Un viaggio intenso per ammirare gli stupendi paesaggi dell’altopiano, entrando in contatto con la cultura copta, fortemente radicata da secoli nell’Etiopia del Nord. Il viaggio inizia con la visita di Addis Ababa e dell’interessantissimo Museo Nazionale dove ammirare, tra gli altri oggetti esposti, lo scheletro della nostra antenata “Lucy”, l’Australopitecus Afarensis.
Da Addis Ababa in volo ad Axum (UNESCO), famosa per il Parco delle Steli e dove la leggenda vuole che in una delle chiese sia nascosta l’Arca dell’Alleanza; poi in volo a Lalibela (UNESCO), isolato villaggio nascosto tra le montagne che custodisce le straordinarie chiese monolitiche, scavate nella roccia, narrano le leggende, in una sola notte.
Molto toccanti le espressioni di religiosità dei numerosi fedeli che pregano dinanzi questi luoghi di culto, oggi come secoli fa, specialmente in occasione di festività copte.
Una strada scenografica, che sfiora i 3.000 metri, tra vallate, montagne e piccoli villaggi, conduce a Gondar (UNESCO), la ‘Camelot d’Africa’, con castelli imperiali d’epoca medioevale e le splendide chiese affrescate con scene bibliche e i volti di riccioluti serafini. Da Gondar si raggiunge la vicina Bahirdar e da qui in battello sul Lago Tana per visitare alcuni antichi monasteri e i loro tesori, nascosti alla vista sulle sue sponde, che offrono uno spaccato della profonda religiosità di questo popolo.
Infine le cascate del Nilo Azzurro, che nasce proprio dalle acque del Lago Tana, per poi rientrare in aereo nella capitale Addis Ababa che ospita il più grande mercato all’aperto di tutta l’Africa. Tutti i viaggi prevedono esperte guide locali di lingua italiana o un accompagnatore italiano.
Programma di viaggio
1° giorno / Italia – Addis Ababa
Partenza in serata da Milano Malpensa o Roma Fiumicino per Addis Ababa con voli di linea diretti operati da Ethiopian Airlines. Pernottamento a bordo.
N.B. il volo da Milano Malpensa talvolta effettua lo scalo tecnico a Roma Fiumicino.
2° giorno / Addis Ababa
Arrivo al mattino, accoglienza da parte dello staff e trasferimento in città per la prima colazione. Intera giornata dedicata alla visita della capitale dell’Etiopia. Sorta come piccolo agglomerato sull’altopiano, a 2.400 metri di altitudine, lungo le rotte carovaniere e successivamente ampliata da Menelik nel 1887, Addis Ababa, il “nuovo fiore”, conta ora più di cinque milioni di abitanti e si fregia di essere la prestigiosa sede dell’Unione Africana, oltre che del più grande mercato all’aperto di tutta l’Africa. Si inizia con una veduta panoramica della capitale dalle colline di Entoto, appena alla periferia di Addis Ababa, ricoperte da una fitta boscaglia di eucalipti e che dall’alto dei loro 3.000 metri dominano la città. Si prosegue sugli ampi viali, lungo cui ammirare l’imponente e inaccessibile Palazzo di Menelik, non aperto alle visite, e la Piazza Meskel, da cui partì la rivoluzione di Menghistu. La Cattedrale di San Giorgio, dedicata al santo patrono d’Etiopia e voluta da Menelik per ricordare la vittoria di Adua nel 1896 del suo esercito sugli italiani, e l’imponente Cattedrale della Santissima Trinità, che ospita le spoglie dell’imperatore Hailé Selassié e della sua consorte. Trasferimento al Ramada Addis Ababa Hotel (5*) per prendere possesso delle camere, rinfrescarsi e depositare i bagagli.
