Ne I limoni d’inverno un incontro platonico, perché l’amore ha tante sfaccettature, tante maniere diverse per estrinsecarsi
Due terrazze gemelle a Roma e due cuori solitari, per diversi motivi (e motivi diversi). Lui, anziano professore in pensione, separato dalla moglie, lei moglie infelice di Luca, fotografo di (e alla) moda, che non regge più i ritmi di una vita coniugale e professionale sempre oltre i propri limiti, i propri orizzonti, i propri desideri. Fatale che le due solitudini debbano incontrarsi. Complice le piante dei rispettivi terrazzi (tra cui un limone del prof. che non ne vuol sapere di fruttificare, ma che dà il titolo alla storia) e l’antica vocazione artistica di lei per la pittura. Incontro platonico, platonicissimo, perché l’amore ha tante sfaccettature, tante maniere diverse per estrinsecarsi e non necessariamente tutte destinate a mutarsi in passione.
A volte basta e avanza l’amicizia complice o la complicità d’intenti. Perché se è vero che Pietro ed Eleonora sono soli, non sono senza amici, familiari e sodali con cui tessono una rete di relazioni secondarie, ma non meno importanti per le loro vite. Passate e, soprattutto, future. C’è Domenico, “fratello prodigo” del professore, con il suo sogno nel cassetto di rimettere in sesto una vecchia barca con cui prendere il largo. Più da se stesso che dalla terraferma. C’è poi Nicola, il ragazzo del bar sotto casa. Aiutato dal professore a migliorare il proprio orizzonte culturale che nel momento del bisogno diventa a sua volta un preziosissimo aiuto per l’anziano. Una fitta ragnatela di brevi parole, di silenzi, di sguardi, di brevi passeggiate o incontri casuali per portarci per mano, piano piano, passo passo, nel cuore del dramma. Un dramma silenzioso, fatto a sua volta di gesti quotidiani, attese, ricerche, speranze e delusioni che non lasciano indifferenti. Che non lasciano nessuno così com’era prima.
Al suo secondo film soggetto la regista si dimostra capace e dotata. In grado di padroneggiare bene la macchina da presa e usarla per una scrittura cinematografica matura e densa di significati. Supportata da un ottimo cast con un misuratissimo De Sica che si dimostra attore completo, capace appunto anche di accenti drammatici. Mai enfatizzati, mai sovraccaricati, ma sempre tenuti a misura. Le musiche di Nicola Piovani, vecchio marpione delle colonne sonore, e la fotografia di Daniele Ciprì, altro vecchio marpione dell’esposimetro, completano l’alta artigianalità del film.
E allora perché vedere I limoni d’inverno?
Perché tutti, in casa nostra o alla porta accanto, abbiamo o abbiamo avuto a che fare con malattie degenerative.
Dettagli del film I limoni d’inverno
sceneggiatura Anna Pavignano, Mario Luridiana, Remo Tebaldi, Caterina Carone, Alessio Galbiati cast Christian De Sica (Pietro Lorenzi) Teresa Saponangelo (Eleonora) Francesco Bruni (Nicola) Luca Lionello (Domenico) Max Malatesta (Luca) Agnese Nano (Diana) Anna Jodice (Anna) Sergio Basile (medico) genere drammatico prod Italia Polonia, 2023 durata 105 min.