Natalie Wood e Robert Wagner: quel primo amore che finisce e poi rinasce. Ma che viene travolto da una tragica fine, ancora avvolta dal mistero
Domenica 29 novembre 1981, alle ore nove e trenta, il pubblico televisivo sta seguendo su Rai Uno la prima puntata del giallo televisivo “Le memorie di Eva Ryker”, nel quale Natalie Wood interpreta la doppia parte di Eva e di sua madre scomparsa nel naufragio del transatlantico Regina Anna affondato dai tedeschi durante l’ultima guerra mondiale. L’attrice per esigenze di copione sconvolta e disperata, corre su di una spiaggia deserta gettandosi in acqua vestita per uccidersi, mentre il suo fidanzato, interpretato da Robert Foxworth, dopo avergli gridato “Fermati, non farlo!”, con robuste bracciate la raggiunge e la riporta a riva. Pochi minuti dopo, il telegiornale di Rai Tre annuncia la morte della diva, avvenuta poche ore prima per annegamento al largo dell’isola Catalina in California a quaranta chilometri da Los Angeles. Un’incredibile coincidenza che lascia sbigottiti gli spettatori ignari di quanto sta accadendo su Rai Due. Sta andando in onda contemporaneamente un episodio della serie tv Cuore e batticuore con Robert Wagner, marito nella realtà della Wood, nel ruolo di un milionario investigatore dilettante impegnato nel salvare sua moglie, nella finzione l’attrice Stefanie Powers, coinvolta in un’avventura a bordo di una nave.
In apertura: Natalie Wood e Robert Wagner durante le nozze, il 28 dicembre 1957
La Powers è la compagna di William Holden che pochi giorni prima, il 16 novembre, è stato rinvenuto cadavere nella sua casa di Santa Monica. L’autopsia ha decretato la morte del sessantatreenne protagonista di Viale del tramonto avvenuta il 12 per una banale caduta ai piedi del letto per via del troppo alcool in corpo (si sbronzava spesso scolando molte bottiglie di vodka) in una situazione di completa solitudine. Malinconica e assurda fine di una star simile a quella di un qualsiasi pensionato di una grande città dimenticato dalla società. Natalie Wood era rimasta sconvolta dalla notizia, non immaginando di subire un altrettanto drammatico destino solo pochi giorni dopo.
La tragica morte di Wood
Tutto inizia nel tardo pomeriggio del 28 novembre 1981 quando, accompagnata dal marito e da Christopher Walkie con cui sta girando il film Brainstorn – Generazione elettronica (all’attrice mancano solo tre scene per terminare la sua parte), decide di passare il lungo week end del Ringraziamento sull’isola di Catalina. I tre, dopo una cena al Doug’s Harbor Reef durante la quale bevono parecchio vino e champagne, ritornano a bordo dello yacht “Splendour” (in onore del film Splendore nell’erba da lei interpretato) di proprietà della coppia. La cronaca ci informa di una violenta lite tra i due uomini a causa di una presunta relazione amorosa tra Natalie e Christopher. Con i nervi a pezzi e piuttosto ubriaca, la donna si ritira nella sua cabina.
Poi poco dopo, vestita con una lunga camicia da notte, una pesante giacca di colore rosso e dei calzettoni di lana, si dirige verso la parte di poppa dell’imbarcazione, dove è ormeggiato il gommone di servizio. Qui nel tentativo di salirvi, cade nelle acque molto fredde del Pacifico. Probabilmente batte la testa sul bordo del gommone e, benché stordita, tenta di risalire a bordo secondo quanto dimostrano alcune tracce del suo smalto per unghie ritrovate tra la gomma dell’imbarcazione.
