La Fondation Beyeler di Basilea ospita in una mostra, fino al 21 maggio, le opere del pittore americano Wayne Thiebaud (1920–2021), finora poco noto in Europa
Nelle sue nature morte raffiguranti oggetti quotidiani Thiebaud evoca le promesse dell’American way of life in seducenti tonalità pastello. Al tempo stesso i suoi stupefacenti ritratti, le vedute urbane multiprospettiche e i paesaggi evidenziano la poliedricità di questo pittore tecnicamente brillante. Con 65 opere attinte a collezioni pubbliche americane e a prestiti privati, la retrospettiva presenta i più importanti nuclei tematici dell’artista, invitando il pubblico a scoprire il suo originalissimo modo di dipingere nonché il suo uso del colore cui si attaglia perfettamente l’aggettivo «tattile».
Il pittore, divenuto famoso negli Stati Uniti per le sue nature morte, spinge le potenzialità espressive del pennello fino ai limiti tra mondo visibile e mondo immaginario, plasmando un proprio linguaggio iconografico che si muove continuamente tra ironia, scherzo, nostalgia e malinconia.
Wayne Thibaud è uno dei maggiori esponenti dell’arte figurativa americana e rientra quindi in quella tradizione di cui fanno parte pittrici e pittori del calibro di Edward Hopper e Georgia O’Keeffe. Thiebaud crebbe negli anni 1920 e 1930 a Long Beach, California. Sviluppò un precoce interesse per fumetti e cartoni animati e lavorò brevemente nel dipartimento di animazione dei Walt Disney Studios per passare in seguito all’attività di grafico commerciale. Dal 1949 al 1953 studiò arte alla San José State University e alla California State University di Sacramento.
Per tutta la vita svolse l’attività di insegnante finendo con il formare generazioni di artiste e artisti. Thiebaud lavorò lontano dalle grandi metropoli artistiche, incurante dei movimenti artistici dominanti del suo tempo. La sua attenzione per gli oggetti della cultura popolare lo portò a essere sovente associato alla pop art, un’appartenenza in cui l’artista non si riconobbe mai. Al massimo, per la sua particolare visione dell’estetica della produzione di massa e il suo costante focalizzarsi sulla pittura, Thiebaud può essere considerato un precursore della pop art. Thiebaud stesso citava tra le sue fonti d’ispirazione Velázquez, Cezanne, Rousseau e Mondrian, ma, in qualità di cartonista, era fortemente influenzato anche dall’arte commerciale e dalla pittura di manifesti.
Thiebaud racconta lo stile di vita americano
Nei dipinti di Thiebaud si ritrovano molti motivi quotidiani che risentono dello stile di vita americano, motivi che spaziano dai distributori automatici di chewing gum alle torte idealizzate e alle autostrade che si intrecciano fittamente, spesso immerse nella luce della West Coast. Di primo acchito la sua pittura appare altisonante e autoesplicativa, ma a un’osservazione più attenta nei suoi quadri si riconoscono livelli di significato che trascendono i motivi raffigurati.
Spesso nelle immagini e nelle relative ombre si nascondono innumerevoli combinazioni di colori intensamente luminosi, che fanno passare il motivo in secondo piano. Per il pittore Thiebaud era una questione irrilevante il distinguere tra oggetto e non oggetto, visto che i colori riuscivano da soli a trasformare il tutto in astrazione. In cima alle sua sfera di interessi si collocavano piuttosto le potenzialità della pittura e le modalità di impiego del colore.
La mostra, tutti i temi di Thiebaud
La mostra, suddivisa in varie sezioni, presenta i nuclei tematici più significativi di Thiebaud, ovvero le nature morte, le figure, le vedute urbane e i paesaggi fluviali. Aprono l’esposizione tre delle sue opere cardine: 35 Cent Masterworks, 1970, Student, 1968, e Mickey Mouse, 1988. Il Mickey Mouse di Thiebaud evidenzia i legami dell’artista con la prima cultura pop americana.