Pranzo in un ristorante locale e visita all’interessante Museo Nazionale che, tra i vari reperti, ospita lo scheletro di “Lucy”, l’Austrolopitecus Afarensis ritrovato nella valle dell’Awash nel 1974 che si ricollega all’inizio della storia dell’uomo e risale a tre milioni di anni fa (non di rado è la copia di Lucy, in quanto l’originale è spesso in “tournée mondiale”). Cena in un ristorante e rientro in hotel per il pernottamento.
3° giorno / Addis Ababa – il sito sabeo di Yeha – Axum (il Parco delle Steli e l’Arca dell’Alleanza) (circa 100 km)
Prima colazione, trasferimento in aeroporto e volo domestico per Axum (Patrimonio UNESCO), situata nell’estremo nord del paese. Accoglienza all’arrivo e partenza in minibus per Yeha, a circa 50 Km in direzione est. La strada si fa largo attraverso paesaggi di montagna e verdissime vallate, siamo nel cuore del Tigray e a un’altitudine di circa 2.100 metri. Sovrastato da una roccia dalla forma di testa felina, Yeha è un piccolo villaggio costruito sui resti di un monumento dalle mura ciclopiche. Qui si erge l’unico tempio pagano ben conservato del periodo pre-axumita con iscrizioni in sabeo, l’alfabeto usato dai popoli della penisola arabica ed eretto probabilmente nel 700 a.C..
Non lontano dal tempio sorge un monastero ortodosso dei primi del XX sec. dedicato ad Abba Aftse, uno dei nove santi-missionari giunti in Etiopia dalla Siria per diffondere il Cristianesimo, ma che la tradizione vuole sia stato eretto sulle rovine di un tempio antichissimo fondato proprio dallo stesso santo. Rientro ad Axum e pranzo al ristorante. Nel pomeriggio visita dell’antica capitale del reame axumita, uno dei più potenti imperi del mondo antico che si espande alcuni secoli prima di Cristo. Le colossali stele e le rovine dei palazzi danno un’idea di quello che fu questo reame. Nella chiesa di Maryam Tsion, costruita per volere di Re Fasilidas intorno al 1650, è conservata, secondo la tradizione cui ogni etiope si sente indissolubilmente legato, la mitica “Arca dell’Alleanza”, contenente le originali “Tavole della Legge” consegnate da Yahweh a Mosè sul Monte Sinai, poi rubata dal Tempio di Gerusalemme da Menelik, primo imperatore d’Etiopia, figlio della Regina di Saba e di Re Salomone. L’ingresso alla cappella contenente le sacre tavole è inibito a chiunque, solo il prete-custode può accedervi e nessun altro, una interdizione che alimenta fede e mistero. Lì vicino il Parco delle Steli, tra le quali oggi svetta quella che l’Italia restituì nel 2005 (alta 23,5 m.) prelevata per ordine di Mussolini per essere innalzata a Roma nel Circo Massimo, mentre la maggiore stele che mai essere umano abbia costruito (33,50 m.) giace infranta in 4 imponenti pezzi. Sempre ad Axum si trovano gli altari votivi eretti da altri antichi re e ovunque ci sono testimonianze che fanno rivivere parzialmente le glorie di un antico passato; anche la religiosità è un dogma per gli abitanti dell’altopiano, la forma della croce appare un po’ ovunque, sui monili, sui decori delle abitazioni, sulle vesti e persino molte donne si tatuano la croce in fronte o sulle tempie. Cena e pernottamento allo Yared Zema Hotel (3*).
N.B. I voli locali potrebbero subire variazioni di orario anche con poco preavviso.
4° giorno / Axum – Lalibela e le chiese monolitiche (circa 360 km)
Prima colazione, trasferimento in aeroporto e volo domestico per Lalibela. Accoglienza all’arrivo e trasferimento in hotel per il pranzo.
Scoperta per la prima volta dagli europei nel 1520, Lalibela (sito UNESCO) è rimasta sempre isolata a causa del difficile accesso che ne ha mantenuto intatta l’originalità e la bellezza. Secondo la tradizione locale, le celebri chiese monolitiche sarebbero state costruite nell’arco di 23 anni da Re Lalibela, imperatore della dinastia Zaguè, prima del 1225, forse a opera di artigiani copti venuti dall’Egitto o da Gerusalemme.