Purtroppo l’aria fredda, l’acqua gelida e lo stato di confusione mentale dovuto all’alcool e agli psicofarmaci assunti abitualmente, le sono fatali. Questa è la versione ufficiale delle autorità che non sanno spiegare perché la diva, nota per il suo terrore dell’acqua (nuotava a mala pena), sia salita al buio sul gommone. Il Los Angeles Times riporta la testimonianza di una signora che quella sera era a bordo di uno yacht ancorato a 90 metri dallo Splendour, sicura di aver udito le urla di una donna. “Un amico mi ha svegliata verso la mezzanotte meno un quarto – ha raccontato al giornale – chiedendo se non udissi una voce che chiedeva aiuto”. Dall’oblò della cabina la testimone ha, infatti, sentito qualcuno che gridava: “Aiutatemi, qualcuno mi aiuti” e altre persone rispondere “Veniamo a prenderti”.
Verso mezzanotte e dieci però tutto tace. Secondo quanto accertato dal coroner, alle 24.20 lo skipper Dennis Daren, la quarta persona a bordo, ha scoperto la sparizione del gommone. Robert Wagner, accortosi nel frattempo dell’assenza di sua moglie, all’una allerta la Guardia Costiera che perlustra l’isola. Alle 7.40 di mattina, a 200 metri dalla spiaggia, alcuni bagnini rinvengono in acqua il cadavere dell’attrice accanto al battello di gomma. L’autopsia riscontra sul suo corpo ecchimosi, graffi e lividi probabilmente dovuti alla caduta in acqua e l’inchiesta è archiviata come “annegamento accidentale”. Ironia della sorte proprio trent’anni prima nello stesso tratto di mare l’attrice aveva girato la sequenza di una gita in barca del film La diva al fianco di Bette Davis e Sterling Hayden.
Il 2 dicembre al Westwood Memorial Park, dove riposano i resti di Marilyn Monroe, una piccola folla di amici e conoscenti tra cui sir Laurence Oliver, Fred Astaire, Gene Kelly, Gregory Peck, Frank Sinatra e Rock Hudson dà l’addio a Natalie Wood. La bara di legno ricoperta di fiori è arrivata al cimitero accompagnata dalle note di Mezzanotte a Mosca suonata dal tipico strumento a corde russo.
Dopo la benedizione alla salma da parte di un sacerdote russo- ortodosso (religione cui apparteneva la defunta), Robert Wagner ha distribuito ai presenti alcuni fiori presi dalla bara e si è chinato a baciare il feretro allontanandosi in auto con le due figlie prima che il corpo fosse calato nella fossa. Per diverso tempo a Hollywood non si parla d’altro, della lite furibonda tra Wagner e Walken, del ritardo con cui è stato lanciato l’allarme, dell’abbigliamento inconsueto della diva. Poi il silenzio scende sulla vicenda. Solo nel 1993, in un’intervista al “New York Times”, Walken ribadirà la versione dell’incidente (“è scivolata, ha sbattuto la testa, è caduta in mare”) ponendo fine alle polemiche.
Natalie Wood, bambina prodigio
La Wood, il cui vero nome è Natalia Zacharenko Sterenko, nasce a San Francisco il 20 luglio 1938, figlia di due immigrati russi fuggiti dalla rivoluzione bolscevica, Maria Stepanovna, di professione ballerina e Nicolai Gurdin, ingegnere. Sua madre, la terribile Marie, ha una missione e una sola nella sua vita: trasformare sua figlia in una diva del cinema. A cinque anni la piccola è già sul set di Happy Land e a otto fa parte del cast di Conta solo l’avvenire, entrambi diretti da Irving Pichel. I suoi esordi davanti alla macchina da presa sono il risultato di un’incessante persecuzione di produttori, registi e altre gente del cinema costretti a subire gli asfissianti approcci della donna che non si dà per vinta finchè non ottiene per sua figlia una parte in una delle tante produzioni in corso negli studi di Hollywood.
