Mario, Carlo, Luca, Silvia Verdone: il cinema, una passione di padre in figlio

I fratelli Verdone, pur avendo intrapreso strade diverse, hanno scelto il mondo dello spettacolo: Carlo, uno dei nostri registi più amati, Luca anche lui regista e Silvia, moglie di Christian De Sica e madre di Brando e di Maria Rosa, produttrice cinematografica

In un grande palazzo tranquillo a due passi da via Giulia sul Lungotevere romano c’era il bel appartamento di Mario Verdone, il primo docente di Storia del cinema di una università italiana e qui sono cresciuti i suoi figli Carlo, Luca e Silvia. I fratelli Verdone, pur avendo intrapreso strade diverse, hanno scelto il mondo dello spettacolo: Carlo, uno dei nostri registi più amati, Luca anche lui regista e Silvia, moglie di Christian De Sica e madre di Brando e di Maria Rosa, produttrice cinematografica.

Mario Verdone, oltre che docente di Storia e Critica del cinema, è stato un valido studioso del futurismo, mentre sua moglie Rosanna, madre dei suoi figli, scomparsa nel 1984, amava recitare. Mario Verdone, mancato nel 2009 a 92 anni, oltre al cinema (è stato anche direttore del Centro Sperimentale di cinematografia) ha amato e studiato per tutta la vita la poesia, le arti figurative, il teatro e la musica.

In apertura: Carlo e il padre, il primo docente di Storia e Critica del cinema Mario Verdone

“Carlo – ha raccontato il professor Verdone in un’intervista per l’Unità dell’11 gennaio 1997 a firma di Ela Caroli – a casa, era soprannominato ‘naso a patata’ ed era il più estroso e vivace dei fratelli. Ma Luca forse era il più intellettuale. Da regista televisivo ha fatto dei bellissimi cortometraggi, e per il Cinemadue importanti film, ‘La bocca’ e ‘Sette chili in sette giorni’, questo più leggero ma di gran successo popolare. Silvia ora è produttrice ma esordì da ragazzina come presentatrice per le tv locali. E ancora questa casa fu teatro dell’innamoramento della bella cocca di casa con Christian De Sica, compagno di scuola di Carlo, che veniva qui a fare i compiti”. Papa Mario, oltre a conferenze, mostre, viaggi di lavoro ha scritto 150 pubblicazioni e ha diretto rivista mensile di teatro Il ridotto.

“7 chili in 7 giorni”

Carlo Verdone, un autore a tutto tondo

Nato a Roma il 17 novembre 1950, Carlo studia al liceo classico Tasso ed è un assiduo frequentatore del Filmstudio dove apprende le prime nozioni nell’utilizzo della cinepresa realizzando filmetti amatoriali. Dopo la laurea in lettere con una tesi intitolata Letteratura e cinema muto italiano, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e si diploma con un saggio ispirato a Anjuta di Cechov, interpretato da Lino Capolicchio e Christian De Sica. Attore brillante e pieno di verve recita in teatro (Tali e quali e Rimanga con noi, entrambi del 1977) in televisione (Del resto fu un’estate meravigliosa, 1977 e Non Stop, 1978/1979), ma è grazie a Sergio Leone se il giovane Verdone può debuttare dietro la macchina da presa da professionista con il suo primo film Un sacco bello (1979).

“Mi accorsi che la sua verve – racconta il regista di Per un pugno di dollari- derivava da un controllo esagitato di un corpo senza ambizioni. Carlo parlava, parlava riproponendo il divertente standard sordiano degli anni ’50 con disinvolta reiterazione. Un attore che non apparteneva ad un genere ma solo a se stesso. Volli conoscerlo. Volevo scoprire la fonte di quella reputazione: totale, inesorabile, cinica carogneria commista ad una romanità coatta e generosa, candida e patetica. Carlo era ‘l’uomo che guarda’, questa fu la risposta. E per questo volli produrre il suo film d’esordio affidando a lui stesso la regia: i suoi personaggi non potevano correre il rischio di interpretazioni inautentiche…”. (prefazione di Alberto Castellano-Carlo Verdone Script /Leuto Dino Audino Editore).

