Nuoro racconta il Futurismo delle donne

Il MAN di Nuoro presenta, dal 9 marzo al 10 luglio, “L’elica e la luce. Le futuriste. 1912_1944”, una mostra dedicata al futurismo e le donne. La presenza delle donne nell’arte del Novecento è stata messa in luce da diversi studi a partire dalla fine degli anni Settanta: al di là dell’intenzione di scoprire un genere, uno specifico femminile in arte, sono state compiute ricognizioni storico-critiche che hanno portato o riportato in luce personalità eccezionali, opere di alto valore, esistenze dalle trame complesse, di cui prima si ignoravano addirittura le date di nascita o morte, e ci hanno restituito un panorama dell’arte delle donne nelle avanguardie, fino a quel momento rimasto in secondo piano.
Un caso ancora aperto e controverso è il ruolo delle donne nel futurismo, movimento programmaticamente misogino, che fin dalla sua fondazione proclamava il disprezzo della donna e costruiva una visione dell’arte totalizzante su valori quali la forza, la velocità, la guerra, da cui il genere femminile doveva rimanere escluso (“Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”, Manifesto del futurismo, 1909).

La mostra rintraccia – attraverso oltre 100 opere fra dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d’arte applicata – l’operato di queste donne che hanno lavorato dagli anni dieci fino agli anni Quaranta, firmando i manifesti teorici del Futurismo, partecipando alle mostre, sperimentando innovazioni di stile e di materiali in ambiti trasversali quali le arti decorative, la scenografia, la fotografia e il cinema, ma anche la danza, la letteratura e il teatro. Figure indipendenti, artiste e intellettuali di primo piano nella ricerca estetica d’inizio secolo.
Le vicende sono a volte spregiudicate (esemplare la biografia di Valentine de Saint-Point), spesso passate in sordina rispetto alle cronache, qualche volta inosservate dalla critica coeva, o assorbite dall’anonimato della vita familiare (come accadde a Brunas) o cancellate delle guerre (Alma Fidora, la cui biblioteca e l’archivio di documenti sono andati distrutti sotto i bombardamenti). Spiccano artiste totali, non solo la più nota Benedetta, ma anche Marisa Mori, Adele Gloria e il gruppo di coloro che collaborano a “L’Italia futurista”: i campi d’interesse sono vastissimi, dalla scrittura, alla pittura, all’illustrazione, alla ceramica, non esclusi gli studi di metapsichica e l’occultismo, verso cui anche il Manifesto della Scienza futurista mostra attenzione.

La mostra vanta prestiti in arrivo da collezioni pubbliche e private italiane, con opere anche poco conosciute, prende le mosse dal Manifeste de la Femme futuriste, pubblicato da Valentine de Saint-Point il 25 marzo 1912, in risposta alla Fondazione e Manifesto del Futurismo di Marinetti pubblicato a Parigi nel 1909 su “Le Figaro”. Il percorso individua i caratteri di una ricerca collettiva che – libera da stereotipi, cliché, luoghi comuni e banali dipendenze legate ai rapporti di parentela con i “maschi” del movimento – testimonia la profondità di una riflessione estetica condivisa dalle donne del gruppo, ricca di implicazioni peculiari. La selezione delle opere è accostata da un ampio apparato documentario, prime edizioni di testi, lettere autografe, fotografie d’epoca, manifesti originali, studi, bozzetti.

 

Ogni capitolo del percorso, che procede per macro-temi – il corpo e la danza, il volo e la velocità, il paesaggio e l’astrazione, le forme e le parole – documenta una vena particolare delle artiste futuriste, dedite ora alle arti applicate, al tessuto, ora all’uso del metallo e, in generale, a una sperimentazione polimaterica e multidisciplinare nel campo delle arti figurative, ma anche letterarie e coreutiche.
La mostra racconta le affascinanti biografie di ciascuna di loro, che s’intrecciano con la vita artistica e culturale del periodo (i salotti, le maggiori mostre nazionali, le riviste, i teatri) ma si ambientano anche sullo sfondo di un Paese, allo stesso tempo, eccitato dal progresso, ferito dal conflitto.

“L’elica e la luce. Le futuriste. 1912_1944dal 9 marzo al 10 luglio 2018

MAN_Museo d’Arte della Provincia di Nuoro – Via Sebastiano Satta, 27, Nuoro

Orari: tutti i giorni, orario invernale: 10:00/13:00 – 15:00/19:00, orario estivo continuato : 10:00/20:00

Prezzi: Intero 5 euro, ridotto (over65) 3 euro

Informazioni: 0784/252110 info@museoman.it

 

redazione grey-panthers:
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