tit orig Mi obra maestra sogg e sceneggiatura Andrés Duprat cast Guillermo Francella (Arturo Silva) Luis Brandoni (Renzo Nervi) Raúl Arévalo (Alex) Andrea Frigerio (Dudu) genere commedia lingua orig spagnolo prod Spagna, Argentina 2018 durata 105 min.
Prendiamola un po’ alla lontana. Nel suo ultimo film, F for Fakes (F come Falso, 1974), che racconta la vita di un falsario e del suo ambiente, Orson Welles narra un apologo a proposito di Pablo Picasso. Dato che il mercato dell’arte era invaso da falsi Picasso, un mercante ebbe lo scrupolo di mostrare al maestro alcuni quadri controversi che il pittore bocciò senza appello come opere non sue. Il mercante ne portò altri e altri ancora ricevendo sempre lo stesso inappellabile verdetto. Non del tutto convinto, ebbe un’idea: prese alcune tele che sapeva autentiche e portò anche quelle da Picasso il quale le bollò inesorabilmente come false. «Ma, maestro – replicò il mercante – vi ho visto io stesso dipingere questi quadri!». E il pittore, senza battere ciglio: «E con ciò? Anche Picasso può fare dei falsi Picasso». Il divertente apologo per dire che oggi un pittore famoso può dipingere ciò che vuole, quando vuole e come vuole. Anche da morto.
Ce lo aveva già mostrato un altro bel film, anch’esso degli anni ‘70: L’amico americano (1977) di Wim Wenders. Qui, un mercante senza scrupoli fa credere morto un amico pittore in modo da far alzare le sue quotazioni nel corso di importanti aste. E veniamo finalmente questa Obra maestra Andrés Duprat, fratello del regista e sceneggiatore del film, è il direttore del Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires e dunque di artisti, quadri, quotazioni, mercanti, galleristi, case d’asta, mostre e tutto quanto ruota attorno al mondo dell’arte contemporanea ne sa qualcosa. Tanto che si permette il lusso di prendere le opere di un vero pittore argentino, Carlos Gorriarena (1925-2007), per farne il corpus artistico dell’immaginario pittore argentino Renzo Nervi. Personaggio connotato come il perfetto archetipo dell’artista: stravagante, bizzarro, egoista, megalomane ancorché dotato di immenso talento. Qualcosa di simile a un certo Daniél Mantovani, scrittore argentino premio Nobel per la letteratura. Personaggio immaginario messo in scena nel 2016 ancora dai fratelli Duprat nel film Il cittadino illustre. Sembra dunque che la premiata ditta Duprat Bros ci provi gusto a rovistare nel giardino delle Muse anche perché, in entrambi i casi, gli esiti sono decisamente positivi. Belle storie intriganti, ben recitate, col giusto ritmo e una perfetta progressione. Incluso anche quel pizzico di dramma che rende ancora più sapida la commedia. Un capolavoro? Beh, non esageriamo! Con l’aria che tira nelle sale (e sulle piattaforme) accontentiamoci di avere due ore consecutive di buon cinema.
E allora perché vederlo?
Perché tutti, almeno una volta, abbiamo sognato di appendere in salotto un quadro d’autore.
DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi