“Fellini. Cinema è sogno” fino al 2 luglio ripercorre la carriera di uno dei più grandi registi di sempre, ideatore di film di fama internazionale, narratore originale dell’Italia del suo tempo
L’affascinante dipinto di Casorati “Le due sorelle (Libro aperto e libro chiuso)” del 1921 è inquadrato in una scena nodale del celeberrimo film di Federico Fellini “La dolce vita” (1960). Il quadro, attraverso il quale Fellini può aver inteso trasmettere all’osservatore una chiave di lettura del film, viene esposto alla Magnani-Rocca a suggerire un insospettabile trait d’union tra il pittore e il regista, cui viene dedicata, nelle sale al piano superiore della Villa, una particolare mostra focus nel trentennale della morte, presentando sontuosi costumi, in prestito dallo CSAC di Parma, realizzati per i film e indossati da celebri attori, come Marcello Mastroianni e Donald Sutherland, locandine dei film, disegni di Fellini oltre a rare fotografie d’epoca.
La carriera di Fellini in mostra
L’esposizione “Fellini. Cinema è sogno” fino al 2 luglio – a cura di Mauro Carrera e Stefano Roffi – ripercorre la carriera di uno dei più grandi registi di sempre, ideatore di film di fama internazionale, narratore originale dell’Italia del suo tempo. Fellini, con una sorta di personalissimo fantarealismo, ha attraversato la storia del cinema con tratti di magistrale leggerezza; grandissimo orchestratore di immagini, visioni e ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione onirica che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia essere condizionati da questa. Venne premiato con cinque premi Oscar: nel 1957 per La strada, nel 1958 per Le notti di Cabiria, nel 1964 per 8 1/2, nel 1976 per Amarcord e nel 1993 con un Oscar alla carriera dalle mani di Sophia Loren.
Tutto inizia con “Lo Sceicco bianco”
Scritto in collaborazione con Ennio Flaiano, lo Sceicco bianco inaugurò lo stile unico e personale di Fellini – una sorta di fantarealismo – che raccontava sogni e conquiste dell’Italia passando per film come I vitelloni, pellicola dedicata all’Italia dell’industria, che consacra il regista italiano nell’olimpo del cinema mondiale, confermato poi con La strada, del 1954, lucido ritratto dell’Italia postbellica, e con Le notti di Cabiria del 1957; dal Paese sognante de La Dolce Vita (1960) all’Italia moderna, trionfante e vivace di 8 ½ (1963), da quella lisergica e sperimentale di Giulietta degli spiriti (1965) fino a quella decadente, violenta e fragile di Amarcord (1973) forse l’apogeo dell’autobiografismo felliniano, della sua memoria favolosa e rivelatrice. Con le opere successive (Il Casanova di Federico Fellini, 1976, Prova d’orchestra, 1979, La città delle donne, 1980, E la nave va, 1983, Ginger e Fred, 1986, Intervista, 1987) le allegorie del presente si fanno più angosciate e, in qualche modo, manierate, per poi chiudersi con La voce della Luna (1990), in cui Paolo Villaggio e Roberto Benigni si fanno portavoce di un messaggio di silenzio necessario per fronteggiare una contemporaneità sempre più arrogante, prologo della morte di Fellini.
Fellini ha attraversato la storia del cinema con tratti di magistrale leggerezza; grandissimo orchestratore di immagini, di visioni e di ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione di sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia essere condizionati da questa.
Dettagli della mostra
“Fellini. Cinema è sogno” – fino al 2 luglio
Orari: Aperto anche tutti i festivi – dal martedì al venerdì continuato 10-18 – sabato, domenica e festivi continuato 10-19
Prezzi: € 14 – Fino al 2 luglio 2023 con lo stesso biglietto della mostra “Casorati” è possibile visitare anche l’esposizione dedicata a Fellini e la Collezione permanente della Fondazione Magnani-Rocca.
Informazioni: tel. 0521 848327 / 848148 – info@magnanirocca.it