Anche Orson Welles è vittima di questa persecuzione e alla fine accetta di inserire nel cast di un film, dove lui è protagonista, la piccola aspirante attrice. Welles, colpito dal talento di Natalie, dal suo sorriso di ragazza “acqua e sapone”, intuisce che per lei le porte di Hollywood si apriranno senza problemi. Il suo ruolo di bambina prodigio prosegue sul grande schermo con Il miracolo della 34° strada di George Seaton (1947) e in decine di pellicole anche se non tutti concordano sul talento di Natalie. Il regista Joseph Mankiewicz la considera invece “Una brutta copia di Elizabeth Taylor”. Nel 1956 gira al fianco di John Wayne uno degli western più immortali della storia del cinema, Sentieri selvaggi.
Negli anni Cinquanta il suo volto comunque diventa popolarissimo, apparendo sulle copertine di Photoplay e di altri magazine in concorrenza con Debbie Reynolds e Liz Taylor. Piccola di statura (1,57), il visetto dolce, gli occhioni scuri deliziosi, l’aria della ragazza acqua e sapone della porta accanto, l’attrice che ha scelto il nome d’arte di Natalie Wood, ricorderà sempre la sua infanzia tutto sommato piuttosto infelice. “Mia madre mi aveva ‘programmata’ come un computer-avrebbe dichiarato molti anni più tardi- ‘Voleva ad ogni costo che io diventassi un ‘star’, e non si rendeva conto che io avrei voluto vivere un’esistenza normale, come qualsiasi ragazzina della mia età…Certo, lo faceva con le migliori intenzioni, per il mio bene. Ma io non potevo renderne conto, allora, e devo dire che anche in seguito non sono mai riuscita a perdonare a mia madre di non avermi consentito di crescere libera, serena. Il successo? Non credo che valga poi tanti sacrifici. Ci sono ben altri valori, nella vita.” (I magnifici di Hollywood- Natalie Wood –Editoriale Albero s.r.l.)
La carriera della Wood prosegue spedita e l’attrice incarna sullo schermo un’irrequietezza tipica dei giovani di quel periodo. È la generazione ribelle che non ha vissuto la Seconda guerra mondiale e che rifiuta i valori tradizionali dei genitori. Nel ’55 a diciassette anni, il regista Nicholas Ray di cui subirà il fascino sul set, la lancia nel mitico Gioventù bruciata, un film maledetto per i suoi protagonisti, James Dean morto il 30 settembre in un incidente in auto mentre si reca a disputare una corsa automobilistica in California durante una pausa della lavorazione di Il gigante diretto da George Stevens; Sal Mineo pugnalato a morte a 37 anni il 12 febbraio 1976 in una zona residenziale di West Hollywood e Natalie Wood annegata in mare il 29 novembre 1981.
Robert Wagner, il primo amore della Wood
Nel 1956 Natalie sull’onda del successo di Gioventù bruciata incontra l’attore Robert Wagner o meglio lo rivede dopo alcuni anni e se ne innamora. Lei ha diciotto anni e lui ventisei. Sua madre inizialmente è contraria perché teme di perdere il controllo professionale su sua figlia, ma poi ritiene che il matrimonio è un evento, che se ben pubblicizzato, può giovare alla carriera di Natalie. I due giovani si sposano nel Nevada dopo una romantica fuga lontano da Hollywood e per diverso tempo tentano e sperano di avere un figlio.
Robert Wagner, nato a Detroit il 10 febbraio 1930, debutta nel cinema nel 1950. Di bell’aspetto e con sorriso accattivante, il giovane attore si fa le ossa con una lunga gavetta ma sempre in ruoli minori sia drammatici che brillanti. Attivissimo davanti alla macchina da presa, gira film d’avventura in costume, bellici di buona fattura, commedie romantiche e thriller, in particolare la sua interpretazione di un giovane di indole criminale in Giovani senza domani (1956) di Gerd Oswald, tratto da un romanzo di Ira Levin (che avrà un fortunato remake nel 1991, Un bacio prima di morire per la regia di James Dearden, con Matt Dillon), è notevole.
