In “The Alto Knights – I due volti del crimine” c’è l’America del malaffare degli anni ’50, i gangster e… De Niro. Il suo slang (nell’edizione in lingua originale), i movimenti del viso, gli sguardi e le pause, sono da antologia cinematografica
New York, anni ’50. I boss tra i più noti della criminalità organizzata di New York, gli italoamericani Vito Genovese (Robert De Niro) e Frank Costello (Robert De Niro), cresciuti insieme, sono ormai in guerra tra loro. Piccole gelosie e una serie di tradimenti li mettono spietatamente uno contro l’altro nella difficile lotta per contendersi il controllo delle strade della città. Quando il gangster Vincent Gigante, su commissione di Vito Genovese, gli spara a bruciapelo mentre sta prendendo l’ascensore ma colpendolo malamente, Frank Costello decide che è giunta l’ora di ritirarsi a vita privata lasciando campo libero al suo rivale, ma un colpo di scena potrebbe ribaltare la situazione…
Barry Levinson, un regista coi fiocchi, premio Oscar per “Rain Man, l’uomo della pioggia” e autore di “Good Morning, Vietnam”, “Sesso & Potere”, “Bandits”, “Liberty Heights”, (solo per citare qualche suo titolo), probabilmente stanco di girare solo per la televisione alcuni episodi della serie “Dopesick-Dichiarazione di indipendenza2, decide nel 2022 di portare sullo schermo – dopo “Bugsy” del 1991 (la storia del gangster ebreo Benjamin Siegel, interpretato da Warren Beatty) – il racconto biografico di Nicholas Pileggi sull’amicizia e sullo scontro tra due dei più famosi capi mafiosi, Frank Costello e Vito Genovese. Il titolo del film – che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Wise Guys”, già in lavorazione negli anni Settanta, ma poi accantonato – prende spunto dal circolo sociale chiamato The Alto Knights dove i due, all’epoca ragazzi, si sono formati. Dopo “Quei bravi ragazzi”, “Casino” e “The Irishman”, un’altra pellicola che racconta una vicenda di mafia. Attraverso la voce di Frank Costello, assistiamo a un epico scontro tra due super boss che cambierà radicalmente e per sempre la mafia e anche l’America.
La doppia interpretazione di De Niro
Levinson propone a Robert De Niro di interpretare entrambi i personaggi (Genovese e Costello), adeguatamente truccato e con gli effetti speciali di oggi. Un’impresa comunque non da poco ma che come sempre l’insuperabile attore americano porta a termine con grande professionalità in questa saga gangsteristica nella quale sono presenti gli elementi principali del mondo criminale: la fedeltà al capo, il tradimento e la gelosia. Lo slang (nell’edizione in lingua originale) parlato da De Niro, i movimenti del viso, gli sguardi e le pause, sono da antologia cinematografica. In una sequenza vediamo i due anziani gangster incontrarsi in una vecchia pasticceria italiana di Downtown, seduti a un tavolo mentre si rinfacciano il loro diverso modo di comportarsi con la giustizia che cerca di incastrarli. “Appellati al quinto comandamento” grida Genovese a Costello (nessuno imputato è tenuto a rispondere di reato secondo la Costituzione statunitense, ndr) mentre questi gli risponde “Non lo fare o molta gente ne soffrirà”.
Anche fisicamente i due rivali sono diversi: Frank Costello dal viso pulito, vive in una lussuosa casa degli anni ’50 ed è un organizzatore del crimine, che evita di essere coinvolto direttamente nelle azioni malavitose ed è molto abile nel tenere i contatti con il mondo politico che lo aiuta a rinsaldare il suo potere. Mentre Vito Genovese, siciliano, dal viso butterato, più spiccio e per certi aspetti irritante, con le sue lenti scure impenetrabili (abita nella zona di Downtown “dove prosperano i bar pieni di fumo e di femmine appariscenti”), é un criminale avido di potere e di soldi, che non si fa scrupolo a usare la violenza nei confronti degli avversari.
La mafia, l’America e l’FBI
Sullo sfondo, il mondo della mafia italo-americana degli anni ’50 costituita da uomini in genere grassi, vestiti in maniera pacchiana, goffi nell’andatura e nel modo di comportarsi pubblicamente. Un campionario umano che fa sorgere la domanda: come hanno potuto individui del genere dominare il malaffare americano? La risposta la fornisce la storia americana e il ruolo giocato dal potente Edgar Hoover, il capo indiscusso dell’FBI, il poliziotto che con i suoi dossier segreti riguardanti tutti o quasi gli uomini politici più influenti degli Stati Uniti d’America, è riuscito a mantenere la sua poltrona per quasi mezzo secolo e sotto otto presidenze senza che nessuno sia mai riuscito a scalzarlo.
