Si conoscono nel ’32, sul set del film “Nessun uomo le appartiene” e sboccia l’amore. La storia tra Gable e Lombard si rafforza anno dopo anno. Durante la lavorazione di Via col vento nel ’39, si sposano in Arizona, formando una delle coppie più invidiate del mondo del cinema
Hollywood, 1938. Mentre si sta recando al lavoro negli stabilimenti della Metro, Clark Gable, il divo dalle orecchie a sventola più amato e popolare presso il grande pubblico delle sale cinematografiche, viene acclamato dai suoi numerosi fans che ostruiscono il passaggio e impediscono anche all’attore Spencer Tracy di entrare negli studios. Irritato Tracy si alza in piedi nella sua decapottabile e inchinandosi davanti al collega più famoso di lui grida: “Viva il re!, ma ora per amor del cielo, andiamo a lavorare!”. La notizia fa il giro di Hollywood e “qualche giorno dopo – come ricorda il critico Morando Morandini- in una cerimonia scherzosa, Gable fu incoronato, officiante lo stesso Tracy, con una corona d’ottone ricoperta di pelo di coniglio”.
Nato il 1° febbraio 1901 a Cadix, nell’Ohio, William Clark Gable, rimane orfano della madre a soli sette mesi e viene allevato dai nonni. Poi dopo un nuovo matrimonio di suo padre, il ragazzo cresce con Jennie, la matrigna che si dimostra con lui una vera e propria madre affettuosa e premurosa. Anzi è lei che gli insegna come affrontare la vita con dolcezza ma anche con determinazione. A 21 anni il giovanotto, che dovrebbe lavorare con il padre nel settore petrolifero, assiste casualmente a una recita a teatro e sente nascere dentro di lui un’incontrollabile passione per la recitazione che lo porterà nel giro di qualche anno ai vertici della celebrità.
Clark Gable inizia la sua carriera artistica con una dura gavetta prima sui palcoscenici americani e poi nel cinema. Le sue prime comparsate davanti alla macchina da presa non sono felici. I produttori Jack Warner e Darryl Zanuck, nel visionare le sequenze girate dall’aspirante attore, rimangono impressionati soprattutto dalle sue enormi orecchie a sventola! Il giovanotto dell’Ohio non si dà per vinto e si fa scritturare in una produzione western della Pathé facendosi passare per un provetto cavallerizzo quando invece non era mai salito in groppa ad un cavallo. Dopo cinque settimane di allenamento è però in grado di cavarsela con staffe e briglie.
Gable deve molto alle donne che hanno popolato la sua vita, a cominciare dall’attrice e regista Josephine Dillon che aveva intuito il suo talento (i due si sposano nel 1924). É lei che gli insegna come abbandonare il suo atteggiamento goffo sulla scena e che lo spinge a indossare abiti eleganti e a migliorare il suo sorriso ricorrendo alle cure di un dentista. E ancora gli suggerisce di abbandonare il suo primo nome William, facendosi conoscere semplicemente come Clark Gable. Il giovanotto ha anche la fortuna di recitare con un mostro sacro come John Barrymore che dice di lui: “è un secondo Valentino con la corporatura atletica del pugile Jack Dempsey”. Nel 1931 è nel cast del film L’angelo bianco e in una sequenza con la compagna di lavora Barbara Stanwyck si esibisce in uno schiaffeggiamento durissimo. Sullo schermo il personaggio dell’uomo tutto d’un pezzo sta per prendere forma film dopo film.
Gable, il re di Hollywood non ha rivali
Nel 1932 è protagonista con Jean Harlow per la regia di Victor Fleming di Lo schiaffo (film poi rifatto nel 1953 con il titolo Mogambo) e due anni dopo arriva la sua consacrazione con Accadde una notte di Frank Capra al fianco di Claudette Colbert, con cui vince l’Oscar come migliore attore nel ruolo di un giornalista che fiuta lo scoop aggregandosi a una ricca ereditiera in fuga da un padre despota. In una scena vediamo l’attore mentre in un albergo si toglie la camicia rimanendo a torso nudo. Diventa così il nuovo sex symbol lanciando la moda tra i giovani americani di non indossare più la canottiera sotto la camicia e mettendo in crisi l’industria della biancheria intima maschile!
