Attilio Rossi, Pablo Picasso e Guernica
La mostra di Picasso, inaugurata a Milano il 26 settembre 1953, “non soltanto era stata arricchita di numerose opere degli anni giovanili provenienti da Barcellona e dal Museo d’Arte Moderna Occidentale di Mosca, ma presentava un gruppo compatto di grandi dipinti di significato politico e civile, di proprietà dell’artista, dallo stesso Massacro in Corea ai due pannelli La Pace e La Guerra, da Il Carnaio, memento dei campi di concentramento nazisti, fino a Guernica, allora in deposito presso il Museum of Modern Art di New York, dove doveva restare fino alla caduta del regime di Franco.
Ma chi era riuscito a vincere le resistenze di Picasso a un prestito temporaneo all’Italia, chi aveva ottenuto che quell’opera-simbolo della lotta degli intellettuali europei contro la barbarie nazista varcasse l’Atlantico? Pochissimi sanno che a strappare il consenso a Picasso fu proprio Attilio Rossi, a Vallauris nell’estate del 1953, in nome di un’amicizia che risaliva al comune impegno del ’39 nel Comitato di aiuto agli esuli spagnoli, ma soprattutto sulla base di una promessa di grande forza persuasiva: Guernica, a Milano, non sarebbe stata esposta in uno spazio asettico, ma nell’immenso salone delle Cariatidi ancora stravolto dai segni degli incendi e dei bombardamenti aerei, dove per la prima volta dopo la guerra i visitatori avrebbero potuto entrare”.
Così Marisa Dalai-Emiliani, studiosa e docente di storia dell’arte, nel 1996 ricordava come Attilio Rossi riuscì a portare a Milano Guernica, facendolo tornare in Europa per la prima volta dopo la fine della guerra.
La vicenda inizia settantacinque anni fa, nel 1937, quando, dopo il bombardamento a tappeto di Guernica (la cittadina basca), Picasso realizza il suo grande capolavoro (cm. 3510 x cm. 7825), che, dopo essere stato esposto a Parigi e in Europa, nel 1939 arriva a New York.
Nello stesso continente americano, ma molto più a sud, in Argentina, dal 1935 vive e lavora Attilio Rossi, un artista italiano, grafico, pittore, organizzatore culturale, direttore artistico e fondatore di importanti case editrici, che ha dovuto lasciare l’Italia per motivi politici.
Nel 1939 termina la Guerra Civile spagnola con la vittoria di Franco. Pablo Picasso e Attilio Rossi si conoscono, dapprima a distanza, nel comune tentativo di aiutare i tanti intellettuali che hanno sostenuto la lotta della Repubblica e che cercano disperatamente di sfuggire alla vendetta dei vincitori. Nel dopoguerra il loro rapporto si trasforma in conoscenza diretta e amicizia.
Nel 1950 Attilio Rossi torna definitivamente a Milano e nel 1953 contribuisce al successo della grande, storica esposizione di Pablo Picasso a Milano.
La mostra sta nascendo zoppa: Picasso risponde “no” alla richiesta di prestare Guernica.
Ma Rossi, che fa parte del Comitato generale della mostra, promossa dall’Ente Manifestazioni Milanesi a Palazzo Reale, convince gli amici Caio Mario Cattabeni, Gian Alberto Dell’Acqua, Raffaele De Grada, Franco Russoli, Fernanda Wittgens, che è opportuno un tentativo diretto con Picasso. Così, chiude in gran fretta il catalogo che deve essere pronto per l’inaugurazione e corre a Vallauris, dove l’artista spagnolo vive e lavora.
Dopo una giornata intensa di colloqui, Picasso esita ancora, diviso com’è tra l’amicizia verso Attilio Rossi e il timore di un tentativo franchista di rivendicare l’opera. La visione di alcune grandi foto del salone delle Cariatidi lo convince e offre non solo Guernica, ma aggiunge altri quadri.
Grazie ai nuovi arrivi, la mostra di Milano con le sue 329 opere assume una completezza straordinaria.
Rientrato a Milano, Rossi aggiorna il catalogo con un fascicolo integrativo e realizza anche i tre manifesti della mostra, facendone stampare numerose copie: Guernica è accompagnata dal Fauno e dal piccolo Pablo Picasso vestito da Pierrot. Il successo è da subito clamoroso: i manifesti vanno a ruba e occorre ristamparli ripetutamente.
Guernica, lasciata New York, giunge finalmente a Milano, dove viene rimontata sul telaio e sistemata nel salone delle Cariatidi.
Pablo Rossi