Dopo il periodo estivo, riprendono con settembre le uscite “di qualità”. E sono addirittura sei (su un totale di sette novità) le pellicole che arriveranno in sala direttamente dal Festival del Cinema di Venezia, che ha assegnato il Leone d’oro al “Faust” del regista russo Sokurov (la data di uscita del film non è ancora stata stabilita, ma probabilmente sarà nel 2012).
Ecco quello che, nel frattempo, vi consigliamo di vedere:
Carnage (Regia: Roman Polanski; cast: Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly; Genere: Drammatico; Durata: 80’). Una black comedy che indaga con sguardo malizioso, irriverente e divertito il mondo della borghesia, per andare al di là delle apparenze e delle convenzioni sociali. Due coppie contrapposte, sposate, cercano (invano) di risolvere in maniera pacifica una violenta lite scoppiata fra i loro figli di undici anni e, proprio nel tentativo di appianare questo conflitto, gli adulti arriveranno a comportarsi peggio dei loro figli. Quattro ottimi attori; un’unica location per tutta la durata del film: il pianerottolo di un appartamento, un soggiorno e un bagno; ritmo incalzante: queste le peculiarità della nuova pellicola di Polanski. Una storia solo apparentemente assurda, che fa sorridere ma finisce per far riflettere su diversi temi come il matrimonio, il rapporto con i figli e le differenze nel modo di vedere e comportarsi fra uomini e donne.
Terraferma (Regia: Emanuele Crialese; Cast: Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello; Genere: Drammatico; Durata 88’). Sicilia: nonno Ernesto e suo nipote Filippo escono in mare per la pesca, e si ritrovano invece a salvare dall’annegamento una donna incinta e il suo bambino di pochi anni reduci da una traversata su un barcone di migranti. In barba alla burocrazia e alla finanza, decidono di prendersi cura di loro. Filippo si trova così diviso tra la gestione di viziati vacanzieri e l’indigenza di una donna in fuga dalla guerra, anch’egli alla ricerca della sua “terraferma”. Un film di denuncia sociale, che traduce in termini cinematografici le ferite dell’immigrazione e delle politiche migratorie, attraverso una regia tutt’altro che banale e dove immagini da sogno sembrano volutamente contrapporsi alla cruda realtà che le popola. Il Premio Speciale della Giuria a Venezia è senz’altro meritato.
Super 8 (Regia: J.J. Abrams; Cast: Kyle Chandler, Elle Fanning, Joel Courtney, Gabriel Basso, Noah Emmerich; Genere: Fantascienza; Durata: 112’). Ohio, estate del 1979. Nel tentativo di girare un scena particolarmente efficace per un film in super 8 da mostrare ad un festival provinciale, un gruppo di ragazzi è involontariamente testimone di un terribile disastro ferroviario dal quale “qualcosa” fugge. Iniziano così delle misteriose sparizioni nelle case del villaggio, ormai invaso da militari impegnati nelle indagini. C’è molto di Spielberg in questa pellicola, anche se più cupa, più inquietante, più “spettacolare”. Personaggi ben delineati, vicenda che si sviluppa in modo sempre più intrigante in un crescendo di tensione e che troverà il suo epilogo solo al termine dei titoli di coda.
Ruggine (Regia: Daniele Gaglianone; Cast: Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino, Giampaolo Stella; Genere: Drammatico; Durata: 109’). Una storia giocata tra presente (tre adulti alle prese con i quotidiano vivere) e il passato (tre ragazzini degli anni ’70 in un quartiere di periferia di una città del nord Italia abitato da immigrati meridionali e del nord est, che si trovarono ad avere a che fare con l’insospettabilmente pericoloso nuovo medico del posto). Un film che indaga sulle conseguenze che la violenza, esplicita o celata, provoca nelle vite delle persone. Con un meccanismo, fatto di continui flashback, che risulta alla fine forse troppo complesso.