Nel 1914 Agatha Christie, una signora inglese sposata a un ufficiale d’ aviazione al fronte, mentre svolge il suo lavoro di infermiera volontaria nell’ ospedale di Torquay nel Devon, dove spesso maneggia ogni tipo di veleno, inizia a scrivere un racconto poliziesco per diletto e in rivalità con sua sorella. In quel periodo il modello narrativo (irraggiungibile) è quello di Sherlock Holmes, il detective scaturito dalla penna di Arthur Conan Doyle. Protagonista della storia inventata da Agatha è l’investigatore belga Hercule Poirot, un buffo omuncolo con baffetti neri ridicoli, capelli altrettanto nerissimi, ma dall’ intuito investigativo acutissimo. Nel 1920 il romanzo intitolato Poirot a Styles Court viene stampato da una casa editrice che imporrà un contratto capestro alla scrittrice (di cui si libererà solo anni dopo), seguito da diversi racconti e da una seconda pubblicazione L’ assassinio di Roger Ackroyd. I lettori riconoscono subito nella giovane autrice un talento formidabile nel praticare la detective story destinata a diventare leggenda. Agatha Christie, nata nel 1890 a Torquay, morirà nel 1976 a 86 anni lasciando in eredità 78 racconti polizieschi, 19 sceneggiature teatrali, 10 libri di vario genere. Eppure uscirà di scena ponendosi nei confronti dei suoi estimatori come una persona assolutamente modesta.
“Il mio lavoro è del tutto privo di importanza- confesserà poco prima di andarsene- dieci anni dopo la mia morte nessuno si ricorderà più di me. Ho uno spirito di osservazione che vale zero, non me ne intendo di pistole e di esplosivo (per questo ammazzo di solito i miei personaggi col veleno) e quando scrivo a macchina faccio parecchi errori di ortografia”. Invece, come sappiamo, a quarantatré anni dalla sua scomparsa Agatha Christie è sempre la più grande scrittrice di gialli del XX secolo e la più tradotta in tutto il mondo, non dimenticando che una delle sue diciannove commedie Trappola per topi andata in cartellone a Londra nel 1952, è stata inserita nel Guinness dei primati per il maggior numero di rappresentazioni sul palcoscenico in un solo teatro, l’Ambassador. La “regina del giallo” si distingue nel panorama del genere poliziesco per aver inventato un nuovo modo di rappresentare il colpevole. A volte è colui che narra la storia, ma anche quello che muore troppo presto e perfino quello capace di moltiplicarsi (il colpevole non è uno solo, ma molte persone insieme).
Pochi anni dopo Poirot nasce un nuovo personaggio, la simpatica vecchietta Miss Marple, diabolica investigatrice cui non sfugge nulla. È il 1930 quando viene pubblicato La morte nel villaggio. Nella sua autobiografia la grande giallista inglese racconterà: “Della stesura del romanzo non ricordo assolutamente nulla. Non ricordo nemmeno chi mi abbia suggerito di affidare il ruolo dell’investigatore all’ inconsueta figura di Miss Marple. Allora non sapevo che anche lei, come Poirot, mi sarebbe rimasta appiccicata per tutta la vita. C’è gente che continua a scrivermi, proponendomi di farli incontrare. E perché, poi? Sono convinta che non si divertirebbero affatto. Quell’ egocentrico di Poirot non gradirebbe di farsi dare lezioni da un’anziana zitella come Miss Marple. No, a loro modo sono due divi entrambi e io non li farò mai incontrare a meno di non sentirne un insopprimibile bisogno”. Nel 1926 Agatha Christie verrà lasciata dal suo primo marito, che la tradiva con la segretaria e per undici giorni disperata e amareggiata scompare nel nulla. Sarà rintracciata in un albergo della campagna inglese. Nel 1979 a questo episodio il regista Michael Apted dedicherà il suo film Il segreto di Agatha con Vanessa Redgrave nei panni della Christie e Dustin Hoffman in quelli del giornalista americano Wally Stanton che la ritrova sola e confusa. Ovviamente il cinema e la televisione si appropriano ben presto della sua immensa opera letteraria a partire dal 1928
Nel 1982 il ruolo di Miss Marple sarà affrontato anche dall’ attrice Angela Lasbury (che anticipa la sua partecipazione alla serie televisiva La signora in giallo) in Assassinio allo specchio di Guy Hamilton con Kim Novak e Elizabeth Taylor, due dive nella finzione in lotta per ottenere il ruolo di Maria Stuarda in una produzione hollywoodiana. Negli anni Settanta è la volta di due kolossal molto popolari, Assassinio sull’ Orient Express, 1974 di Sidney Lumet con Albert Finney e Assassinio sul Nilo, 1978 di John Guillermin con Peter Ustinov. Due film ricchi di star e vecchie glorie di Hollywood ancora oggi molto amati dal pubblico televisivo. Due anni dopo Peter Ustinov indossa nuovamente i panni di Poirot in Delitto sotto il sole che si avvale di location prestigiose. Scrittori, giallisti, registi e critici letterari in questi anni si sono cimentati nell’ analizzare l’opera di Agatha Christie per cercare di capire il vero motivo di un successo planetario che pare non finire mai. Forse il suo segreto è stata la modestia e la semplicità con cui ha saputo svolgere il suo lavoro di romanziera. “Mia nonna – confessava suo nipote Matthew Pritchard – mi faceva divertire un mondo e naturalmente io non avevo idea che fosse una famosa scrittrice di gialli. Lei era la più normale delle nonne e solo a otto anni, quando andai in collegio mi resi conto che mia nonna doveva essere “qualcuno”. Non tanto perché in quegli anni cominciò a farmi recapitare in collegio ogni libro che pubblicava, ma per i fatto che i libri che ricevevamo dall’ esterno dovevano passare la censura del preside e quelli firmati firmati da Agatha Christie rimanevano nei cassetti della presidenza per settimane. Scoprii che, prima di consegnarmeli, il preside se li leggeva tutti d’ un fiato e poi li passava allo moglie..”. Straordinaria Agatha, la Regina del delitto che non finisce mai di stupirci…