sogg e sceneggiatura Jonathan Jakubowicz cast Jesse Eisenberg (Marcel Mangel) Clémence Poésy (Emma) Matthias Schweighöfer (Klaus Barbie) Félix Moati (Alain Mangel) Gésa Röhring (Georges Loinger) Karl Markovics (Charles Mangel) Vica Kerekes (Mila) Ed Harris (gen. Patton) Edgar Ramirez (Sigmud) genere drammatico prod Usa, Gb, Fr, Ger 2020 lingua orig. inglese, con qualche frase in tedesco ed ebraico durata 120 min.
Certamente anche le persone meno appassionate di teatro conoscono almeno il nome di Marcel
Marceau (1923-2007), il più grande mimo che abbia mai calcato le scene. Ma molto probabilmente anche i più sfegatati fan dell’arte muta non sanno che Marcel Marceau è stato in gioventù un eroe della Resistenza francese, ufficiale di collegamento delle truppe alleate e che la sua prima performance artistica si è tenuta davanti ai 3mila soldati del generale George S. Patton. Ecco, il film
di Jakubowicz alza il velo su questa parte della vita di Marceau, o meglio di Marcel Mangel, il bizzarro secondogenito di Charles, macellaio kosher di Strasburgo, che il padre vorrebbe più tempo nella bottega di famiglia, ma che invece preferisce trascorrere le ore sui palcoscenici dei locali di
quart’ordine e seguire la propria vocazione artistica.
Ma la guerra incombe e, prima del conflitto, la comunità ebraica strasburghese ospita un nutrito gruppo di bambini ebrei tedeschi orfani in seguito alle violenze subite in patria. La parentesi è breve e presto arriva l’ordine di abbandonare la città troppo vicina alla frontiera per riparare nella più centrale Limoges. La rapida invasione della wehrmacht induce poi i fuggiaschi a unirsi alla Resistenza e raggiungere Lione, teatro delle efferatezze di Klaus Barbie, il ben noto boia della città sul Rodano. Qui, l’impresa più eclatante compiuta da Marcel è il trasferimento di un gruppo di bambini ebrei in Svizzera passando naturalmente proprio sotto il naso del gerarca nazista. Proposto in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio), il film rappresenta dignitosamente una pagina poco nota dell’immane tragedia che ha colpito l’Europa nella prima metà del secolo scorso. Purtroppo però la realizzazione non è esente da luoghi comuni del genere e da non poche ingenuità dello sviluppo narrativo come la sequenza dell’attraversamento della frontiera girata in una scenografia smaccatamente finta. Di buon livello, ma senza particolari guizzi, il cast. Incluso il pur volonteroso Jesse Eisenberg.
E allora perché vederlo?
Semplice: per non dimenticare…