Bello e affascinante, quanto ambiguo e tenebroso, Alan Delon conosce la raffinata e timida attrice austriaca Romy Schneider sul set a Parigi. Per cinque anni si ameranno intensamente e saranno per sempre la coppia più bella del cinema
Bella, radiosa, affascinante, Rosemarie Magdalena Albach-Retty nasce a Vienna il settembre 1938, figlia di Magda Schneider, cantante di operetta e attrice molto richiesta all’epoca e di Wolf, anche lui attore, a sua volta figlio di Rosa Retty, conosciuta come la Sarah Bernhadt austriaca. Nel 1952 la giovane attrice esordisce sullo schermo in un film interpretato dalla madre e ben presto diventa una diva del cinema di lingua tedesca degli anni ’50, interpretando la giovane regina Vittoria in L’amore di una grande regina e soprattutto nel ruolo della futura Elisabetta d’Austria in La principessa Sissi, una favola cinematografica che ottiene un successo grandissimo di pubblico, seguito da Sissi- La giovane imperatrice e Destino di un’imperatrice.
Il suo fisico leggiadro, il suo viso incantevole e i suoi occhi splendenti, fanno innamorare gli spettatori e fanno sognare le spettatrici. “Donna e diva alla costante ricerca di se stessa, luminosa principessa e volto tormentato del cinema europeo” come scrive Emanuela Martini, Romy Schneider capisce che non può rimanere prigioniera del personaggio che le ha dato la fama e si smarca cercando nuove strade nel cinema. Nel ’58 è sua madre Magda a suggerirle di accettare il film da Max Ophüls, L’amante pura di Pierre Gaspard-Huit, remake di Amanti folli diretto nel ‘33 da Max Ophüls, da lei stessa interpretato.
Delon e Schneider si incontrano a Parigi
Suo partner sul set sarà il ventiduenne Alain Delon, una nuova promessa del cinema francese di fine anni cinquanta. L’attore l’aspetta all’aeroporto di Parigi con un mazzo di fiore in mano che non sa come gestire. Lei lo vede e mormora “Deve essere Alain Delon, il mio compagno di lavoro”, mentre i fotografi scattano molti istantanee. Contrariamente a quanto è stato raccontato l’incontro tra i due non è un colpo di fulmine. Romy dichiara alla stampa: “È troppo bello, troppo giovane, troppo pettinato”, ma quando i due raggiungono Vienna dove si gira il film, le cose cambiano e l’amore travolge entrambi in poco tempo. A fine riprese la coppia va a vivere nel centro di Parigi e per più di cinque anni Alain e Romy si ameranno intensamente.
Il giovane “ribelle” del cinema francese, a differenza di Romy, arriva al cinema casualmente. Nato l’8 novembre 1935 a Seaux vicino a Parigi, figlio di un direttore di un piccolo cinematografo e di una commessa di farmacia, dopo il divorzio dei suoi e un secondo matrimonio della madre con un salumiere, cresce insofferente soprattutto nei confronti della scuola. Cacciato da diversi collegi, a quattordici anni lascia gli studi e lavora con il suo patrigno che gli insegna il mestiere di salumiere. Tre anni dopo, però, alla ricerca dell’avventura, si arruola nella Marina Militare come fuciliere e radiotelegrafista volontario e parte con il corpo di spedizione francese per l’Indocina.
Anche in divisa la sua impulsività lo mette nei guai. Passa quasi tutto il periodo della guerra indocinese in un carcere militare e dopo la disfatta di Dien- Bien Fu nel ’54, è congedato e rimpatriato. Di questa esperienza ha un buon ricordo perché l’affetto e la solidarietà umana ricevuta dai suoi commilitoni (“Per la prima volta ho provato-racconterà-cosa significa avere una sorta di famiglia”).
Bello e affascinante con quella sua aria ambigua e tenebrosa, sbarca il lunario come facchino alle Halles e cameriere nelle cantine di Saint Germain- des Prés, dove s’incontrano gli esistenzialisti. Secondo altre fonti grazie alle sue doti fisiche lavora nei night club di Pigalle, forse come gigolò. Nel ‘57 conosce Jean–Claude Brialy e lo segue al festival di Cannes dove un talent scout americano lo sottopone a un provino per il produttore Selznick.
