ANTICO EGITTO: VIAGGIO NELL’ALDILA’
Da secoli oggetto di studi e di ricerche, protagonista ovunque di libri e di mostre, ha da sempre incuriosito e catturato archeologi e storici, conquistato grandi e piccini, intenti insieme a svelarne e a scoprirne riti ed usanze, illustrarne e viverne le grandiose opere, ripercorrerne lo sviluppo e dischiuderne i tanti misteri. Sì, perché, sebbene molto si conosca di questa straordinaria civiltà, tra le prime che hanno scritto e segnato la storia, fascino, mistero, magia la contraddistinguono e la caratterizzano.
Basti pensare alla loro concezione di morte e dell’aldilà, per rimanerne impressionati e incantati…in nessun popolo fu, infatti, così forte ed incisiva l’idea di una vita dopo la morte e la preparazione ad essa; mummificazione, incantesimi, Libro dei Morti, amuleti, papiri e sarcofagi, gioielli e corredi, termini evocativi e rappresentativi.
L’aldilà, per gli antichi Egizi, era un vero e proprio “viaggio”, un viaggio difficile, misterioso, carico di insidie, incontri e dure prove, ma anche di speranza e fiducia; necessario, secondo la loro filosofia, era dare al defunto le indicazioni, le formule e gli strumenti, perché fosse protetto e potesse affrontare i pericoli, ed assicurarsi così, qualora avesse condotto una vita giusta, i “campi beati” e l’immortalità.
Gli organi interni, eccetto il cuore, venivano estratti e conservati all’interno dei cosiddetti vasi canopi, mentre il corpo veniva immerso per un periodo di quaranta giorni e al fine di essere disidratato nel natron e, successivamente, trattato con olii/resine ed avvolto in bende, queste talora arricchite con formule magiche o con amuleti legati alla vita, come lo scarabeo del cuore o il pilastro Djed; infine, compiuto il rito dell’ “Apertura della bocca”, che restituiva le forze vitali al corpo, il defunto era posto, insieme al suo soffio, il Ka, all’interno del sarcofago, decorato con testi funerari, offerte di cibo, scene religiose, figure umane o divine, e avente forma di cassa lignea o fattezze antropoidi e divine.
La salma veniva allora accompagnata dal corteo funebre alla necropoli e deposta nella tomba; questa, piramide, ipogeo o semplice fossa in base alla generalità del morto, veniva arricchita con i più disparati corredi funerari, diversi per tipologia e ricchezza a seconda dell’epoca e dell’appartenenza sociale del defunto: potevano accompagnarlo, nel suo cammino, statue, mobili, cibo e bevande, cofanetti, tessuti, oggetti quotidiani, ori, ushabti -minute statuine pronte a rispondere alle richieste di aiuto del defunto, vasellame, giochi, strumenti musicali e di lavoro, maschere funebri, riproduzioni rituali di piccole imbarcazioni e modelli di artigiani e contadini e, indispensabili, per poterlo guidare e proteggere, testi sacri e formule funerarie.
…oggi, vivere il misterioso e affascinante mondo funebre degli antichi Egizi è possibile in uno dei più grandi e ricchi musei al mondo: il British Museum di Londra, fino al 6 marzo, è ospite della meravigliosa mostra “The book of the dead. Journey through the afterlife”, un autentico e magico viaggio tra splendidi sarcofagi e mummie ed inediti e sbalorditivi papiri e corredi funebri.
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e una cosa staordinaria come gli egizi sono per me e tutti gli altri una cosa strana