Da sabato 6 dicembre, apre il Museo Paleontologico di Montevarchi dopo oltre sei anni di chiusura impiegati per dotare la celebre istituzione di un allestimento al passo con i tempi.
Custodisce una delle più interessanti raccolte europee di fossili, tutti estratti da quell’immensa “miniera” che è il territorio del Valdarno. Qui tra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore, ovvero tra 5,332 e 2,588 milioni di anni fa, una giungla equatoriale si trasformò gradualmente in una tundra sotto la quale, per un singolare, fortunata combinazione chimico fisica, i resti degli antichi animali si fossilizzarono perfettamente. Le scoperte datano già in epoca medicea ma il sottosuolo continua ad offrire sempre nuove sorprese.
Il Museo accoglie circa 2600 reperti. Fra essi si distinguono fossili vegetali, come le noci di Juglans tephrodes e le foglie di Platanus aceroides e una ricca collezione di fossili animali, provenienti quasi esclusivamente dal Valdarno Superiore e di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore. Tra gli esemplari più interessanti del museo ricordiamo un gigantesco scheletro di elefante quasi completo con enormi difese della lunghezza di 320 cm., Mammuthus meridionalis – popolarmente noto come “Gastone l’elefantone”, il cranio della “Tigre dai denti a sciabola”, Homotherium crenatidens, chiamata così a causa delle dimensioni dei canini superiori, i crani di Hystrix etrusca, ed il cranio del Canis etruscu , il “Tipo”, cioè il primo che ha dato origine ad una nuova specie.
Una delle ultime acquisizioni consiste in resti fossili di Palaeoloxodon antiquus rinvenuto in località Campitello, presso Bucine (Ar) nel 2001, la cui importanza risiede nel fatto che accanto ad essi sono stati trovati tre strumenti litici con ancora i resti delle legature originali. La giovane elefantessa, subito popolare, è conosciuta come “La Giulia”. L’allestimento originale collocato, con una sistemazione “ottocentesca”, in quaranta vetrine disposte in tre gallerie dal notevole valore storico, è stato sostituito da un allestimento moderno capace di disegnare un percorso didattico in grado di stimolare l’interesse e arricchire la conoscenza del visitatore.
Il percorso del Museo Paleontologico è completato da una nuova sezione archeologica dedicata allo studioso locale Alvaro Tracchi, in cui sono esposti reperti etruschi provenienti dal territorio del Valdarno, ma anche dalla zona del viterbese; gli apparati didattici e la multimedialità permetteranno di proporre una didattica archeologica innovativa e capace di approfondire tematiche di vita quotidiana antica.
Infine la nascita di un laboratorio di restauro interno, che permetterà di monitorare lo stato di conservazione del materiale e di intervenire tempestivamente, ma anche di svolgere attività didattiche per bambini per lo sviluppo della manualità o corsi di formazione per adulti.
Informazioni e prenotazioni
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