Nel 1957 Robert si sposa con Natalie Wood e nel 1960 gira al suo fianco di I giovani cannibali di Michael Anderson, un film che in qualche misura rispecchia la infelice esistenza del trombettista jazz Chet Baker. La sua carriera continua non solo nel cinema (è anche produttore di successo) ma anche in diverse serie tv tra le quali quella già citata di Cuore e batticuore, di grande popolarità. Dal 2010 al 2019 è presente in 13 episodi della serie NCIS (Unità anticrimine).
Il matrimonio di Wagner e Wood, tra alti e bassi
La coppia, anche per le infedeltà continue di Wagner, entra in crisi ed è sempre più vicina alla separazione. Il ’61 è l’anno decisivo della di Natalie Wood. Elia Kazan la sceglie come protagonista di Splendore nell’erba, pellicola di grande successo dal finale commovente, intenso e struggente. Lei indossa i panni della tenera Wilma Dean, una ragazza della provincia americana del 1928 (siamo nel Kansas), soffocata dal clima di forte puritanesimo dell’epoca. L‘ interpretazione la consacra attrice drammatica di razza. Al suo fianco il ventiquattrenne Warren Beatty al suo esordio davanti alla macchina da presa (è il fratello minore di Shirley Mac Laine) nel ruolo di Bud Stemper, l’affascinante capitano della squadra locale di football, anche lui lodato dalla critica e apprezzato dal pubblico. Natalie non resisterà nel corso delle riprese al fascino irresistibile del partner (sarà uno dei più celebri seduttori di Hollywood) in quel momento fidanzato con Joan Collins con il quale vivrà una storia d’amore e di passione durata quattro anni.
La relazione sentimentale, preda del gossip hollywoodiano, causerà il divorzio nel ’62 da Wagner, che risposerà poi nel 1972 dopo un secondo matrimonio fallito con Richard Gregson e la nascita della sua prima figlia Natasha nel 1970. Kazan racconta in un’intervista di essere rimasto colpito dalla sicurezza di Warren Beatty nei confronti delle donne, “un’assoluta fiducia nella sua forza sessuale, una fiducia così grande che non aveva mai necessità di mettersi in mostra”. E afferma ancora che la recitazione dei due rispecchiasse la loro reciproca attrazione fisica. “Tutto un tratto lui e Natalie divennero amanti. Quando successe? Quando non li osservavo. Non mi dispiacque; diede intensità alle loro scene d’ amore.”
Gli anni della maturità artistica di Wood
Nello stesso anno la Wood trionfa in West Side Story, un musical nel quale i registi Jerome Robbins e Robert Wise la trasformano in una giovane portoricana, la Giulietta di Shakespeare. Seguono La donna che inventò lo strip (1962) di Mervyn LeRoy; Strano incontro (1963) di Robert Mulligan con Steve McQueen (altro flirt chiacchierato) e Lo strano mondo di Daisy Clover (1966), ancora di Robert Mulligan con l’emergente Robert Redford.
Il film successivo Questa ragazza è di tutti, sempre al fianco di Redford, è tratto da un atto unico di Tennessee Williams. Durante la Grande Depressione a Dobson cittadina vicino a Memphis, la vita prosegue stancamente. Nella modesta locanda del luogo, meta di ferrovieri e viaggiatori, lavorano Hazel Starr (Kate Reid), una povera donna lasciata dal marito e le sue figlie, la bella Alva (Natalie Wood), considerata una ragazza “facile”, che la madre vorrebbe vedere sistemata con un ricco uomo di mezza età e l’adolescente Willie (voce narrante della storia in flashback). L’arrivo del fascinoso Owen Legate (Robert Redford) provoca uno scossone nella piccola comunità, quando si scopre che sarà messo in atto un massiccio piano di licenziamenti nelle ferrovie. Nel frattempo tra Owen e Alva nasce l’amore e la giovane lo seguirà a New Orleans, anche se il destino non sarà dalla loro parte. Secondo film diretto da Sydney Pollack, con la sceneggiatura di Francis Ford Coppola, Fred Coe e Edith Summer e la bellissima fotografia a colori di James Wong Howe, è una delle più belle interpretazioni di Natalie Wood.