Sono evidenti le influenze bizantine e arabe nonché uno spiccato senso artistico che si riflette nei decori delle facciate delle chiese scavate nel tufo rossastro. Le chiese sono in tutto undici, ogni edificio è costituito da un unico grosso masso, la cui base è ancora unita alla roccia, isolato dal resto del terreno da una profonda e larga trincea.
Scavato all’interno, è lavorato esternamente in modo da assumere la forma di tetto, facciata e pareti ed è infine traforato per ottenere porte e finestre: opera finissima che presuppone un progetto assolutamente lucido e originale e denota un vivo senso dell’arte coadiuvato da una manodopera abilissima. All’interno alcune chiese sono decorate con bassorilievi scavati direttamente nella roccia. La chiesa di Bet Giorgis, a forma di croce greca, presenta un tetto sostenuto all’interno da 4 colonne collegate da archi. Le chiese si suddividono in due ‘blocchi’, nord occidentale e sud orientale, distanti tra essi alcune centinaia di metri. Attraverso cunicoli e passaggi scavati nella roccia si peregrina da una chiesa all’altra per ammirare nel suo complesso questo monumento litico religioso unico al mondo. Nel pomeriggio visita di un blocco di chiese, la “Gerusalemme terrena”. Cena e pernottamento al Maribela o al Panoramic View, tra i migliori hotel di Lalibela, con una vista superba sulle valli circostanti.
N.B. nelle chiese è obbligatorio entrare senza scarpe, meglio portare un paio di calze aggiuntive da indossare solo per le visite all’interno.
5° giorno / Lalibela, la “Gerusalemme d’Africa” – escursione alle chiese rupestri di Nakuto Leab e Yemrehanna Kristos
Prima colazione ed escursione nei dintorni di Lalibela per altre interessanti visite. Le chiese rupestri fuori dal centro abitato, raggiungibili in macchina e con un ultimo tratto a piedi, differiscono da quelle di Lalibela per stile architettonico e periodo. A pochi chilometri di distanza la piccola ma interessante chiesa rupestre di Nakuto Leab ricavata nell’anfratto di una parete di roccia a strapiombo e agevolmente raggiungibile. Ultimo sovrano della dinastia Zaguè e nipote di Re Lalibela, il Negus etiope Nakuto Leab fece costruire questa chiesa all’interno della grotta e la leggenda narra che qui il re si ritirò per un certo periodo conducendo una vita da eremita. Per questo motivo la grotta venne in seguito consacrata come monastero e alcuni dipinti, custoditi all’interno, narrano la vita e le gesta del re. La chiesa ospita una preziosa e interessante collezione di croci antiche, manoscritti miniati e altre icone liturgiche. All’interno una piccola conca riceve gocce d’acqua che filtrano dalla volta in pietra, acqua che corre giù dalla chiesa a monte di Ashetem Maryam e perciò ritenuta benedetta, con proprietà curative.
