tit orig id. sogg Shaka King, Will Berson, Keith Lucas, Kenneth Lucas sceneggiatura Shaka King, Will Berson cast Daniel Kaluuya (Fred Hampton) Lakeith Stanfield (William O’Neal) Jesse Plemons (Roy Mitchell) Dominique Fishback (Deborah Johnson) Ashton Sanders (Jimmy Palmer) Martin Sheen (Edgar J. Hoover) Algee Smith (Jake Winthers) Dominique Thorne (Judy Harmon) genere storico-drammatico prod Usa 2021 lingua orig inglese durata 120 min.
Chicago 1968. Bastano luogo e data per evocare, anche allo spettatore più distratto o digiuno di storia, immagini che all’epoca fecero il giro del mondo. Quando, durante la Convention del Partito Democratico, quello dei presidenti Kennedy e Johnson ossia della fallita invasione di Cuba (Baia dei Porci 1961) e dell’escalation nella Guerra del Vietnam, decine di migliaia di persone scendevano in piazza per protesta, appunto, contro la Dirty War (la sporca guerra). Era la fine di agosto e tre mesi prima, a Memphis, Tennessee, era stato ucciso Martin Luther King. La popolazione afroamericana era in subbuglio: carne da cannone nel Sudest Asiatico, priva dei diritti elementari in patria. Nel 1965 un altro storico leader afroamericano era stato ucciso: Malcolm X. Tra i neri non erano pochi coloro che ritenevano impossibile ottenere risultati attraverso un lento processo di emancipazione o con i metodi non violenti di disobbedienza civile di King. Molti, anzi una bella maggioranza, affiancava all’opera di sostegno dei più poveri, mediante la creazione di scuole, ospedali e mense pubbliche, la lotta armata. Specialmente contro i corpi di polizia e l’Fbi i cui agenti non esitavano a loro volta di servirsi di mezzi illegali per reprimere il dissenso.
Ebbene, il contesto da cui prende le mosse questo film è appunto la cellula del partito delle Pantere Nere di Chicago il cui leader indiscusso è il carismatico Fred Hampton. Benché giovanissimo è già uno scafato trascinatore di folle, capace di alimentare speranze e ragioni di chi si sente privato di entrambe. Ma, come da titolo, questo “messia nero” ha alle costole un Giuda, un traditore capace di venderlo all’Fbi non per trenta denari, ma per una pompa di benzina. In un’escalation perversa da cui nessuno può sfuggire. Nemmeno il biondo agente federale che recluta un ladruncolo d’auto per infiltrarlo con il ricatto nelle Pantere Nere. Il resto è storia, nel senso che i fatti conseguenti sono noti anche a livello processuale, ossia fiction per la messa in campo di tutti gli ingredienti drammaturgici del genere già bel collaudati e visti in decine di film analoghi. Da Mississippi Burning (1988) episodio citato en passant, al più recente Selma, la strada della libertà (2014) passando per i vari biopic su Malcolm X e gli altri leader neri. Intenso, testo e vibrante nella prima metà, il film si adagia un po’ nella seconda con qualche ridondanza di cui non si avverte la necessità. Ma arrivando giusto al traguardo che si era prefissato. Di ottimo livello il cast con un impareggiabile Martin Sheen che giganteggia nei pur pochi minuti in cui porta sullo schermo il sanguinario e losco Edgar J. Hoover, direttore nonché anima nera dell’Ufficio Federale di Investigazione e dei suoi metodi infami di condotta delle indagini (omicidi di stato inclusi).
E allora perché vederlo?
Perché dietro lo spettacolo c’è una verità molto amara (e molto americana).