Visto che in tempi di Covid è diventata quasi un’abitudine, cominciamo anche noi col “dare i numeri”. Del Festival di Locarno (4-14 agosto), la rassegna ticinese che, per calendario e importanza, si colloca a mezza strada tra Cannes e Venezia. Con l’ambizione, se non di competere con le due sorelle maggiori, di farne almeno il controcanto. Per qualità e quantità. Ed ecco, appunto i numeri: 203 i film in programma, 97 le prime assolute e 8 le prime internazionali (ossia film inediti eccetto che nel paese di produzione). 11 le sezioni in cui sono divisi i film (4 competitive, 5 non competitive, 2 le sezioni parallele). Infine si torna nell’immensa platea (una delle più vaste del mondo) di Piazza Grande, cuore storico della città, che prima del covid poteva ospitare oltre 8mila spettatori.
A inaugurare la rassegna, il giorno 4 in Piazza Grande, appunto, sarà il film italiano “Beckett”, di Ferdinando Cito Filomarino, prodotto da Luca Guadagnino. Il film sarà poi disponibile dal 13 agosto in esclusiva su Netflix. Per il regista si tratta di un ritorno in quanto nel 2010 aveva esordito nella sezione Pardi di Domani con il cortometraggio Diarchia. Beckett è interpretato dal figlio d’arte John David Washington (mi manda papà Denzel) e da Boyd Holbrook, Vicky Krieps e dal premio Oscar Alicia Vikander. Si tratta di un thriller ambientato in Grecia. Durante una vacanza, un turista americano diventa l’obiettivo di una caccia all’uomo. Costretto a fuggire per salvare la pelle, attraversa tutto il paese per raggiungere l’ambasciata statunitense, in un crescendo di disordini e cospirazioni. Un po’ L’uomo che sapeva troppo, un po’ Intrigo internazionale, l’intreccio hitchcockiano promette una crescente tensione drammatica.
Ancora il tricolore in evidenza con il film di animazione “Yaya e Lennie-The Walking Liberty”, di Alessandro Rak, in programma il 12 agosto. Una storia di fantasia per ripensare a temi molto concreti quali le emergenze ambientali. Yaya e Lennie sono infatti due ragazzi che si muovono in un futuro apocalittico, in cui Napoli (e il mondo intero) a causa di una serie di catastrofi ecologiche, si è trasformata in una foresta impenetrabile. Il film, prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema, uscirà nelle sale per Nexo Digital.
C’è un po’ di Italia anche nell’ultimo film di Abel Ferrara, presentato in concorso, nel senso che, accanto a Ethan Hawke e Cristina Chriac, nel cast compare anche ValerioMastandrea. Il film si intitola Zeros and Ones ed è un cupo thriller ambientato in un prossimo futuro in cui un soldato americano di stanza a Roma intraprende un viaggio per difendersi da un nemico sconosciuto che minaccia il mondo intero dopo aver fatto saltare in aria il Vaticano. Per quanto riguarda la sezione più prestigiosa va segnalata la presenza in giuria dell’attrice Isabella Ferrari, giusto riconoscimento alle qualità professionali di una delle nostre migliori interpreti.
Nella sezione Cineasti del Presente, riservata agli esordienti, concorre “Il legionario”, coproduzione italofrancese, diretto da Hleb Papou per l’interpretazione di Germano Gentile, Maurizio Bousso, Marco Falaguasta. Distribuisce Fandango. Daniel, un agente della Polizia di Stato, scopre che la sua squadra dovrà sgomberare il palazzo occupato dove vivono la madre e il fratello. Diviso tra l’amore per i familiari e la fedeltà alla divisa, dovrà scegliere da che parte stare.
I Pardi di Domani è la sezione riservata ai corto e mediometraggi e qui, in concorso, figura Giochi di Simone Bozzelli mentre il “mostro sacro” Marco Bellocchio propone i 19 minuti del suo Se posso permettermi. Essendo entrambi novità assolute non ci sono anticipazioni su argomento e contenuti. Ragione di più per farsi tentare dall’anteprima festivaliera.
Anche due dei sei film Fuori Concorso sono italiani, presentati in prima mondiale. Si tratta di “Dal pianeta degli umani” di Giovanni Cioni, e “Il mostro della cripta” di Daniele Misischia con Tobia De Angelis, Lillo Petrolo, Amanda Campana, Nicola Branchini, Chiara Caselli, Giovanni Calcagno, Eleonora De Luca, Alice Bortolani. Del primo il regista ha detto: «Un sopralluogo nel silenzio della frontiera di Ventimiglia, tra Italia e Francia, diventa una fiaba fantastica, narrata da un coro di rane, in cui uno scienziato sperimenta una cura di ringiovanimento con testicoli di scimmie. Il dottor Voronoff è esistito e negli anni ‘20 la sua fama fu planetaria. La sua villa sta sopra la frontiera, nel silenzio, come se i migranti non dovessero esistere». Il secondo è ambientato nel 1988, in un immaginario paesino di provincia. Qui, il giovane Giò (Tobia De Angelis), nerd poco più che adolescente, sfogliando l’ultimo numero del suo fumetto preferito, “Squadra 666 – Il Mostro Della Cripta”, scritto e disegnato da uno dei suoi idoli, Diego Busirivici (Lillo Petrolo), si accorge di alcune analogie tra la storia raccontata in quelle pagine e gli atroci avvenimenti che stanno seminando morte e terrore nel suo paese.
Una sezione, Locarno Kids, è pensata per il pubblico dei giovanissimi. Qui, tra le proposte, spicca il film di animazione digitale Trash-La leggenda della piramide magica di Luca Della Grotta e Francesco Dafano. Uscito in piena emergenza covid, Locarno è un’ottima occasione per rivederlo e confrontarlo con gli altri film della rassegna tra cui il restaurato Go West (Io e la vacca), un classico di Buster Keaton del 1925.
Infine a un italiano è dedicata anche la Retrospettiva. Si tratta di Alberto Lattuada, regista e sceneggiatore lombardo affermatosi negli ultimi anni del fascismo per imporsi poi al grande pubblico nel dopoguerra declinando in maniera personale l’estetica neorealista. A lui si devono titoli purtroppo rimasti un po’ in ombra come Il mulino del Po, da Bacchelli, e Il cappotto, da Gogol, con un sorprendente Renato Rascel in un ruolo drammatico. A lui si deve anche l’esordio di Federico Fellini con quel Luci del varietà girato a quattro mani con l’allora sconosciuto maestro riminese.
Il Festival renderà anche omaggio a John Landis, regista, sceneggiatore e attore statunitense, a cui verrà consegnato il Pardo d’onore Manor nella serata di venerdì 13 agosto, in Piazza Grande. Sabato 14, in chiusura, al Forum @Rotonda by la Mobiliare, Landis terrà una conversazione con il pubblico, che nel corso di Locarno74 potrà rivedere tre film della sua carriera i cui titoli sono certo evocativi per tutti i senior: National Lampoon’s Animal House (1978), Trading Places (1983) e Innocent Blood (1992). il Pardo alla carriera verrà invece assegnato al direttore della fotografia italiano Dante Spinotti, classe 1943, autore delle luci per registi come Michael Mann, Barry Levinson, Sam Raimi, Michael Apted, Ermanno Olmi, Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani e Gabriele Salvatores. Da metà di luglio sarà possibile acquistare i biglietti tramite il Ticket Shop Online e in contemporanea sarà disponibile anche la nuova App ufficiale del Festival, utile per prenotare i posti in sala e agli eventi, visionare il programma e consultare le news.