Da vedere in DVD: “Coda-I segni del cuore” di Sian Heder

tit orig Coda sogg dal film La famiglia Bélier di Éric Lartigau sceneggiatura Sian Heder cast Emilia Jones (Ruby Rossi) Eugenio Derbez (Bernardo Villalobos) Troy Kotsur (Frank Rossi) Ferdia Walsh-Peelo (Miles) Daniel Durat (Leo Rossi) Marlee Matlin (Jackie Rossi) Amy Forsyth (Gertie) Kevin Chapman (Bradie)  genere commedia prod Usa, Fr, Can 2021 lingua orig inglese e lingua dei segni inglese durata 111 min.

 

Dalla Francia all’America, dai campi coltivati ai pescherecci e da gradevole commedia vagamente surreale a bolso remake che olezza un po’ di ammuffito. È questa, in estrema sintesi, la parabola narrativa che ha trasformato il frizzante filmetto francese del 2014 intitolato La famiglia Bélier nel bolso nonché incomprensibile Oscar 2022 come miglior film più qualche altra patacca collaterale. E il punto è proprio questo: se fosse un soggetto originale e non un remake questa Coda attaccata al niente potrebbe persino avere qualche piccolo spunto gradevole, un minimo di ruspante e genuina freschezza, qua e là, tra un politicamente corretto e l’altro. Tuttavia non è, appunto, un soggetto originale e il confronto con l’antecedente si rende obbligatorio.

E il paragone si fa impietoso. Ben peggio di un altro malriuscito calco “made in Usa” di un film europeo: Vanilla sky (2001), rimasticatura stelle-e-strisce dello spagnolo Apri gli occhi (1997). In quest’ultimo caso, per giunta, lo zampino autorale dell’origine era di un certo Alejandro Amenábar ossia uno dei migliori talenti in circolazione non certo l’anonimo quanto onesto artigiano della macchina da presa Éric Lartigau. In buona sostanza, e senza giraci tanto intorno: non c’è nulla di peggio della mancanza di idee per arrivare a produrre un’opera fiacca, prevedibile e scialba come quella allestita dalla 45enne autrice bostoniana alla sua seconda prova da regista. Un esempio su tutti: le rivendicazioni sindacali dei pescatori Rossi al posto delle baruffe chiozzotte rural-politiche dei Bélier. Da far cascare le braccia. Se poi dovessimo accostarle alle analoghe tribolazioni di ‘Ntoni Valastro nella Terra trema (1948) di Visconti le estremità superiori finirebbero addirittura sotto le poltrone della sala. Ma tant’è: oggi il cinema, e il cinema hollywodiano in particolare, è esattamente quel pastrocchio lì. Prendere o lasciare. E si può anche lasciare.

 

E allora perché vederlo?

Solo ed esclusivamente se in cartellone non c’è proprio niente di meglio. Caso tutt’altro che improbabile visto quel che passa il cinematografico convento del XXI secolo.

 

DVD selezionati da Riccardo E. Zanzi, recensione di Auro Bernardi

 

Egidio Zanzi:
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