Da vedere al cinema: L’amore secondo Kafka di Judith Kaufmann, Georg Maas

Le parole di Kafka fanno da sottotraccia alle vicende narrate per trasformare quello che sarebbe stato un puro film sentimentale in una riflessione un poco più profonda sul senso della vita

Per realizzare il film Judith Kaufmann e Georg Maas si sono equamente ripartiti i ruoli strategici: Mass sceneggiatore, Kaufmann direttore della fotografia e sedie gemelle per la regia. E in effetti tra le cose che appaiono subito egregie nello sviluppo narrativo della storia ci sono proprio una solida sceneggiatura, una magnifica fotografia e una rigorosa regia. Unite a un’ottima interpretazione di Confurius e Tambrea, attori tanto bravi quanto sconosciuti al grande pubblico, attorniati da un cast altrettanto valido. Ma di cosa ci parla questa Gloria di vita? Non dell’amore secondo Kafka, ma dell’ultimo anno di esistenza del grande scrittore austriaco per nascita, ebreo per ascendenza e tedesco per lingua e cultura.

Franz muore il 3 giugno 1924, a 40 anni, di tubercolosi, malattia all’epoca incurabile e dall’esisto quasi sempre infausto. Accanto a lui c’è Dora Diamant, l’ultima delle numerose fidanzate. L’ultima e, forse, la più importante. In ogni caso colei che volle essergli accanto proprio nei momenti più tormentati a causa della sofferenza fisica e dell’inquietudine  esistenziale. Cause di un senso di profonda precarietà, vissuta con disperazione al punto da volere che fossero distrutte le proprie opere inedite. Salvate dal rogo dall’intelligenza di Max Brod che non ottemperò ai voleri dell’amico. Ma torniamo al film, che inizia nel luglio 1923 a Graal-Müritz, stazione turistica sul mar Baltico dove Franz Kafka arriva con la sorella Elli e il cognato Karl e dove Dora Diamant, ebrea polacca con aspirazioni artistiche (la danza), fa l’istitutrice in una colonia estiva di bambini. La scintilla scatta subito, ma ci mette del tempo per trasformarsi in qualcosa di più. Soprattutto per le remore dello scrittore, consapevole della fine ormai prossima. E sono proprio le parole di Kafka, desunte dalle sue opere e dalle sue lettere, che fanno da sottotraccia alle vicende narrate a trasformare quello che sarebbe stato un puro film sentimentale, in una riflessione un poco più profonda sul senso della vita.

Dettagli del film L’amore secondo Kafka

tit. orig. The Glory of Life sceneggiatura Michael Gutmann, Georg Maas cast Henriette Confurius (Dora Diamant) Sabin Tambrea (Franz Kafka) Manuel Rubey (Max Brod) Daniela Golpashin (Elli Kafka Hermann) Leo Altaras (Paul) Klaus Huhle (dr. Hoffmann) Kristian Wanzi Nekrasov (dr. Kish) Peter Moltzen (Karl Hermann) Luise Aschenbrenner (Tile) genere drammatico lingua orig. tedesco e yiddish prod. Germ., Austria 2024 durata 98 min.

Auro Bernardi: Nel 1969, quando ero al liceo, il film La Via Lattea di Luis Buñuel mi ha fatto capire cosa può essere il cinema nelle mani di un poeta. Da allora mi occupo della “decima musa”. Ho avuto la fortuna di frequentare maestri della critica come Adelio Ferrero e Guido Aristarco che non mi hanno insegnato solo a capire un film, ma molto altro. Ho scritto alcuni libri e non so quanti articoli su registi, autori, generi e film. E continuo a farlo perché, nonostante tutto, il cinema non è, come disse Louis Lumiére, “un'invenzione senza futuro”. Tra i miei interessei, come potrete leggere, ci sono anche i viaggi. Lo scrittore premio Nobel portoghese José Saramago ha scritto: “La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. Bisogna ricominciare a viaggiare. Sempre”. Ovviamente sono d'accordo con lui e posso solo aggiungere che viaggiare non può mai essere fine a se stesso. Si viaggia per conoscere posti nuovi, incontrare altra gente, confrontarsi con altri modi di pensare, di affrontare la vita. Perciò il viaggio è, in primo luogo, un moto dell'anima e per questo è sempre fonte di ispirazione.
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