Sono oltre 120 le opere in mostra a Como, presso Villa Olmo fino al 24 luglio, per una rassegna monografica e tematica al tempo stesso: “Boldini e la Belle Époque”. 60 capolavori del pittore ferrarese affiancati da 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, da De Nittis a Corcos, da Zandomeneghi a Signorini, in grado di ripercorrere l’evoluzione del gusto pittorico che rappresentò quel felice periodo storico, che si snoda tra la fine della guerra franco-prussiana del 1870 e l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914.
Se da un lato i 60 capolavori di Giovanni Boldini, come Mademoiselle De Nemidoff (1908), Berthe che legge la dedica su un ventaglio in piedi nel salotto, Nudo di giovane donna semisdraiata (1863), Femme au gants (1888), Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1901), permettono di gettare una luce sull’attività internazionale di uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana ed europea di fine ‘800 – inizi ‘900, dall’altro, le 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, consentono di ripercorrere, a livello figurativo, l’evoluzione del gusto pittorico che si diffuse in tutta Europa e che rappresentò i cambiamenti di questo nuovo mondo, nei suoi aspetti estetici più peculiari, dall’emancipazione dell’individuo alla crescita della consapevolezza femminile.
Il mito della Belle Époque si intreccia con il genio di Giovanni Boldini, l’energia creativa e la fiducia ottimistica che rivoluzionano la storia tra Ottocento e Novecento vengono esaltate dalla velocità guizzante di una pennellata inconfondibile, che esprime la bellezza e la gioia di vivere. Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del Can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile. Parigi è il teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali, ma il fenomeno si allarga alle capitali europee e negli eleganti ambienti delle città italiane, con Milano, Venezia, Napoli e Firenze in primo piano. Sono gli anni nei quali lo sviluppo della tecnologia rivoluziona i modi di vivere, creando una prosperità e un benessere individuale prima sconosciuti. Cambiano i costumi e si impone la forza di attrazione sensuale della donna, consapevole di un fascino non più solo domestico che cresce di pari passo al suo ruolo sociale. L’immensa popolarità di Boldini arriva fino in America, ed i suoi modi aristocratici, la vocazione per la mondanità, il numero altissimo di liason galanti e la frequentazione di ambienti borghesi ne fanno un punto di riferimento per un significativo gruppo di artisti.
Boldini, giunto a Parigi proprio nel 1871, è infatti considerato il geniale capostipite di una intera generazione di pittori cosiddetti à la mode, che ha dato origine all’irresistibile “stile Boldini”. Il peintre italien de Paris, mosso dalla curiosità e dalla volontà di riscattarsi e di evadere dall’ambiente provinciale quale era ai suoi occhi la Ferrara degli anni Sessanta, emigrò alla ricerca di un confronto continuo, di nuove occasioni di ispirazione e, soprattutto, alla scoperta della sua vera dimensione di artista. Nella capitale francese entrò in contatto con gli ambienti più esclusivi e ottenne il tanto atteso benessere economico; conobbe la modella Berthe, con la quale avviò una lunga storia d’amore durata più di dieci anni e instaurò rapporti di lavoro con il mercante d’arte Goupil, il più importante dell’epoca, con gallerie sparse in tutto il mondo, entrando nella folta schiera degli artisti della sua cerchia, dei quali divenne ben presto il più apprezzato.
Insieme al pittore ferrarese, una folta schiera di artisti italiani, come De Nittis, Corcos e Zandomeneghi, costellarono il firmamento del genere à la mode, determinando l’espansione di un gusto diffusosi in tutta Europa. Altri pittori, quali Ettore Cercone, Gaetano Esposito, Ettore Tito, Pompeo Mariani, Lucio Rossi e altri, pur rimanendo in Italia, risentirono di quello stile ricercato, raccontando la quotidianità di quella società che prendeva pian piano le distanze dalla sua origine contadina, manifestando con forza lo stato di benessere ottenuto con il progresso.
Boldini e la Belle Époque
Como, Villa Olmo (Via Cantoni 1)
Fino al 24 luglio 2011. Orari: da martedì a giovedì: 9 -20; da venerdì a domenica: 9 -22 (la biglietteria chiude un’ora prima); lunedì chiuso. Biglietti: Intero: 10 €; Ridotto: 8 € (visitatori oltre 65 anni e tra 6 e 18 anni, universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno 25 persone con ingresso gratuito per l’accompagnatore, categorie convenzionate); Gratuito: bambini fino a 6 anni, disabili con accompagnatore
Pass della Cultura: Il biglietto della mostra permette l’ingresso gratuito illimitato fino al 24 luglio 2011 nei musei cittadini:
Museo Archeologico Giovio, piazza Medaglie d’Oro, 1
Museo Storico Garibaldi, piazza Medaglie d’Oro, 1
Museo didattico della Seta, via Castelnuovo, 9
Pinacoteca Civica, via Diaz, 84
Tempio Voltiano, Lungo Lario Marconi