La pellicola ha come protagonista nel primo episodio un bullo che parte per Cracovia il giorno di Ferragosto con una scorta di calze di nylon per conquistare le ragazze locali; nel secondo un timido ragazzo legato molto a sua madre cerca di sedurre invano una bella spagnola e nel terzo un hippy lotta con suo padre che lo vuole riportare nella “normalità” della sua famiglia. La critica cinematografica lo segnala come un giovane autore alla ricerca della sua strada artistica. “Si moltiplicano i nuovi comici italiani-scrive Sergio Frosali su La Nazione-Dopo Roberto Benigni, e Nanni Moretti, arriva Maurizio Nichetti (Ratataplan). Dopo Nichetti è la volta di Carlo Verdone. E dire che nelle cantine si esibisce più di un ragazzo pieno di talento e già potenzialmente autore. Carlo Verdone è stato subito paragonato ad Alberto Sordi, di cui sarebbe la reincarnazione anni Ottanta. Credo che il giudizio si basi sull’apparente omologia fra il bullo automobilistico di Un sacco bello e l’esibizionista motociclistico di Un americano a Roma…”.

“Borotalco”

Nel 1981 arriva sugli schermi italiani il secondo film di Carlo, Bianco, Rosso e Verdone, ancora tre episodi con tre protagonisti interpretati sempre dal regista: un pedante padre di famiglia che viaggia sull’Autostrada del Sole; un emigrato in Germania che sta tornando a casa e un ragazzo timido in auto insieme a sua nonna. Tutti vivranno disavventure e buffi incidenti.

“Consigliamo il lettore- scrive Maurizio Liverani su Il Giornale d’Italia- d’andare a vedere Bianco, Rosso e Verdone, se vuol ridere. Riderà certamente, ma non fino a tenersi i fianchi. Non riderà, come si dice, di cuore. Nei film di Verdone non c’è posto per la pietà, ma neppure per l’indulgenza. La sua è una musa crudele che vede chiaro nell’ignobilità del mondo che ci circonda..

Il cinema di Carlo Verdone è divertente, ma anche con un fondo di amarezza sulla natura umana spesso crudelmente feroce.

Nel 1982 è la volta di Borotalco, storia di Sergio, un ragazzo timido e inoffensivo che si finge un uomo di mondo per conquistare Nadia, una ragazza ingenua e innocente.  “Carlo Verdone- scrive Michele Anselmi su l’Unità- ha vinto la sua grande scommessa. Dopo aver portato sullo schermo una galleria di bulli, di maniaci logorroici, di giovinastri ‘formato cioè’, di emigranti distrutti dai wurstel, il trentenne attore romano è approdato a un film con tutte le carte in regola: si chiama Borotalco e segna una gradevole novità nello sconfortante panorama del cinema comico italiano. Rischiando qualcosa (in fondo dopo Un sacco bello e Bianco, Rosso e Verdone poteva andare sul sicuro, con i film a episodi), Verdone ha scritto, diretto e interpretato una commedia agro-dolce nella quale ha riversato tutto se stesso, limando qua e là la comicità  ‘dialettale’ che lo ha reso famoso e distillando nella vicenda una goccia di pessimismo che si insinua furtiva tra le pieghe del divertimento; si ride, certo, con Borotalco, ma alla fine resta in  bocca il sapore amarognolo di un bel sogno interrotto, di una fantasia infranta”.

“Compagni di scuola”

Anche a Morando Morandini, uno dei critici italiani più importanti il film piace. “È vero che in Borotalco c’è più talco che acido borico, ma le qualità di osservazione (e d’ascolto) di Verdone, la sua cura maniacale dei dettagli, la sua capacità di riprodurre i “tic” e le minime manie del costume borghese e piccolo-borghese sono intatte.  Anzi affinate. Borotalco è forse meno comico dei due film precedenti, ma la qualità del suo umorismo è più sottile: si ride di meno, si sorride di più!”.  Dopo Acqua e sapone (1983) e I due carabinieri (1984) nel quale recita al fianco di Enrico Montesano, Carlo è pronto ad una svolta della sua carriera con Troppo forte (1986). La sua osservazione del mondo è sempre più attenta e coraggiosa con il delicato e malinconico Io e mia sorella (1987) interpretato al fianco di Ornella Muti che precede una delle sue pellicole più amate, Compagni di scuola (1988). Protagonista è Federica (Nancy Brilli), una donna apparentemente molto ricca, che organizza in una villa alle porte di Roma una festa alla quale invita tanti vecchi compagni di scuola. Sarà l’occasione per tirare, da parte di tutti, dei bilanci della propria vita spesso fallimentare. Nel cast eccellente si distinguono oltre a Verdone in uno dei suoi ruoli più “allegramente” sofferenti, Christian De Sica, Massimo Ghini, Eleonora Giorgi, Alessandro Benvenuti, Athina Cenci che sanno trasmettere allo spettatore un senso di amarezza profondo, nonostante le gag riuscite presenti nel copione.

