, e Getty Foundation di Los Angeles, il Musée Picasso e il Musée Rodin di Parigi, l’Osaka City Museum of Modern Art, il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Il progetto si avvale inoltre della collaborazione scientifica dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Grazie ad un inedito taglio critico, Umberto Boccioni. Genio e memoria offrirà un percorso selettivo volto a far riemergere le fonti visive che hanno contribuito alla formazione artistica e all’evoluzione dello stile di Boccioni.
Cuore della mostra, sviluppata in ordine cronologico e per nuclei tematici, l’eccezionale corpus di disegni di Boccioniprovenienti dal Castello Sforzesco, insieme a scritti e documenti inediti riscoperti di recente, nei quali il percorso stilistico dell’artista è riconoscibile in tutte le sue fasi di maturazione: dalla formazione divisionista, simbolista ed espressionista, che guarda nel contempo alla tradizione classica, rinascimentale e barocca e alle coeve correnti figurative europee, fino all’affermazione del Futurismo.
I disegni preparatori e i documenti esposti saranno affiancati alle opere pittoriche e plastiche di Boccioni e ad alcuni modelli che li hanno influenzati, esempi a volte inaspettati di una cultura figurativa che spazia dal XV secolo alla contemporaneità (Giovanni Ambrogio De Predis, Albrecht Dürer, Sir Frederic Leighton, Jacques Emile Blanche, Giacomo Balla, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Carlo Fornara e altri ancora).
Sarà Boccioni stesso ad introdurre il visitatore nel percorso della mostra, che apre simbolicamente con il suo celebre Autoritratto proveniente dalla Pinacoteca di Brera, esposto al centro della prima sala per rendere visibile anche l’Autoritratto presente sul retro.
Dal 23/03/2016 al 10/07/2016
Lun: 14:30 – 19:30
Mar – Mer – Ven – Dom: 09:30 – 19:30
Gio – Sab: 09:30 – 22:30
Ultimo ingresso: un ora prima della chiusura.
- Costo bigliettoInclude anche l’ingresso alla mostra ‘2050. Breve storia del futuro’ e offre un ingresso gratuito al Museo del Novecento_ Intero € 13 / Ridotto € 11 studenti, gruppi, over 65, disabili e convenzioni / Ridotto scuole € 6 (valido anche per gruppi organizzati da Touring e FAI) / Speciale Famiglia: adulto € 11, ragazzi € 7 (per 1 o 2 adulti + ragazzi dai 6 ai 14 anni).