Tornato a Parigi mentre serve ai tavoli del caffè Colisée sugli Champs Elisèe, è notato dal regista Yves Allegret che ne intuisce il talento e la presenza scenica, facendolo debuttare nel film “Godot” al fianco di Jean Servais e Bernand Blier. E’ l’inizio della sua folgorante carriera che prosegue con “Fatti bella e taci” di Marc Allegret; “Le donne sono deboli” (1958) di Michel Boisrond con Jacqueline Sassard e Mylène Demongeot; “Furore di vivere” (1959), ancora di Boisrond al fianco di Lino Ventura. Nel frattempo Alain ha sviluppato un rapporto particolare con l’obiettivo della cinepresa. La sua fotogenia e la sua spavalderia unite alla naturalezza, colpiscono René Clément che lo sceglie come protagonista di “Delitto in pieno sole” dal romanzo di Patricia Highmith, ripreso quarant’anni dopo con grande successo da Anthony Minghella con il titolo “Il talento di Tom Ripley”.
La vera svolta arriva nel 1960 quando Luchino Visconti lo sceglie come protagonista di Rocco e i suoi fratelli (film che gli ha aperto definitivamente la strada verso un successo planetario). Nella fredda Milano invernale si svolgono le faticose riprese della pellicola, ma ogni venerdì sera Romy arriva in aeroporto da Parigi per stare con il suo innamorato per tutto il weekend. I due innamoratissimi, benchè spesso inseguiti dai paparazzi, fanno perdere le tracce e si rifugiano in un luogo segreto.
L’anno successivo il regista milanese fa debuttare la coppia sul palcoscenico a Parigi con Peccato che sia una sgualdrina. La loro unione sentimentale è però un po’ offuscata dalle scappatelle di Alain. Nel 1962 la cantante Nico, al centro di pettegolezzi su una presunta love story con il bel Delon, mette al mondo un figlio che si dice assomigli molto ad Alain.
Le carriere dei due attori continuano a gonfie vele. Delon gira L’eclisse di Antonioni e Il Gattopardo di Visconti e Romy è diretta sempre da Visconti in Ludwig e da molti grandi registi che le danno modo di dimostrare il suo talento come in Il processo di Orson Welles; Il cardinale di Otto Preminger; L’assassinio di Trotsky di Joseph Losey. Soprattutto nel cinema francese la Schneider è tra le attrici più popolari con le apprezzate interpretazioni di L’amante e Una donna semplice di Claude Sautet e La morte in diretta di Bertrand Tavernier.
Nella vita di Delon arriva la bionda Nathalie Barthélémy
Nel 1964 il divo conosce la bellissima attrice Nathalie e non sa resistere al suo fascino. Tra i due scatta la scintilla della passione. L’attore non molto tempo dopo scrive un semplice biglietto di addio a Romy: “Mi dispiace. So che ti avrei resa infelice. Parto per il Messico con Nathalie. Ti auguro ogni bene!”. Ovviamente per la dolce Schneider è un momento difficile da affrontare e superare. Nel frattempo Alain e Nathalie, che
è incinta di sette mesi (avranno un figlio, Anthony) si sposano. Romy cerca di prendersi la sua vita e nel 1966 convola a nozze con l’attore e regista tedesco Harry Meyen, da cui il 3 dicembre avrà un figlio, David, ma il matrimonio dura poco tempo. Delon rimane unito a Romy da un profondo affetto che durerà fino alla morte di lei. I due tornano sul set nel 1968 per La piscina, un film cult che però non vedrà la rinascita dell’amore, mentre la vita sentimentale di Delon sarà sempre movimentata. Mireille Darc, Anne Parillaud, Dalila Di Lazzaro, Sylvia Kristel, Marisa Mell e molte altre donne hanno segnato la sua vita.
L’affare Markovic, lo scandalo che ha sconvolto la Francia
Il 1° ottobre 1968 in una discarica alla periferia di Parigi dentro un sacco è rinvenuto il cadavere di un uomo ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Si tratta di un immigrato jugoslavo ventottenne, Stefan Markovic, ex guardia del corpo, controfigura e assistente di Alain Delon. Il divo francese che sta girando in una villa vicino a Saint Tropez il film di Jacques Deray La piscina al fianco dell’ex fidanzata Schneider, dichiara di averlo licenziato mesi prima, ma di non averlo privato dell’alloggio messogli a disposizione in una delle sue residenze parigine. Iniziano a circolare voci su di uno scandalo nel quale sarebbero coinvolti personaggi del mondo dello spettacolo e della politica. Si parla di una discreta villa fuori mano nella quale gli abituali frequentatori di festini a luci rosse sarebbero stati fotografati da Markovic, un tipaccio implicato anche in un traffico di stupefacenti avariati e in debiti di gioco non pagati.