Carlo Verdone negli anni della maturità artistica

Con Compagni di scuola il regista dimostra di essere un autore a tutto tondo del nostro cinema. Nel 1992 dopo aver realizzato Il bambino e il poliziotto e Stasera a casa di Alice, firma il pregevole Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato al fianco di Margherita Buy, ritratto convincente di due persone, Bernardo e Camilla, insicure che affrontano la vita aiutati dagli ansiolitici. Lui è un giornalista specializzato nella musica che sta scrivendo un libro sulla misteriosa fine di Jimi Hendrix ed è stato abbandonato da poco dalla sua compagna Adriana, mentre lei è una nevrotica che combina ogni genere di guai. I due alla fine si innamoreranno perdutamente.

“Maledetto il giorno che t’ho incontrato “(1992) con Margherita Buy

Carlo Verdone, regista e sceneggiatore dal bagaglio professionale solido, con quel suo viso da eterno ragazzo spesso disorientato, ma carico di simpatia e di tenerezza, è un attore-regista amatissimo dallo spettatore italiano che spesso si identifica con lui. Nel 1982 è insieme ad Alberto Sordi (anche regista) in In viaggio con papà, film che mette a confronto due grandi personaggi rappresentanti di due generazioni diverse del nostro cinema. La carriera di Carlo prosegue con, tra gli altri, Viaggi di nozze (1995) che contiene il famoso tormentone “Lo famo strano!”, L’amore è eterno finchè dura (2004), L’abbiamo fatta grossa (2016), Benedetta follia (2018) e l’ultimo Si vive una volta sola (2021).

Nel 2013 Carlo si aggiudica il Nastro d’argento per la sua interpretazione nel film La grande bellezza del premio Oscar Paolo Sorrentino e nel 2021 alla Festa del Cinema di Roma viene presentata la serie tv Vita di Carlo (Amazon Prime Video) la cui seconda stagione è in onda. “Mi manca nella mia carriera un film d’autore- si confessa l’attore-regista-   E anche se considero d’autore Un sacco bello e Compagni di scuola, vorrei fare un film nel quale posso raccontare una storia non necessariamente comica. Spero che me lo facciamo fare”.

Carlo Verdone ha due figli, Giulia (classe 1986) di professione dietista e Paolo (classe 1988), anche lui estraneo al mondo dello spettacolo. Ha scritto anche libri autobiografici tra i quali La casa sopra i portici (2012) in collaborazione con Fabio Maiello, dedicato ai suoi ricordi di vita e ha diretto videoclip di alcune canzoni e documentari insieme a suo fratello Luca.

“Viaggi di nozze”

Luca Verdone, il regista intellettuale

Nato nel 1953, laureato in lettere, nel ’73 inizia a dirigere documentari e programmi televisivi. Fa il suo esordio come regista cinematografico nel 1986 con il film campione d’incassi 7 chili in 7 giorni, interpretato dal fratello Carlo e da Renato Pozzetto. Nel 2006 gira La meravigliosa avventura di Antonio Franconi, uscito però nel 2011. È consulente artistico della Fondazione Museo Alberto Sordi.

Silvia Verdone, produttrice cinematografica

Nata nel 1958 dopo una breve esperienza come presentatrice su rete 3 della Rai, nel 1980 sposa l’attore Christian De Sica, compagno di scuola del fratello Carlo. Hanno due figli Brando e Maria Rosa. Dagli anni Novanta svolge il ruolo di produttrice di cinema, tra l’altro di due pellicole dirette dal marito (3 e Simpatici & antipatici) e dello spettacolo teatrale Parlami di me.

Brando De Sica, l’erede artistico della dinastia Verdone-De Sica

Nato nel 1983, già nel 1992 recita in un piccolo ruolo nel film Anni 90- Parte II. Poi si trasferisce a Los Angeles dove studia Arte e Cinema (regia) all’Università della California del Sud. Ritornato a Roma partecipa come attore in alcuni film di Carlo Vanzina (A spasso nel tempo, 1996; A spasso nel tempo- L’avventura continua, 1997); nella serie tv di Rai 2 Compagni di scuola (2001) diretta da Tiziana Aristarco e Claudio Norza e ancora nella miniserie tv di Rai 1, Attenti a quei tre (2004) per la regia di Rossella Izzo, nella quale recita con il padre Christian e Paolo Conticini. Nel 2008 dirige il film Parlami di me, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime. Nel 2018 è regista insieme al padre del cinepanettone Amici come prima, film nel quale ritorna la coppia Boldi-De Sica.

La sua ultima fatica cinematografica è Mimi-Il Principe delle tenebre, storia di un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un giorno Mimi si innamora di Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.

Brando De Sica in “Mimi- Il principe delle tenebre”
Pierfranco Bianchetti:
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