Inizia da questo numero una nuova rubrica riservata ai film e al cinema, interesse che sappiamo comune a molti amici grey-panther. Abbiamo cercato di accontentare un po’ tutti: chi preferisce frequentare i cinematografi; chi ama godersi una buona pellicola anche in casa. La rubrica è a cura di Giuliana Porta, che non è una grey-panther, ma ama e conosce molto il cinema!
AL CINEMATOGRAFO: SE NE PARLA E PIACERANNO SICURAMENTE ANCHE A NOI
Il discorso del re (Vincitore di quattro premi Oscar, tra cui Miglior Regia e Miglior Attore Protagonista). La biografia del Duca di York, secondogenito di Giorgio V, colta in uno dei momenti più difficili della storia d’Europa: l’imminenza della Seconda Guerra Mondiale. Un interessante film storico dunque, dal solido impianto narrativo, che coniuga ottimamente sottile ironia e drammaticità, anche grazie alla performance eccellente degli attori protagonisti (Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter) Il cigno nero. (Premio Oscar a Natalie Portman come Miglior Attrice Protagonista). La vicenda travagliata di una donna alle prese con la propria ossessione: diventare prima ballerina a tutti i costi. A metà strada tra un dramma, un thriller psicologico e un horror, piacerà senz’altro non solo a chi ama la danza, ma anche a chi resta affascinato dagli abissi della mente umana.
DA SCOPRIRE NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE
Tratto dall’omonimo bestseller di Mordecai Richler, La versione di Barney racconta l’irriverente e politicamente scorretta vita di un personaggio letterario molto poco convenzionale: arrivista, egocentrico ed egoista. Compiuti i settant’anni, decide di mettere nero su bianco la storia della sua vita, prima che l’Alzheimer cancelli definitivamente tutti i suoi ricordi. Bevitore ai limiti dell’alcolismo, inarrestabile fumatore di sigari Montecristo n.4, tifoso sfegatato di hockey su ghiaccio, Barney Panofsky attraversa tre matrimoni e il milieu ebraico da cui proviene con una leggerezza degna di miglior causa. A mettere, però, davvero in crisi Barney e il suo complicato ideale di vita familiar-bohemien, è soprattutto un’incontrollabile pulsione a «rovinare» quella poca o tanta felicità che si trova a portata di mano. Un film ben architettato, che in poco più di due ore riesce a raccontare tutto o quasi l’universo panofskiano nonostante alcune discrepanze con il romanzo, alcune piccole, altre un po’ più vistose, come l’aver ambientato la prima parte della storia a Roma invece che a Parigi. Un film che parla della vita, velato di tristezza e improvvisamente illuminato da bagliori di felicità, come un lungo viaggio.
Rabbit hole Nazione: U.s.a; Anno: 2010; Genere: Drammatico; Durata: 90′; Regia: John Cameron Mitchell; Cast: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney, Tammy Blanchard, Giancarlo Esposito, Miles Teller, Patricia Kalember.
L‘unica cosa che sembra offrire una svolta e aprire uno spiraglio alla speranza è l’Amore. Benché non conduca a un consolatorio lieto fine, l’amore fra Becca e Howie li porta a riavvicinarsi e a ritrovare un percorso comune, pur consapevoli che il loro dolore non avrà soluzione. Rabbit Hole affronta il tema del lutto, così largamente pianto e utilizzato nel cinema, con una certa sensibilità e soprattutto senza essere mai banale o patetico. La parola chiave è normale. Una normalità forzata chiaramente, ma necessaria per sopravvivere; perché alla fine la spinta della vita è più forte di quella della morte.
DA ACQUISTARE:
Nazione: U.s.a; Anno: 2010; Genere: Biografia; Durata: 120’; Regia: David Fincher. Cast: Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Armie Hammer, Max Minghella. Data di uscita dvd: 9 marzo 2011.
Forse non tutti sanno che Facebook è nato da un rapporto finito male tra Zuckerberg e la sua ragazza. Come non sanno, forse, che avere 500 milioni di amici virtuali non significa necessariamente avere degli amici veri o essere dei maestri nei rapporti sociali. Questo è il quadro su cui il regista David Fincher focalizza la sua attenzione: puntare non tanto sul social network del titolo quanto sul suo creatore: cosa lo ha spinto a diventare ciò che è? Frustrazione? Ambizione? Denaro? Un film ben orchestrato, sia per la decisione di non raccontare la vicenda in ordine cronologico (movimentando quindi lo sviluppo della storia con continui flashback) sia per l’ottimo utilizzo delle musiche (Premio Oscar Miglior Colonna Sonora) e della fotografia.
The Social Network racconta un fenomeno sociale senza banalità e senza fare dell’apologia; racconta, con lucidità, di ragazzi cresciuti troppo in fretta, trascinati dal potere dell’invidia e del denaro.
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Mi piace molto la rassegna con recensione dei films in programmazione!
Benvenuta questa rubrica! Ho letto il libro di Mordecai alla prima uscita e l'ho apprezzato tanto.Non nandrò a vedere il film. Penso infatti sia difficile rendere al cinema il carattere del protagonista fatto di tutte le contraddizioni possibili, amante delle donne ed insieme misogino, sostenitore della vita famigliare e desideroso di libertà, padre affettuosissimo e critico verso il comportamenti egoisti dei figli, votato all'amicizia e nel tempo stesso accusato della morte del suo migliore amico ecc. ec.. Il protagonista è tutto ed il contrario di tutto. Rimanendo in tema quasi tutte le persone con le quali ho parlato non avevano capito il finale del libro. E voi? A presto alda
Bello il sito, molto piu accessibile e meno complicato...le passwords e le varie sezioni sono una palude...
Mi piace ! E sono d'accordo con Roberta, quì è tutto più semplice.