Inoltre un taccuino d’indirizzi appartenente a Nathalie Barthelemy, moglie di Delon, è trovato nell’abitazione della vittima insieme a una lettera d’amore indirizzata a Markovic dalla stessa Nathalie. Il divo è interrogato più volte dalla polizia che il 23 gennaio 1969 lo trattiene in stato di fermo sospettandolo di essere il mandante degli assassini del suo ex guardiaspalle, poi lo rilascia. La vicenda sconcerta i suoi numerosi fan che seguono con attenzione attraverso la stampa l’evolversi della situazione. L’affare Markovic però non è ancora concluso. Le indagini coinvolgono il capo del governo Georges Pompidou, braccio destro di De Gaulle e futuro presidente della Repubblica francese.
Si mormora che il potente uomo politico e la moglie partecipassero a quelle serate a luci rosse, con Delon e Nathalie, i bodyguard e alcune ragazze compiacenti, tutti immortalati dalla macchina fotografica dello jugoslavo, probabilmente eliminato dai servizi segreti francesi in nome della ragione di Stato. La violenta campagna scatenata da alcuni esponenti gollisti contro Pompidou, si conclude il 15 giugno con la sua elezione all’Eliseo anche perché la magistratura ha nel frattempo accertato la sua estraneità ai fatti.
Prosegue la carriera di Alain Delon
Nonostante i guai giudiziari, il fascino del sex-symbol francese, non sembra appannarsi e la sua popolarità non ne risente. Negli anni ’70 l’attore interpreta diversi ruoli di grande successo: Borsalino (1970) di Jacques Deray in cui recita insieme a quello che tutti consideravano il suo più grande rivale, Jean-Paul Belmondo; L’evaso (1971); La prima notte di quiete (1972); Mr. Klein (1976).
In particolare nel genere ‘polar’ (il poliziesco alla francese), Delon è spesso in testa alla classifica del box office. Nel 1973 gira insieme a Jean Gabin, il suo mito, Due contro la città, scritto e diretto da José Giovanni, una storia di uomini forti e coraggiosi, seguito da Flic story (1975); Lo zingaro (1975);Il figlio del gangster (1976); La gang del parigino (1977); Morte di una carogna (1977); Tre uomini da abbattere (1980); Per la pelle di un poliziotto (1981);Il bersaglio (1982); Braccato (1982), ma è presente anche nel cinema d’autore con Mr. Klein (1976) di Joseph Losey; Un amore di Swann (1984) di Volker Schlöndorff; Nouvelle vague (1990) di Jean-Luc Godard.
Alain Delon non si dedica solo al cinema. Pignolo e infaticabile, s’impegna in numerose attività commerciali e finanziarie (“Non ho il tempo di perdere tempo” è il suo motto) intrecciando parecchie amicizie pericolose. Nel 1972 è proprietario di una compagnia aerea di elicotteri e charter, la Transunion, coinvolta in un tentato colpo di stato del Benin nell’Africa occidentale, cui le autorità non concedono i permessi necessari per operare. E’ poi socio di maggioranza di una società specializzata nell’esportazione di materiale aereo militare; organizzatore di incontri di pugilato; designer di una fabbrica di mobili moderni in Italia; allevatore di cavalli da corsa e fabbricante di profumi e cosmetici.
La tragica fine di Romy Schneider
L’attrice, che si fa apprezzare per l’interpretazione di É simpatico, ma gli romperei il muso di Claude Sautet e Fantasma d’amore di Dino Risi, con Marcello Mastroianni, vive gli ultimi anni della sua vita all’insegna della tragedia. Dopo il suicidio dell’ex marito Harry Meyer, David, il figlio quattordicenne, muore il 5 luglio 1981 infilzato di un cancello della villa dei nonni, che voleva scavalcare. Per Romy è un dolore immenso che la porta al tunnel dell’autodistruzione con l’abuso di farmaci e alcol. Mentre sta ultimando le riprese del film La signora è di passaggio, il 20 maggio 1982, viene trovata morta nell’appartamento del produttore Laurent Petin al quale era legata da un anno. Qualcuno ha ipotizzato il suicidio dell’attrice, ma l’autopsia stabilisce che il decesso è stato causato da un arresto cardiaco.