In quanto personaggio di un fumetto, Topolino ha poco a che vedere con il canone artistico occidentale ed è conosciuto da un vasto pubblico. È la quintessenza del pop. Con Student, Wayne Thiebaud introduce i principi della ritrattistica. Il dipinto mostra una giovane donna seduta che fissa gli osservatori da una sedia collocata direttamente di fronte a loro. Nonostante l’acutezza dello sguardo, a un’osservazione più ravvicinata la sua individualità si sfoca per effetto dei colori che sopraffanno la sua persona. Quest’impressione si intensifica quanto più ci si avvicina al quadro: qualsiasi peculiarità della giovane sembra dissolversi nelle miriadi di combinazioni di colori splendenti che compongono l’immagine. È incentrato sul tema della personalità anche 35 Cent
Masterworks, in cui Thiebaud raduna gli artisti che prende a modello. Su ciascuno dei quattro ripiani di uno scaffale portariviste sono allineate ordinatamente tre importanti opere della storia dell’arte. Il Tableau No. IV di Mondrian, le Ninfee di Monet e Nature morte à la guitare di Picasso sono tutti acquistabili per soli 35 cent, come dichiara un cartellino del prezzo. In questo quadro Thiebaud, grande conoscitore della storia dell’arte, sminuisce in maniera spiritosa i capolavori che pur ammira. Traspare dall’opera anche una certa affinità con la collezione della Fondation Beyeler.
Un’intera sala della mostra è riservata a quello che forse è il gruppo di opere più note dell’artista, le nature morte. In vetrine di ogni tipo e mirabilmente presentati su piatti vi sono file e file di dolci golosi. Giocattoli, animali di pezza e coni gelato rimandano a irresistibili tentazioni dell’infanzia. Pie Rows, 1961, ritrae file di quattro fette della stessa torta una dietro l’altra affiancare altre file di fette di torte diverse fino a formare uno schema. Così a portata di mano e zuccherose esse confortano e al contempo sopraffanno gli spettatori. Nelle sue nature morte Thiebaud riesce in tal modo a spogliare della loro innocuità gli alimenti e gli oggetti raffigurati e ne mette a nudo, proprio perché così facilmente accessibili, il ruolo di elementi rivelatori del nostro comportamento di consumatori.
In un’altra sala i riflettori sono puntati sulle slot machine. Jackpot, 2004, raffigura una macchina da gioco detta «mangiasoldi», che per pochi spiccioli promette la chance di grosse vincite. Analogamente a quanto accade con le torte, anche questa natura morta comunica un segreto senso di felicità. Con pastelli colorati e barattoli di metallo lucente dai quali colano rivoli di vernice si chiude la serie delle nature morte permettendo allo spettatore di gettare uno sguardo quasi intimo su un altro soggetto: la giornata del pittore e i suoi strumenti di lavoro.
Colori e contrasti
I dipinti figurativi di Thiebaud hanno indubbia attinenza con le sue nature morte, le persone appaiono sì realistiche ma, che si trovino nella vasca da bagno con la testa sott’acqua, siano inginocchiate l’una accanto all’altra in costume da bagno o che stiano mangiando un gelato, sembrano fissate in pose insolitamente statiche. Girl with Pink Hat, 1973, si ispira a importanti modelli del rinascimento quali Botticelli o Giorgione.
Contrasti complementari e contorni dai colori vivaci fanno letteralmente risplendere Girl with Pink Hat. In Eating Figures, 1963, emerge invece il senso del ridicolo che si ritrova in molti dipinti di Thiebaud: un uomo in giacca e cravatta e una donna in abito siedono molto vicini su due sgabelli da bar e guardano con scarso appetito gli hot dog che tengono in mano. La voglia di fast food e il godimento procurato dall’amato spuntino vengono quasi ribaltati nel loro opposto grazie all’ironia.
Meno note sono le vedute urbane e paesistiche di Thiebaud. In Canyon Mountains, 2011/12, e Rock Ridge, 1962, appaiono pareti rocciose che precipitano quasi verticalmente da un altopiano su cui sono raffigurati molto dettagliatamente dei paesaggi. Negli anni 1960 Wayne Thiebaud iniziò a dipingere i suoi primi paesaggi. Si concentrò su drammatiche panoramiche di San Francisco, su appiattite vedute a volo d’uccello del delta del fiume Sacramento e su possenti visioni delle montagne e catene montuose nella regione della Sierra Nevada. I precipizi dipinti paiono sprofondare in abissi di colore.
Le vedute urbane si ispirano perlopiù a San Francisco. In modo fantasioso Thiebaud riprende con forti contrasti e composizioni in diagonale la città dalle pendenze da ottovolante e ripide vie. I tratti di strada si piegano vertiginosamente l’uno verso l’altro, e senza respiro ci si stupisce di come sia possibile camminare o guidare su simili strade. Qui Thiebaud realizza una composizione quasi simbolica del paesaggio urbano statunitense di quel tempo, caratterizzato da una fitta rete autostradale e da centri metropolitani, dove anche la natura più inospitale è stata audacemente sviluppata pur sembrando misteriosamente vuota.
