APPUNTAMENTO A…
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TORINO con “Luxus” Il piacere di vivere nella Roma imperiale, il lusso come aspirazione costante alla bellezza. 400 “pezzi” per un viaggio tra vezzi e sfizi di imperatrici, matrone, senatori e cortigiane dell’Età dei Cesari; un percorso sensoriale, olfattivo e sonoro, tra profumi di incenso, mirra e nardo e tra flebili suoni di sistri e cetre. Museo di Antichità fino al 31.01.10
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ROMA con “Roma. La pittura di un impero” Affreschi, ritratti su legno e su vetro, decorazioni, fregi e vedute, provenienti dalle domus patrizie, da abitazioni e botteghe popolari, per un assaggio di pittura romana, espressione della società concreta, ma anche manifestazione di originalità. Scuderie del Quirinale fino al 17.01.10
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CHIANCIANO con “Tutte le anime della mummia,la vita oltre la morte ai tempi di Sety I” Un centinaio di oggetti provenienti dalle maggiori collezioni egizie d’Italia e la ricostruzione di una delle sepolture faraoniche più grandi della Valle dei Re, a testimonianza delle credenze, tradizioni e pratiche funerarie presso gli antichi egizi. Museo Civico Archeologico di Chianciano fino al 06.01.10
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PAESTUM per “La Borsa Internazionale del Turismo Archeologico” Filmati e documentari, conferenze e presentazioni di progetti, iniziative culturali e multimediali, incontri con gli archeologici e laboratori sperimentali, un salone espositivo e workshops, per un singolare “tuffo” nell’affascinante mondo archeologico. Centro Espositivo Ariston – Paestum 19.11-22.11.09
Apicio, il più grande gastronomo d’epoca latina
Gustosi piatti, dolce vino, piaceri e concessioni alla tavola dei romani. Gastronomo per antonomasia del mondo latino fu Apicio. Definito dalle fonti classiche “corruttore di costumi”, fu noto per i suoi eccessi in cucina e nella vita, per la sua capacità di confondere il palato e la vista dei convitati, perché non riconoscessero ciò che mangiavano. E’ a lui legato il celebre testo “De re coquinaria”, un compendio di circa 500 ricette, preparazioni, metodi di conservazione alimentare. Apicio fu un vero maestro, colui che trasformò in professione la scienza culinaria, corrompendo e sorprendendo
A scuola di satira romana: Il poeta Giovenale
Nato ad Equino -Lazio Meridionale- da una famiglia benestante che gli concesse di ricevere una buona educazione retorica, Giovenale intraprese forse, intorno ai trent’anni, la professione di avvocato, ma gli scarsi guadagni lo convinsero presto a dedicarsi alla scrittura. La sua poesia è espressione di un forte pessimismo, di un accentuato astio sociale e di un eterno rimpianto dei tempi antichi, conseguenza probabilmente dell’aver vissuto spesso all’ombra di uomini potenti, privo di libertà politica e di autonomia economica. Ritenne la satira l’unica forma letteraria in grado di denunciare la corruzione e l’immoralità della sua epoca, nella quale però, si limitò a gridare a gran voce la sua protesta astiosa, consapevole di non poter influire sul comportamento umano, naturalmente corrotto
Contributo di Alice Cecchetti