sceneggiatura Adrian Molina, Matthew Aldrich genere animazione prod Usa, 2017 durata 105 min.
La premiata fabbrica dei sogni Disney (sotto forma di Pixar, in questo caso) non si discute: si prende o si lascia. Per quanto riguarda Coco, si prende. Basti, per tutte, la geniale sequenza introduttiva con la storia di famiglia raccontata animando le trine stese sui fili del bucato. Un piccolo capolavoro. Ma andiamo per ordine a cominciare dal soggetto. Nella cultura messicana, retaggio delle civiltà precolombiane, i giorni dei morti, ossia l’Halloween degli anglosassoni e l’Ognissanti dei latini, sono una festa coloratissima e piena di allegria dove i vivi si uniscono ai defunti in metafisiche sarabande musicali e gastronomiche. È il rito dell’Ofrenda: altarini ricolmi di prelibatezze e dolciumi in onore dei morti, con i tipici teschi e scheletri di zucchero. Anche la gente balla e canta indossando teschi o costumi a tema per immedesimarsi con i propri antenati e rinsaldare la comunanza familiare al di là e oltre le generazioni. Qualcosa di più che semplice folklore, come intuì giustamente S.M. (Sua Maestà) Ejzenstejn durante la permanenza nel paese americano
E allora perché vederlo?
Per sentirci un po’ più vicini ai nostri cari che non ci sono più. Senza lacrime, ma con un sorriso.