È tutto uno stare in bilico su un dirupo, uno strapiombo, o una corsa in ottovolante verso le profondità. I lavori più tardi quali Ponds and Streams, 2001, Flood Waters, 2006/2013, oppure anche White Riverscape, 2008–2010, si concentrano su panorami lacustri e fluviali imbrigliati dall’uomo.
A partire dagli anni 1990 Wayne Thiebaud trasse ispirazione dalle colture intensive nella zona di Sacramento, dove risiedeva, e produsse una serie di motivi panoramici. Ponds and Streams ritrae un’area antropizzata tipica della California del Nord, lontana dalle mete turistiche più conosciute. I campi, gruppi di alberi e bacini idrici non ricalcano tuttavia una topografia esatta ma sono piuttosto composizioni frammentarie scaturite da vari ricordi rese in estranianti colori a pastello.
Nelle sue opere Thiebaud va elaborando le impressioni di una vita. Con i suoi mondi scintillanti di colore, i suoi contrasti pur armoniosi e le linee vibranti, egli infonde vita a torte, paesaggi e figure in modo del tutto originale. Sebbene i motivi appaiano al tempo stesso spiritosi e ironici – come fumetti ci strappano un sorriso, ci intrattengono o ci restituiscono lo stupore dell’infanzia – i quadri di Thiebaud hanno un che di nostalgico e malinconico.
Dopo l’iniziale gioia alla vista delle ricche vetrine di pasticceria o degli scaffali con gli animali di pezza, un’ombra di inattesa tristezza si mescola talvolta alle immagini, come uno struggimento per un mondo passato o per un amore finito da lungo tempo. A prescindere da questi palpiti di nostalgia i dipinti di Thiebaud suscitano anche un senso di angoscia, riconducibile all’artificialità delle nature morte, delle figure e dei paesaggi. E proprio ai giorni nostri l’assenza di quanto è naturale e sano si fa palpabile, sicché il mondo di Thiebaud, nonostante le sue seduzioni e lo splendore dei colori, può essere percepito come un luogo artificiale, solitario e tossico.
Thiebaud, le cui opere sono entrate nelle collezioni dei più importanti musei americani, lavorò sino alla fine della sua vita, sopraggiunta nel 2021 all’età di 101 anni. Per il suo centesimo compleanno il Crocker Art Museum di Sacramento gli rese omaggio con la mostra «Wayne Thiebaud 100: Paintings, Prints and Drawings». Nonostante il successo incontrato dalla pittura figurativa, Thiebaud è stato raramente esposto in Europa e quasi nessuno dei suoi dipinti fa parte di una raccolta pubblica. A tutt’oggi i suoi quadri sono stati accolti soltanto nel 1975 dal Wallraf-Richartz Museum di Colonia, nel 1976 dalla Arnolfini Gallery di Bristol e nel 2018 dal Voorlinden Museum di Wassenaar, Paesi Bassi.
Informazioni sulla mostra
“Wayne Thiebaud” – fino al 21 maggio 2023
Fondation Beyeler – Baselstrasse 101 – Basilea
Orari: tutti i giorni ore 10–18, mercoledì fino alle ore 20
Prezzi: intero 25 franchi – ridotto 20 franchi
Informazioni: info@fondationbeyeler.ch
Fondation Beyeler
Il museo d’arte di Riehen presso Basilea è internazionalmente rinomato per le sue mostre di altissima levatura, per la sua importante collezione di arte moderna e contemporanea e per il suo ambizioso programma di eventi. L’edificio del museo nell’idilliaco parco punteggiato di alberi secolari e stagni di ninfee è opera dell’architetto Renzo Piano. La sua posizione nel mezzo di una zona ricreativa con vista su campi di grano, mucche al pascolo e vigneti ai piedi della Foresta Nera è unica. Nel parco adiacente la Fondation Beyeler sta realizzando un nuovo edificio museale con l’architetto svizzero Peter Zumthor, rafforzando così il legame armonioso tra arte, architettura e natura.
Il catalogo della mostra, realizzato da Bonbon (Zurigo), è pubblicato in tedesco e in inglese da Hatje Cantz Verlag, Berlino. Il volume di 160 pagine contiene testi di Ulf Küster e Janet Bishop come pure l’ultima intervista a Wayne Thiebaud del 2021, condotta da Jason Edward Kaufman.