Delon rimane sconvolto per la fine del più grande amore della sua vita. Dopo aver raggiunto l’appartamento di Petin, chiede di essere lasciato solo con lei distesa nel letto della sua camera. Alain per oltre due ore la guarda con tenerezza e le scrive una commovente lettera pubblicata molti anni dopo da un quotidiano. Poi le scatta anche diverse foto custodite gelosamente nel suo portafoglio che nessuno vedrà mai.
“Ti guardo dormire. Sono accanto a te. E penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita- e nella tua- ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce. Ti guardo dormire. Penso a te, a me, a noi. Di che cosa sono colpevole? Ci si pone una domanda simile davanti una donna che si è amata e che si ama ancora. Arrivavi da Vienna e ti aspettavo all’aeroporto di Parigi con un mazzo di fiori che non sapevo come tenere. Mi sono perdutamente innamorato di te. E tu ti sei innamorata di me. Mio Dio, come eravamo giovani, e come siamo stati felici. Poi la nostra vita, che non riguarda nessuno se non noi, ci ha separati. Mia Puppelé, ti guardo ancora e ancora. Voglio divorarti di sguardi. Riposati. Sono qui vicino. Ho imparato un po’ di tedesco, grazie a te. Ich liebe dich. Ti amo. Ti amo, mia Puppelé. Ti dico addio, il più lungo degli addii. Non verrò in chiesa né al cimitero. Verro a trovarti il giorno dopo, e noi saremo soli”.
Delon infatti diserta il funerale per evitare i flash dei fotografi, ma il giorno dopo è al cimitero di Boissy sans-Avoir dove Romy è seppellita accanto al figlio David. Immobile e commosso, Alain rimane davanti alla sua tomba per tutto il giorno. Diversi anni dopo, nel 2018, il divo francese si reca nella redazione del quotidiano Le Figaro, e fa pubblicare un messaggio il cui testo è: “Rosemarie Albach-Retty, detta Romy Schneider avrebbe compiuto 80 oggi, domenica 23 settembre. Chi l’ha amata e l’ama ancora le rivolga un pensiero. Grazie. Alain Delon”.
Gli anni del declino artistico di Delon
Nel 1987 Alain si innamora della modella olandese Rosalie van Breemen da cui avrà due figli, Anouchka (1990) e Alain-Fabien (1994), ma questo legame, tra alti e bassi, finirà nel 2001. Anche la sua vita professionale è insoddisfacente perché l’attore si sente tradito dal cinema che non gli offre più ruoli di rilievo. Nel 1998, a trent’anni da Borsalino, Delon torna sul set con l’amico-rivale Belmondo nel film Uno dei due sotto la direzione di Patrice Leconte, ma il risultato è deludente. Le recensioni sono piuttosto negative e gli incassi al botteghino scarsi.
Nel 2002 la televisione francese gli offre una buona occasione di rilancio con il ruolo di un poliziotto di Marsiglia tormentato nella serie Fabio Montale, tratto dai romanzi dello scrittore marsigliese Jean-Claude Izzo (scomparso prematuramente a cinquantaquattro anni), diretta da José Pinheiro. ”Il personaggio è un uomo di sinistra- scrive Massimo Moscati nel libro Alain Delon- L’ultimo divo, Bibliotheca – romantico e disperato, afflitto dalla mafia e dal razzismo. Una caratterizzazione agli antipodi rispetto ai poliziotti interpretati fino ad allora da Alain Delon. Ma la star si convince che Fabio Montale sia ‘un po’ lui e che non ci sia in Francia un altro attore che possa interpretare il ruolo. La polemica monta a sinistra, parenti e fans di Izzo sono furibondi. Se la prendono con la vedova che ha ceduto i diritti del romanzo”.
La star dopo aver partecipato da un’altra serie tv, Frank Riva (2003-2004), decide di dedicarsi al teatro. Nel 2011 debutta a Parigi con la commedia Une journée ordinaire di Eric Assous, per la regia di Jean-Luc Moreau, insieme alla figlia ventenne Anouchka. Lo spettacolo ottiene un buon successo di pubblico e di critica. Il 9 maggio 2019 Alain Delon riceve al Festival di Cannes la Palma d’oro onoraria poco tempo prima di essere colpito da un ictus. L’attore muore il 18 agosto 2024 nella sua casa di campagna a Douchy nella valle della Loira a 88 anni, suscitando molta emozione nel mondo. La stampa dedica molto spazio al divo francese, alla sua vita, alla sua carriera e ai suoi amori, primo tra tutti quello con la tenera Romy Schneider. Alain e Romy, la “coppia più bella del mondo”.