Nel 1969 grande successo lo ottiene Bob, Carol, Ted e Alice di Paul Marzursky, una commedia che libera il cinema americano dai tabù sessuali del codice di auto-censura hollywoodiano. Nel frattempo il secondo matrimonio con Robert Wagner va a gonfie vele e la coppia vive almeno sei anni di felicità vissuta accanto alla loro figlia Courtney nata nel 1974. Nel 1978 Natalie, dopo nove anni di lontananza dal cinema, torna sul set per il kolossal Meteor, film diretto da Ronald Nearme, con Sean Connery e Karl Malden. La serenità però sembra lasciare il posto all’ansia e alla frustrazione. L’attrice si sente poco apprezzata dai registi ed è irritata dai continui tradimenti di suo marito. Nel 1979 gira L‘ultima coppia sposata (1980) di Gilbert Cates insieme al bravo George Segal. “Si sentiva insoddisfatta – raccontava Robert Wagner – era spaventata e non sapeva come condurre la sua vita privata e professionale. Natalie aveva superato i quarant’anni e iniziava ad avere paura dell’inevitabile decadimento fisico”.
Nel 1979 l’attrice accetta di interpretare il remake di un indimenticato film Da qui all’eternità, interpretando il ruolo che era stato di Deborah Kerr (celebre nell’originale l’abbraccio sensuale sulla riva del mare della Kerr e di Burt Lancaster, il protagonista maschile). Nel 1980 mentre la Wood fa uso di tranquillanti e stimolanti, nonché di abuso di bevande alcoliche, gira il già citato Le memorie di Eva Ryker, un dramma incentrato sull’affondamento del transatlantico Queen Anne, silurato nel 1939 da un sommergibile tedesco nel quale interpreta il doppio ruolo di una donna morta nel naufragio e di sua figlia, che molti anni dopo ricorda la tragica morte della madre.
La fine misteriosa e tragica di Natalie Wood
L’ultimo anno di vita di Natalie, il 1981, è un anno tormentato e difficile. “Quando su un giornale di Los Angeles apparve la notizia che i due erano intenzionati a divorziare per la seconda volta, sia Wagner che la Wood smentirono, lui con aria divertita (‘Sarebbe un’idea, così potremmo risposarci poi per la terza volta…”), lei con una certa irritazione (‘… di pagliacciate coniugali ne abbiamo già fatte abbastanza, mi pare”). (I magnifici di Hollywood – Natalie Wood-Editoriale Albero).
Poi per la bella Natalie il sipario cala definitivamente sull’isola di Catalina tra le onde dell’oceano.
“Ha avuto il più bel funerale che io ricordi” ha affermato la collega Barbara Stanwyck “Hollywood in fondo non le ha dato quello che avrebbe meritato. Non le ha consentito di vivere un’esistenza normale. Non le ha dato un Oscar. Le ha dato solo un funerale da ‘star’, raccogliendo attorno alla sua bara i ‘divi’ della vecchia guardia. Un ‘trionfo’ postumo che era stato negato persino a Marilyn Monroe, il cui funerale era stato disertato dai big della Mecca del cinema” (I magnifici di Hollywood- Natalie Wood-Editoriale Albero r.s.l).
Nel 2004 il regista Peter Bogdanovich dirige il film tv Il mistero di Natalie Wood, basato sulla tragica morte dell’attrice, con Michael Weatherly nei panni di Robert Wagner, ma nonostante questo e altri tentativi di far luce sulla vicenda, la morte della “ragazza acqua e sapone” rimarrà uno dei tanti misteri hollywoodiani.