La Fondazione Banco di Sardegna ha dato vita a “AR/S – Arte Condivisa in Sardegna”, un innovativo progetto che si propone di coinvolgere l’intero territorio regionale in un programma di condivisione che incentivi collezionisti, privati e non, a mettere a disposizione della fruizione pubblica il loro “tesoro nascosto” nell’ambito di iniziative mirate.
I tre poli principali del progetto AR/S, le città di Cagliari, Sassari e Nuoro, lavoreranno in sinergia per una programmazione integrata di scala regionale orientata non soltanto alla valorizzazione dell’esistente, ma anche alla realizzazione di nuove produzioni artistiche, in particolare attraverso un programma di arte pubblica nei territori, aperto a contributi nazionali ed internazionali.
Questo progetto di emersione e messa in circuito del grande patrimonio pubblico e privato di arte in Sardegna è stato fortemente voluto dalla Fondazione Banco di Sardegna. E’ un progetto in divenire che coinvolgerà anche le Istituzioni pubbliche e che, nel tempo, porterà alla creazione di una rete di scambi di cui la Fondazione si farà soggetto ispiratore e catalizzatore, finalizzata alla realizzazione di iniziative culturali di varia natura, ed in particolare mostre, convegni, pubblicazioni. Una grande indagine sul passato ma anche un’occasione fondamentale di interventi sul presente, attraverso iniziative capaci di rendere finalmente disponibile alla popolazione sarda e agli ospiti dell’isola un patrimonio artistico fino ad oggi non fruibile, perlopiù inedito, in molti casi ancora semi-sconosciuto.
Il primo appuntamento di AR/S, vero banco di prova del progetto, già ne incorpora i tratti caratteristici fondamentali: una mostra diffusa sul territorio regionale che esporrà opere in gran parte ignote agli stessi studiosi e al grande collezionismo, reperite nel corso di un’approfondita indagine che ha interessato le collezioni di soggetti privati diversi, e restituirà il profilo inedito e privato di un artista sardo molto apprezzato oltre il territorio regionale nella seconda metà del Novecento, ingiustamente ancora poco conosciuto ai più.
A trent’anni dalla scomparsa e a quasi altrettanti dall’ultima mostra a lui dedicata (Vicenza, 1987), Bernardino Palazzi verrà così indagato nella sua terra d’origine con l’obiettivo di restituirlo alla storia dell’arte europea del Novecento.
Tre le sedi espositive: il museo MAN di Nuoro e le due sedi della Fondazione, a Sassari e a Cagliari, che da sole meriterebbero una visita per le caratteristiche architettoniche e il corredo artistico che le caratterizza.
Com’è negli obiettivi del progetto AR/S, questa prima mostra riunisce opere di proprietà di diversi soggetti sollecitati dalla Fondazione: il Banco di Sardegna e il Museo del Novecento di Milano in primis, insieme a collezionisti privati, sardi e non, che hanno generosamente accolto l’invito a mettere a disposizione le proprie opere accanto a quelle appartenenti alla collezione della Fondazione Banco di Sardegna.
La raccolta d’arte sarda della Fondazione è stata uno degli spunti principali per l’avvio di AR/S: costituita nel corso degli ultimi anni radunando opere significative di quasi tutti i maggiori artisti sardi del XIX e del XX secolo – tra i quali Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Mauro Manca, Pietro Antonio Manca, Aligi Sassu e Gavino Tilocca, tutti ben rappresentati nella collezione, così come Carlo Contini e Costantino Nivola, ai lavori dei quali si affiancano opere di rilievo di Francesco Ciusa, Mario Delitala, Salvatore Fancello e Carmelo Floris -, la raccolta offre uno spaccato significativo dell’arte isolana nel periodo della sua massima affermazione. Poche sono infatti le eccezioni rappresentate dalle opere d’arte antica, e non senza ragione. Se infatti nei secoli precedenti il Novecento l’Isola non riesce ad emergere con una produzione autonoma di livello, tranne che in pochissimi casi isolati (in particolare quello di Pietro Cavaro, agli inizi del Cinquecento), è con l’arrivo del ventesimo secolo che gli artisti sardi elaborano una teoria che va oltre il puro esercizio accademico – seppure nell’Isola sia improprio parlare d’accademia – e investe invece la società, che quell’arte sottende, in una ricerca di riscatto e affermazione di sé, attuata attraverso un’operazione di diffusione della conoscenza di un mondo permeato di fascino esotico ma al contempo duro e difficile, del quale trasmettere, finalmente, immagini positive.
L’Ottocento aveva visto gli sviluppi embrionali di questo nuovo mondo iconografico; vi avevano contribuito lo sbarco nell’Isola di viaggiatori e appassionati, con l’inserimento della regione in un circuito ritardato del Grand Tour, e il contemporaneo emergere di una classe borghese di imprenditori colti, dotati di buon gusto e attenzione alla cultura e alla storia locale, nonché alla propria immagine: sono questi i nuovi committenti che aiutano il neonato mercato dell’arte locale. Ma sarà solo col Novecento che si costruirà un discorso artistico coerente in grado di portare con dignità all’esterno la realtà isolana.
Il focus di AR/S è infatti concentrato sulla produzione artistica in Sardegna dalla fine dell’Ottocento ad oggi – un focus che come conferma già la mostra su Palazzi, non è rigidamente inteso – e non è un caso che il progetto espositivo sia nato proprio a partire dalla volontà di esporre per la prima volta opere appartenenti alla raccolta d’arte della Fondazione Banco di Sardegna: un punto di partenza che trova nel coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati l’espressione del suo potenziale sviluppo e segna l’avvio di un percorso inedito sul territorio.