Clark Gable “fu per due generazioni l’ideale popolare del maschio americano – sempre secondo Morandini – aperto, non complicato, duro ma gentile, un estimatore dei semplici piaceri americani: buone bistecche, whisky schietto e donne di razza. Un po’ maschilista? D’accordo, Gable, che non invecchiò tanto da vedere l’onda alta della rivoluzione delle donne, predilesse tra le sue famose partner, Jean Harlow, dicendo, con un elogio sottinteso: È un uomo’”.
A differenza di Gary Cooper e di John Wayne, Clark non emerge nel genere western, ma il suo mito nasce con il personaggio di Rhett Butler, l’avventuriero protagonista di Via col vento. “L’americanismo -afferma sempre Morandini – ebbe in lui uno dei migliori propagandisti. Domatore più che seduttore di donne, per trent’anni Gable fece l’amore sullo schermo con dive e divette di tre generazioni e rappresentò un’America pionieristica e avventurosa, ottimista e attiva, lontana dalle angosce e dalle isterie della generazione successiva, quella dei Brando, e dei Clift, dei Dean e dei Perkins.
Per trent’anni le sue orecchie a sventola furono la gioia dei caricaturisti e dei pettegoli mondani! ”Le sue orecchie – disse Howard Hughes – lo rendono simile a un taxi con due porte aperte (C’è anche una deliziosa, ma intraducibile calembour: “The best ears of our lives, cioè le migliori orecchie della nostra vita)”. Il divo ottiene una popolarità immensa tra il 1932 e il 1943 e il suo nome è ininterrottamente presente nei primi dieci posti dei campioni d‘incasso (sei volte al secondo posto) e poi ancora tra il 1947 al 1949 e infine nel 1955.
L’incontro magico tra Clark Gable e Carole Lombard
Nel ’32 il divo conosce la collega Carole Lombard sul set del film Nessun uomo le appartiene e sboccia l’amore. La loro storia sentimentale si rafforza anno dopo anno. Durante la lavorazione di Via col vento nel ’39, il re di Hollywood, ottenuto il divorzio dalla moglie Ria, si sposa in Arizona con Carole, formando con lei una delle coppie più invidiate del mondo del cinema nel quale notoriamente la durata dei matrimoni è spesso di breve durata. Nata il 6 ottobre 1908 da una delle famiglie più benestanti dell’Indiana, Carole Lombard viene scoperta per strada a Los Angeles dal regista Allan Dwan e a soli dodici anni è nel film Perfect Crime (1921) e a diciassette anni la Fox la mette sotto contratto prima di passare alla dipendenza di Mack Sennett come una delle famose bellezze al bagno. Un tirocinio per lei utile che le permette di affrontare anche ruoli diversi tra loro. Bionda, sofisticata, anticonformista, spiritosa, tra il 1929 e il 1942, interpreta ben quaranta film.
Nel ’26 per un incidente stradale che le lascia delle cicatrici sul volto, la Fox le annulla il contratto, ma per nulla spaventata l’attrice si fa assumere dalla Pathè e con l’avvento del sonoro diventa una star. Nel ’34 si mette in luce con Ventesimo secolo di Howard Hakws e con L’impareggiabile Godfrey (1936) di Henry Koster, ruolo con il quale si aggiudica la nomination all’Oscar. Al suo fianco il primo marito William Powell da cui aveva divorziato nel ’33. Qui, nei panni della figlia viziata di un uomo d’affari che s’innamora del maggiordomo sullo sfondo della Grande Depressione, è strepitosa e divertentissima e verrà riconosciuta come la regina della screwball comedy americana, il genere brillante e un po’ strambo tanto amato dal pubblico dell’epoca.
Nel ’37 in Nulla di serio di William Wellman al fianco di Fredric March è ancora più brava nel tratteggiare la figura di un’imbrogliona che si finge malata per conquistare le prime pagine dei giornali. Pellicola dal ritmo incalzante e spumeggiante, il film svela in qualche modo la sua vera natura di questa attrice dalla bellezza intensa, dagli abiti raffinati, ma dal linguaggio da scaricatore di porto e dai modi spesso volutamente volgari che contrastano con la sua eleganza innata. Una contraddizione che le fa guadagnare il soprannome di “angelo profano”.
La Lombard nel ’39 cambia genere e gira il sentimentale-drammatico Ritorna l’amore con James Stewart, seguito dal melodramma Non desiderare la donna d’altri (’40) di Garson Kanin con Charles Lughton, storia di un viticoltore americano che cerca moglie per lettera scrivendo a una bella cameriera per convincerla a sposarlo, ma inviando la foto di un altro uomo spaventato dalla sua scarsa avvenenza.
