sceneggiatura Roberto Andò, Franco Marcoaldi dall’omonimo romanzo di Roberto Andò (La Nave di Teseo) cast Silvio Orlando (Gabriele Santoro) Giuseppe Pirozzi (Ciro Acerno) Lino Musella (Diego) Salvatore Striano (Carmine Acerno) Imma Villa (Angela Acerno) Gianfelice Imparato (Renato Santoro) Roberto Herlitzka (Massimo Santoro) produzione Ita-Fr 2021 genere drammatico durata 106 min
Un quartiere degradato e preda della criminalità, un uomo anziano, scorbutico e solitario, un ragazzino a rischio… Di che film si tratta? Gran Torino (2008) di Clint Eastwood diremmo in coro. E invece no: non siamo nella Detroit dei reduci di guerra e degli immigrati asiatici, ma nei Quartieri Spagnoli di Napoli, preda della Camorra e della paranza dei bambini. Cui appartiene Ciro, che l’ha fatta più grossa di lui: scippare la madre di un boss mandandola in coma. Sgarro da lavare con il sangue nel codice mafioso. E così il piccirillo non trova di meglio che intrufolarsi di soppiatto nella casa del professor Santoro, maestro di musica al conservatorio. Se abbiamo scomodato il film del fascistone Eastwood è anche perché c’è una cosa che li accomuna, con ogni probabilità involontaria, ma proprio per questo significativa: Silvio Orlando, come Clint, guida una vettura Ford.
Non il celebre modello d’epoca che dà il titolo al film americano, ma una ben più modesta Focus vecchia e ammaccata. Ecco: la differenza tra i due film è proprio sublimata da questa metafora. Scalcagnato e arruffato il film italiano, lustra e smagliante nelle sue cromature la pellicola made in Usa. Eastwood, che comunque lo si valuti il cinema lo sa fare, mette in scena un meccanismo drammaturgico a orologeria che non sbaglia una mossa fino alla catarsi finale. Andò divaga, perde il filo, ridonda, banalizza quando ci sarebbe da enfatizzare ed enfatizza quando non è il caso. Le armi, per esempio: il mite musicologo fa il diavolo a quattro per entrare in possesso di un piccolo arsenale, maneggia una pistola con sorprendente disinvoltura e poi la getta in mare. E la catarsi è un viaggetto in Costa Azzurra con controllo alla frontiera (ma hanno abolito Shengen?) di una banalità e di un deja-vu disarmanti. Una vecchia Focus ammaccata, altro che una Gran Torino.
E allora perché vederlo?
Perché per battere la Camorra, come tutte le mafie, bisogna conoscerla.
DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi