Il Fries Museum di Amsterdam dal 14 ottobre presenta la mostra “Mata Hari: the myth and the maiden”. A cento anni dalla sua scomparsa, il museo racconta per la prima volta la vita di questa intrigante icona: la storia di Margaretha Geertruida Zelle, nata nella cittadina di Leeuwarden, non lontana dalla capitale olandese, e trasformata nella famosa danzatrice Mata Hari all’inizio del XX secolo. Durante la Prima Guerra Mondiale fu arrestata dai servizi segreti francesi perché sospettata di spionaggio, e successivamente giustiziata. Più di 100 oggetti collezionati in Olanda e all’estero saranno esposti: in occasione della mostra. Tra questi, una selezione di documenti militari francesi recentemente de-secretati. I documenti legali relativi al caso Mata Hari sono stati tenuti sotto chiave presso gli archivi militari di Vincennes negli ultimi 100 anni. Rapporti sulla sua attività, trascrizioni delle udienze e prove chiave, come i telegrammi intercettati di un diplomatico tedesco a Madrid, forniscono una panoramica completa del processo a Mata Hari. Questi reperti saranno resi pubblici per la prima volta nel Fries Museum in occasione della mostra.
Il 13 marzo 1905, Mata Hari fece il suo debutto come danzatrice nella biblioteca del Musée Guimet. Partendo da Parigi, conquistò i teatri di tutta Europa: da Roma a Berlino, da Vienna a Madrid, e divenne presto famosa per le sue liaisons con amanti e ammiratori benestanti e influenti. Il 13 febbraio 1917, i servizi segreti francesi la arrestarono dopo un periodo di pedinamenti. Al termine di un processo durante il quale rilasciò dichiarazioni contraddittorie, il tribunale per i crimini di guerra la dichiarò colpevole, e la sentenza di condanna a morte fu inevitabile.
In occasione della mostra, il Musée Guimet di Parigi dona in prestito al Fries Museum una statua di Shiva e quattordici marionette wayang, oggetti che facevano parte della scenografia delle prime esibizioni di Mata Hari presso la biblioteca del facoltoso industriale Émile Guimet. Anche il diario di Margaretha appartiene a quel periodo, e contiene una collezione di fotografie, poster, recensioni e articoli a lei dedicati, costituendo uno degli elementi più significativi dell’esposizione. Nel 1916, appena prima del suo arresto, Mata Hari fu immortalata dal pittore olandese Isaac Israëls: il ritratto, di dimensioni naturali, è stato da poco completamente restaurato, e sarà esposto per la prima volta dopo l’intervento di rinnovo.
Dopo la morte, Mata Hari e le sue imprese entrarono nella leggenda, rendendola icona di stile, sex symbol e femme fatale. La sua vita è stata oggetto di innumerevoli libri, ha da sempre stuzzicato l’immaginazione di molti appassionati in tutto il mondo, e molte star si sono cimentate nell’interpretazione del suo ruolo sul grande schermo: da Greta Garbo a Sylvia Kristel e Marlene Dietrich. Il Fries Museum possiede una notevole collezione dedicata a questo intrigante personaggio, e in occasione della mostra si è avvalso di prestiti concessi, tra gli altri, dai National Archives di Londra, dal Musée Guimet di Parigi, dall’archivio militare di Vincennes, dalla Bibliothèque Nationale de France, dall’Archivio Nazionale dei Paesi Bassi e da diverse collezioni private.
“Mata Hari: the myth and the maiden” – dal 14 ottobre al 2 aprile 2018
Fries Museum, Amsterdam
Orari: dal martedì alla domenica, 10/17
Biglietti: intero 12 euro, ridotto 6 euro