La sua lotta al crimine organizzato, dicono gli studiosi di storia, non è stata mai particolarmente serrata perché in realtà Hoover ha preferito utilizzare i suoi Gmen, i suoi agenti speciali e la sua organizzazione investigativa tecnologizzata, per combattere i movimenti politici contrari al governo, per spiare e ricattare gli intellettuali progressisti, i sindacalisti, i leader delle associazioni di emancipazione del popolo afroamericano, ma anche “pericolosi” sovversivi come John Lennon, Jim Morrison, Elvis Presley!
Tante sono state le vittime di Hoover, Orson Welles che si era permesso con il suo capolavoro “Citizen Kane (Quarto potere)”, di disegnare un ritratto cinematografico memorabile del potentissimo magnate americano Randolph Hearst che aspirava alla Presidenza degli Stati Uniti. L’8 luglio 1959 l’FBI chiude il fascicolo numero 100-57129 incentrato su Raymond Douglas Bradbury, l’autore di “Cronache marziane” (1950) e “Fahrenheit 451” (1953), maestro del genere fantascientifico e tra i più importanti scrittori del Novecento. La sua colpa era quella di “spaventare il popolo” con i suoi romanzi e perciò sarà pedinato dagli agenti per ben nove anni, dal ’50 al ’59.
Molti ritengono che i legami tra Edgar Hoover e la mafia sono sempre stati ambigui e la vicenda di Costello-Genovese fa cadere uno dei principi portanti dello stesso Hoover: Cosa Nostra è una organizzazione solo locale senza radici in tutta l’America.
“The Alto Knights”, una storia vera
Il film, tratto da una vicenda vera raccontata attraverso un’accurata ricostruzione storica, lascia spazio ad uno stuolo di ottimi attori caratteristi come Louis Mustello (Joe Bonanno), Michael Rispoli (Albert Anastasia), Cosmo Jarvis (Vincent Gigante), bravi nei gesti, nella postura, nei tic, nel linguaggio colorito e nei classici vestiti volgari dei mafiosi, non dimenticando anche le brave Debra Messing (Bobbie Costello, la moglie ebrea dai modi eleganti) e Kathrine Narducci (Anna Genovese, moglie di Vito).
Il film di Barry Levinson negli Usa per la verità non ha convinto il pubblico, forse perché rendere accettabile agli occhi dello spettatore il doppio ruolo di De Niro non è stato facile, ma The Alto Knights- I due volti del crimine rimane comunque un interessante spaccato dell’America degli anni Cinquanta che si avvale della solida sceneggiatura firmata da Nicholas Pileggi, del montaggio di Douglas Crise, della fotografia di Dante Spinotti, dei costumi di Jeffrey Kurland, delle scenografie di Neil Spisak e delle musiche di David Fleming.
Divertente è la sequenza nella quale Vito Genovese sgrida duramente l’imbranato killer Vincent Gigante, che ha mancato il bersaglio (ha sparato un colpo in volto a Frank Costello, il cui proiettile, dopo aver trapassato la guancia, è uscito nel suo corpo senza ledere neanche un organo vitale!). Vito gli urla. “Perché non hai sparato altri colpi testa di….” simulando con la mano il modo preciso con cui avrebbe dovuto freddare l’odiato rivale.
Il 14 novembre 1957 nella località di Apalachin, situata nella Stato di New York, presso la villa del boss Joseph Barbara, lo scaltro Frank Costello convoca i vertici di Cosa Nostra a cui partecipano oltre 100 rappresentanti delle famiglie mafiose più potenti degli Stati Uniti, con l’intento di comunicare le sue dimissioni da capo della mafia americana e il suo ritiro a vita privata. Il meeting, una trappola in realtà, si tradurrà in una vera e propria catastrofe per la potente organizzazione criminale.
L’ultima parola su tutta la vicenda è ancora quella di Frank Costello. La sua voce fuori campo confessa: “Noi (mafiosi italoamericani, ndr) in fondo che abbiamo fatto di male? Com’è possibile che un gruppo di uomini analfabeti abbiano conquistato l’America? Siamo arrivati qui quando ormai gli indiani erano stati sterminati tutti, il petrolio e le altre risorse già rubate da altri. Noi di fatto abbiamo solo corrotto la classe politica dando un po’ di bustarelle ai poliziotti e alle autorità. Niente di più!”.
Dettagli del film “The Alto Knights”
“The Alto Knights – I due volti del crimine”, regia Barry Levinson Cast: Robert De Niro, Louis Mustello, Michael Rispoli, Cosmo Jarvis, Debra Messing, Kathrine Narducci; Usa; durata 123 minuti; distribuzione Warner Bros Pictures.