Dopo un altro tratto di strada e circa 30 minuti di salita a piedi, si raggiunge l’altra insolita chiesa di Yemrehanna Kristos, anch’essa costruita in un anfratto di roccia con la facciata esterna composta da strati sovrapposti di legno e pietra chiara, con un sorprendente effetto cromatico. Lungo il ritorno, tra queste impervie piste di montagna, si ha modo di apprezzare come il giungere a Lalibela abbia proprio il sapore della Conquista in Terrasanta … non è un caso, forse, che Re Lalibela abbia voluto ricreare proprio qui, tra queste ostiche montagne, che accompagnano il lento e maestoso incedere del fiume Takazzé nelle profonde valli, i luoghi santi della tradizione cristiana, per permettere ai suoi poveri sudditi un più agevole pellegrinaggio in Terrasanta appunto: riappaiono così in terra d’Africa dei biblici luoghi omonimi come Bethlehem, il Pretorio di Pilato, il fiume Giordano. Pranzo e al pomeriggio si concludono le visite di Lalibela col secondo gruppo di chiese monolitiche (la “Gerusalemme celeste”). Non di rado si incorre in cerimonie religiose: sono momenti unici, assolutamente autentici e originali da vivere assieme a un popolo estremamente ospitale, per respirare e cercare di capire questa profonda religiosità che permea il quotidiano e traspare in ogni espressione della cultura etiope dell’altopiano. Nel tardo pomeriggio rientro in hotel, cena e pernottamento. (la partenza con archeologo del 16 Gennaio 2018 è prevista in occasione del Timkat, la più importante festa religiosa dell’Etiopia cristiana. Sarà possibile assistere alle celebrazioni dei fedeli e dei pellegrini qui a Lalibela)
6° giorno / Lalibela – Gondar (circa 360 km)
Prima colazione e partenza per una bella giornata di trasferimento attraverso spettacolari paesaggi pastorali. Durante il tragitto si susseguono ampie vallate e pendii scoscesi, campi coltivati e piccole macchie, capanne isolate o adunate in piccoli nuclei. Poi ovunque, anche nelle lande più isolate, il piacevole incontro con la gente in cammino; è come se un moto perpetuo regolasse la vita quotidiana del popolo dell’altopiano. Non è un caso se da sempre gli atleti etiopi dominano la scena mondiale delle competizioni su lunga distanza…vincendo anche scalzi.
La strada che conduce a Gondar fu costruita dai cinesi una trentina d’anni fa. Si sviluppa a una quota tra i 2.500 e i 3.000 metri, ora è quasi interamente asfaltata (anche se il processo di degrado è rapidissimo) e sfiora i piccoli villaggi serpeggiando nelle profonde vallate. Ci saranno bellissime soste panoramiche, cariche di magica maestosità e talvolta, pur credendo di esser soli, come per incanto appaiono dal nulla bambini e adulti colmi di sorrisi e comprensibile curiosità. Pranzo a pic-nic lungo la strada e arrivo a Gondar previsto in serata. Sistemazione al Goha Hotel, una confortevole struttura con una bellissima posizione in cima a una collina che domina la città. Cena e pernottamento in hotel.
7° giorno / Gondar – Bahirdar (circa 170 km)
La città imperiale di Gondar (Patrimonio UNESCO) è sita sulla piatta dorsale che da una corona di alte montagne scende verso sud, in vista dell’ampissimo specchio del lago Tana, e fu sede degli Imperatori d’Etiopia nei sec. XVII-XVIII.
Di quell’epoca conserva lo splendore delle pittoresche rovine dei celebri castelli imperiali e alcune delle sue quarantaquattro antiche chiese che ne fanno una delle città più interessanti del paese, tanto da essersi meritata l’appellativo di ‘Camelot d’Africa’. Il grande “castello di Fasiladàs”, con quattro torri angolari rotonde e un torrione quadrato, la cui elegante facciata ricorda vagamente le costruzioni del nostro Rinascimento, è a due piani con slanciati portali e finestre; a fianco c’è lo slanciato “Castello di Iasù I°” o della Sella, a pianta rettangolare con torri su tre angoli. Separato dal complesso ci sono i suggestivi ‘bagni di re Fasiladas’, una stupenda costruzione in stile medievale, immersa in una verde parco circondato da alberi secolari e collocata all’interno di una grande piscina rettangolare (ora spesso asciutta) e come unico accesso un pontile di pietra che ci ricorda un castello europeo circondato dal fossato e col suo ponte levatoio. Tra una bella vegetazione è situata la chiesa di Debre Berhàn Selassiè, posta in cima a una collina (m. 2239), costruita durante il regno di Iasù il Grande, ricchissima di pitture e resa universalmente celebre dallo stupefacente e suggestivo soffitto “a serafini”. Tutto il monte, al tempo degli imperatori, doveva essere fittamente abitato, come testimoniano i muretti e le rovine coperti dalla vegetazione.
