Piacenza ricorda Stefano Bruzzi con due mostre

Due mostre parallele per riconfermare a Stefano Bruzzi il ruolo di reale protagonista che, ad un secolo dalla scomparsa, gli spetta nella storia della grande arte italiana dell’Ottocento. Le promuovono, nelle loro sedi, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, entrambe a Piacenza, fino al 19 febbraio 2012. Di Bruzzi, l’esposizione allestita nella storica sede piacentina della Fondazione di Piacenza e Vigevano propone una cinquantina di opere, a documentare come egli sia stato – e non a caso lo ricorda il sottotitolo della mostra – “Un macchiaiolo tra Piacenza e Firenze”. L’affascinante esposizione proposta dalla Ricci Oddi si sofferma invece su un genere che l’artista coltivò con passione e che segnò uno dei vertici della sua pittura, “La poetica della neve”, i paesaggi innevati dalla luce tersa e cristallina. Stefano Bruzzi (Piacenza, 1835- 1911) visse e operò lungamente a Firenze a stretto contatto con la cerchia dei macchiaioli, condividendo con essi l’anelito verso una nuova pittura di rappresentazione della realtà. Fu artista di fondamentale importanza, particolarmente tra gli anni cinquanta e Sessanta del diciannovesimo secolo, per l’incisivo contributo alla nascita della nuova pittura del vero. Ignorato anche dalla critica più attenta, forse perché visse sempre un poco appartato, Bruzzi sviluppò una poetica della natura tra le più alte del secondo Ottocento italiano, indissolubilmente connessa al paesaggio dell’Appennino piacentino. Tra le 50 opere esposte in Fondazione, assumono particolare rilievo i dipinti eseguiti tra 1855 e 1880, periodo nel quale Bruzzi può considerarsi tra i principali interpreti della pittura italiana di paesaggio. Sono presentati alcuni capolavori straordinari, come la Mietitura a Le Perteghette e il monumentale Cadon le foglie, accanto a preziosi inediti.

Nel paesaggio innevato, soggetto monografico dell’esposizione alla Ricci Oddi, l’artista esprime una particolare complessità e ricchezza di raggiungimenti stilistici. Dal 1865 ai primi anni Ottanta – arco temporale in cui è compresa la maggior parte delle opere esposte – pastorelli e pecore, contadini e spaccalegna nella fatica del lavoro quotidiano, interpretati nella luce cristallina del paesaggio innevato, assumono valori pittorici e stilistici di profonda suggestione. L’esposizione comprende alcuni capolavori ritrovati: Prime giornate di bel tempo , esposto a Milano, presso la Società per le Belle Arti di Brera nel 1872; La mandria sperduta, presentato all’Esposizione Nazionale di Milano nel 1881, giudicato dal “macchiaiolo” Nino Costa come “uno dei migliori quadri dell’esposizione”.

 

“Un Macchiaiolo tra Piacenza e Firenze”

Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant’Eufemia 12/13), fino al 19 febbraio 2012.

Orari: da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18; domenica su prenotazione (chiuso dal 24 dicembre al 6 gennaio). Ingresso gratuito.

“La poetica della neve”

Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi (via San Siro 13), fino al 19 febbraio 2012.

Orari: dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 dalle 15 alle 18. Biglietti: intero euro 5,00 – ridotto euro 3,50.

redazione grey-panthers:
Related Post