Quando l’America nel dicembre ’41 entra nella Seconda guerra mondiale, l’attrice decide di dare il suo contributo alla causa della libertà partecipando a un giro di propaganda a favore della lotta contro il nazismo e contro l’impero nipponico (la raccolta di denaro per sostenere il conflitto). Durante il ritorno da un viaggio a Fort Wayne il 16 gennaio 1942, anziché prendere il treno, Carole preferisce l’aereo per guadagnare tempo, ma il volo della Twasi da Las Vegas a Los Angeles si schianta sulla Sierra Nevada.
Chiuso nel suo ranch di Encine in California Clark Gable, “il re di Hollywood”, è disperato e dopo essersi ubriacato per giorni interni, reagisce al dolore tornando a sorpresa Hollywood per continuare la lavorazione del film Incontro a Bataan. Poi si arruola in aviazione e diventa ufficiale mitragliere rischiando la vita in varie missioni pericolose (gli verranno conferite due onorificenze) prima di essere congedato nel 1945 su pressioni della MGM preoccupata per la sua incolumità. L’America è sconvolta da questa tragica sorta che ha colpito la diva dalla parlantina sciolta, dalla classe maliziosa e dal temperamento unico e che ha lasciato un’impronta a Hollywood. L’America piangerà per lei e il Presidente americano Franklin D. Roosevelt la premierà con la Metal of Freedom assegnata alla prima donna caduta nell’adempimento del dovere.
Nel ’76 il regista Sidney J. Furie con Gable e Lombard: un grande amore, interpretato da Jill Clayburgh e James Brolin, rievoca questa romantica storia d’amore tenera e tragica.
Gli anni della maturità artistica
Clark Gable, superata con grande forza d’animo questa disgrazia, proseguirà la sua straordinaria carriera cinematografica. Nel dopoguerra gira Suprema decisione (1949), dove interpreta il ruolo di un comandante d’aviazione e il già citato Mogambo (1953) film di successo diretto da John Ford, con Ava Gardner e Grace Kelly. Nel ’49 si risposa con lady Sylvia Ashley ma l’unione dura pochissimo e le sue quotazioni al botteghino sono in ribasso perché Hollywood è cambiata e nuovi divi stanno arrivando sul grande schermo. Non mancano comunque per Gable ancora altri successi come Un re per quattro regine (1956); La banda degli angeli (1957); Dieci in amore (1958).
Nel 1955 il divo convoglia a nozze per la quinta volta con Kay Spreckels (a detta di tutti la donna sembra quasi una sosia di Carole Lombard) che ben presto rimane incinta rendendo felice Gable felicissimo di diventare padre per la prima volta nella sua vita, anche se cronache più pettegole affermano dell’esistenza di una bambina da lui avuta insieme all’attrice Loretta Young.
L’ultima interpretazione
Nel 1960 John Huston lo vuole nel cast di Gli spostati, da un dramma di Arthur Miller, marito da Marilyn Monroe (nel film lei interpreta una bella divorziata) e con Montgomery Clift nei panni di cow boy. Gable è un uomo attempato che si guadagna da vivere catturando cavalli selvaggi. Le riprese avvengono nel caldo deserto del Nevada in condizioni climatiche davvero poco sopportabili. Inoltre Huston deve vedersela con i capricci della Monroe sempre in ritardo sul set.
La lavorazione è faticosa e complicata. L’attore è stremato alla fine delle riprese e il 4 novembre 1960 il film è finito. Tornato finalmente a casa, Clark pochi giorni dopo è colpito da un infarto. Ricoverato in clinica, viene colpito da un secondo attacco cardiaco e muore a 59 anni il 16 novembre 1960 senza poter vedere suo figlio che nasce quattro mesi dopo. É un bel bambino nato il 20 marzo 1961 (ma senza le orecchie a sventola come il padre) cui viene dato il nome di John Clark Gable. Al suo funerale partecipano tantissimi colleghi tra i quali Spencer Tracy, Robert Taylor, James Stewart e il regista Frank Capra. Viene sepolto accanto all’amatissima Carole Lombard.
La scomparsa di Clark Gable sancisce il tramonto di un’intera generazione di attori, quella che aveva preso il posto dei grandi divi del muto (Rodolfo Valentino, Douglas Fairbanks, John Gilbert). Con lui svanisce il personaggio del maschio virile e senza paura, per lasciare spazio sullo schermo a divi tormentati e insicuri che entrano in competizione con un universo femminile risoluto e determinato. L’America è cambiata e Hollywood come sempre ne prende atto!