Pranzo in un ristorante locale e nel pomeriggio partenza per Bahirdar lungo una bella strada che si snoda tra villaggi e attraverso un paesaggio ondulato dominato da un imponente torrione vulcanico e i resti del primo castello costruito nella regione dai regnanti etiopi. Arrivo a Bahirdar nel tardo pomeriggio e sistemazione in camere con servizi privati all’Avanti Blu Nile Resort, un hotel posizionato proprio sulle sponde del Lago Tana. Cena e pernottamento in hotel.
8° giorno / Bahirdar – Lago Tana – cascate del Nilo (75 km, di cui 14 in battello) Posizionata all’estremità meridionale del lago Tana, Bahirdar è una cittadina piacevole, dal clima mite quasi tutto l’anno, coi suoi lunghi viali alberati e una vita sempre in fermento. Scuole, università e intensi commerci ne fanno una delle città più importanti d’Etiopia. In mattinata si effettua una escursione in battello sul lago Tana (circa 40 minuti di navigazione) per visitare alcuni interessanti monasteri (Ura Kidane, Asua Mariam) che si celano tra la fitta vegetazione delle sponde del lago, sulla penisola di Zege, dove hanno trovato rifugio e sepoltura i monaci e dove vi si conservano ancora pitture e manoscritti risalenti al Medio Evo. Gli affreschi che adornano le pareti illustrano scene del Nuovo Testamento e della vita dei santi locali, con uno stile primitivo dai colori intensi ed estremamente suggestivi. I monaci saranno orgogliosi di mostrare alcuni dei loro tesori: icone e manoscritti medievali, le stupende croci che vengono impugnate durante le processioni, corone, bastoni e paramenti sacri, tra cui i colorati e drappeggiati ombrelli. Posto a 1.860 metri, a forma di cuore, il lago Tana è di natura vulcanica: le rocce che lo circondano e formano le sue isole fanno ipotizzare che esso si sia formato in seguito a uno sbarramento dovuto a potenti eruzioni. Non tutti i monasteri sono visitabili dalle donne; addirittura neppure gli animali di sesso femminile possono mettere piede su certe isole. Ritorno a Bahirdar e pranzo.
(Per motivi legati alla disponibilità del battello il programma potrebbe prevedere l’escursione sul Lago Tana al pomeriggio e le cascate del Nilo al mattino)
Al pomeriggio escursione alle cascate del Nilo Azzurro. La cascata di Tississat, che in amarico significa “acqua fumante”, è stata descritta dai viaggiatori come una tra le più belle del mondo: il Nilo Azzurro, che scorre tranquillo tra rive distanti forse 250 metri e rivestite di splendida vegetazione, si allarga fino a formare un fronte di quasi 500 metri e, dividendosi in quattro bracci principali tra le rocce lavorate e rivestite di muschi, erbe e alberi, precipita con un salto di circa 50 metri in una stretta e pittoresca gola. L’acqua si polverizza con alto fragore in nebbia, ben visibile da lontano e che ha dato il nome alla cascata (N.B. a causa della nuova seconda diga a monte del lago Tana, il livello dell’acqua è basso e quindi le cascate risultano oramai quasi in secca). Si mettono così a nudo uno strato di basalto e più sotto uno strato di tufo con ossidiana. Per raggiungere le cascate è necessario effettuare una camminata di circa mezz’ora, molto interessante in quanto si incontra gente del posto che si reca a piedi, sempre carica di fardelli, nei villaggi circostanti e attraversando l’antico ponte di pietra in stile portoghese, costruito nel XVII secolo per volere di re Fasiladas. Ritorno a Bahirdar. Cena al ristorante e pernottamento in hotel.
