regia: Atom Egoyan, cast: Colin Firth (Ron Lax), Reese Witherspoon (Pam Hobbs), James Hamrick (Damien Echols), Seth Meriwether (Jason Baldwin), Dane DeHaan (Chris Morgan), Alessandro Nivola (Terry Hobs), genere: drammatico
Ritratto impietoso della profonda provincia Usa attraverso un fatto realmente accaduto nella primavera del 1993: la morte di tre bambini, uccisi in una boscaglia a pochi passi dalle loro case. Il titolo originale (lett: Il nodo del diavolo) spiega gli eventi successivi al tragico delitto ossia la direzione presa dalle indagini di polizia. Con molta approssimazione e un deciso partito preso gli inquirenti mettono infatti nel mirino tre adolescenti emarginati che amano la musica heavy metal, si interessano di occultismo e vestono di nero. Dei corpi estranei, insomma, per la perbenistica e conservatrice comunità locale, nitido ritratto di un tea party repubblicano. Il fatto poi che i ragazzi non possano permettersi costosi avvocati di grido, ma semplici legali d’ufficio rende già scritta la loro condanna prima ancora della sentenza. Unica voce fuori dal coro è quella di un detective privato, liberal, che tenta (peraltro con scarso successo) di indirizzare l’inchiesta su binari meno scontati in virtù dei molti indizi trascurati perché non coerenti con il “teorema” precostituito. Niente lieto fine, come nella realtà dei fatti, ma solo la tardiva resipiscenza della madre di una delle tre vittime che, dopo averlo ostacolato, appoggia l’azione del detective.
Nel film Egoyan compone un onesto quadro delle cose, ma eccede in lentezza e si avvale di una colonna sonora decisamente fastidiosa. Ottimi invece gli interpreti con Colin Firth inconsuetamente barbuto e una Reese Witherspoon perfetta nel ruolo della casalinga media americana.