sceneggiatura Alessio Consorte, Christian Iansante, Roberto Pedicini cast e voci narranti Alessio Consorte, Christian Iansante, Roberto Pedicini, Alberto Angrisano, Roberto Draghetti, Francesco Cavuoto, Barbara Villa, Mattea Serpelloni, Milo Vallone, Maurizio Modica, Tino Santoro, Giovanni D’Addario, Andrea Frediani, Adriano La Regina, Ezio Mattiocco, Paolo Poccetti genere docufiction prod Italia 2021 durata 67 min.
Nelle città romane il Decumano rappresentava la principale via di attraversamento da est a ovest (il Cardo da nord a sud). Prendendo idealmente le mosse dal tracciato della mitica via Valeria, che da Roma puntava dritto verso est, ossia verso l’attuale Abruzzo, Alessio Consorte ha ricostruito un viaggio nel tempo e nello spazio sulle tracce della cosiddetta “Guerra sociale”, durata dal 91 all’88 a.C. Guerra così chiamata perché combattuta da Roma contro i “soci”, ossia i suoi alleati, le popolazioni non latine che occupavano importanti aree dell’Italia Centrale. Equi, Frentani, Piceni, Marsi, Sanniti e molti altri popoli “periferici” rispetto al potere di Roma, ma non meno civilizzati. Determinanti, per giunta, poco più di un secolo prima, nella salvezza dell’Urbe contro le armate di Annibale.
Il regista sceglie dunque una pagina pochissimo nota della storia romana per allestire un interessantissimo docufiction che mette in campo, a pari grado, illustri studiosi di storia antica, numismatica, linguistica, archeologia e altre scienze, e gruppi di rievocatori storici, animazioni e computergrafica, riprese con i droni e testimonianze antiche narrate da enigmatici personaggi usciti dall’ombra dei secoli. E mette in campo, soprattutto, un lunghissimo lavoro preparatorio sul campo che non solo si fa ammirare per le magnifiche riprese, ma anche per l’interessantissima “scoperta” di luoghi e siti archeologici poco noti o addirittura sconosciuti. Tutti con indicazioni satellitari per i gps. In Abruzzo, infatti, quasi ogni colle, ogni rilievo di importanza strategica conserva tracce di antichi insediamenti. Incastellamenti, templi, fortezze, santuari, posti di avvistamento che hanno consentito ai popoli che li abitavano di tenere in scacco per anni le legioni romane guidate dai migliori generali.
Molto interessanti anche alcune particolarità portate alla luce dalle ricerche storico-archeologiche su questo conflitto, come la comparsa, per la prima volta, del nome Italia su monete e, sempre su monete, la simbologia del toro, animale sacro dei popoli appenninici, che incorna la lupa, noto simbolo di Roma. Con anche qualche sassolino che scivola dall’archeologica suola di qualche antico sandalo, come le perplessità di ordine storico sull’attribuzione del cosiddetto Guerriero di Capestrano conservato al Museo Nazionale di Chieti. O segni di continuità millenaria tra antichi riti pagani e ricorrenze cristiane, come la Festa dei Serpari di Cocullo (Aq). Il film esce in anteprima al cinema Massimo di Pescara il 21 ottobre per proseguire quindi nelle sale dei principali centri abruzzesi e poi a Roma, Milano e nelle più importanti città italiane.
E allora perché vederlo?
Perché in un paese come il nostro, con la cultura si deve mangiare. A colazione, pranzo e cena.