9° giorno / Bahirdar – Addis Ababa – partenza
Al mattino, dopo colazione, se possibile si effettuerà un breve giro. Il tempo a disposizione dipende dall’orario del volo domestico per la capitale. Si potrà visiterà il mercato cittadino o, in alternativa, la collina di Bezawit sulla quale si erge il palazzo di Hailé Selassié e dalla quale si gode uno stupendo panorama sul lago. In tarda mattinata trasferimento in aeroporto e volo per Addis Ababa.
Accoglienza all’arrivo e pranzo in un ristorante. Nel pomeriggio visita dell’immenso mercato all’aperto, suddiviso in zone aree merceologiche: dalle spezie ai tessuti, dai serramenti all’elettronica, tutto in un frenetico via vai di gente. Sarà possibile fare acquisti anche in belle gallerie d’arte o nei bei negozi di artigianato della capitale, dove si trovano prevalentemente oggetti in legno utilizzati dalle differenti tribù del Sud come poggiatesta, vasi, pestelli o croci copte, in ferro o in argento, dell’altopiano. Alcune camere a disposizione al Ramada Addis Ababa Hotel (una ogni quattro persone) fino alle 19, per rinfrescarsi e cambiarsi prima della partenza. Cena in un locale caratteristico, con musiche tradizionali e balli folkloristici di tutta l’Etiopia, e trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia. Notte a bordo.
10° giorno / arrivo in Italia
Arrivo a Roma Fiumicino / Milano Malpensa al mattino presto.
Il Timkat, l’Epifania copta
(partenza del 16 Gennaio 2018, con archeologo)
Il Timkat (Epifania copta) è la ricorrenza religiosa più importante del calendario copto e celebra il Battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano. Il Timkat ricorre esattamente dodici giorni dopo la festa del Ghenna, il Natale copto (che corrisponde alla Epifania cattolica).
Nel 2018 si festeggia il 19 Gennaio e le celebrazioni iniziano la sera della vigilia (18 Gennaio) e continuano per tutta la notte, con un susseguirsi di interminabili processioni, canti e danze fino all’alba. Durante le processioni le sacre Tabot, le tavolette lignee realizzate a immagine di quelle dell’Arca dell’Alleanza e conservate nel Maqdas (il Sancta Sanctorum, la parte sacra e inaccessibile), dalle varie chiese vengono traslate in prossimità di punti d’acqua che simboleggiano la fonte battesimale. Le Tabot, ricoperte di tessuti damascati, vengono riposte all’interno di una tenda e vegliate tutta la notte dai preti bardati di paramenti sacri e dai pellegrini avvolti nei bianchi shamma (teli di cotone tradizionali).
L’atmosfera è magica, i preti danzano e cantano suonando ritmicamente i sistri, l’aria è pervasa di vibrazioni e fervore religioso. Nel momento in cui il primo raggio di sole si affaccia dalle cime delle montagne, l’Abuna immerge una croce nell’acqua e vi spegne una candela consacrata. L’acqua così santificata viene spruzzata sui fedeli assiepati tutt’intorno.
I Diaconi gridano la loro gioia mentre i fedeli rinnovano le promesse del battesimo con le abluzioni e sono in molti a cercar direttamente di bagnarsi con l’acqua consacrata. La tensione generale si allenta. Finito il rito, le Tabot, portate sulla testa dai sacerdoti che si muovono sotto ombrelli multicolori, rientrano nelle chiese dove rimangono protette nel Maqdas fino al Timkat successivo.
La partenza del 16 Gennaio 2018 è stata studiata per assistere alle celebrazioni del Timkat nella città sacra di Lalibela, la Gerusalemme d’Etiopia.I voli e tutti i servizi sono già stati riservati con un anno di anticipo rispetto alla data di partenza, i posti saranno disponibili solo per pochi privilegiati (max 14 persone).
Per informazioni:E-Mail: info@viaggilevi.com // Web site: www.viaggilevi.com