Ritrovato in un uliveto nei pressi dell’attuale paese Iklaina, in terra greca, un frammento di tavoletta argillosa di piccole dimensioni: custodisce quello che si ritiene ad oggi il testo decifrabile più antico d’Europa. Scritto tra il 1450 e il 1350 a.C., sembra che l’autore sia stato uno scriba di lingua greca proveniente da Micene.
“Magica o misteriosa”, così è definita dai contemporanei, la parte di tavoletta (larga 4 cm e alta 2,5 cm) conserva un esempio di sistema di scrittura noto come lineare B, un sistema consistente in 87 segni, ciascuno rappresentante una sillaba, utilizzato in particolare per la registrazione di dati economici legati all’elite regnante; le incisioni sembrano riportare dati di tipo manifatturiero sul lato frontale e un elenco di proprietà sul retro.
Il sito di Iklaina aveva restituito fino all’estate scorsa interessanti resti di un antico palazzo miceneo, come le massicce mura terrazzate, i dipinti murali e un “tecnologico” sistema di drenaggio, ma è proprio l’ultimo ritrovamento che più sorprende ed incuriosisce.
Gli studiosi ipotizzano infatti che il reperto non si dovesse trovare lì dove è stato individuato, in quanto la scrittura su tavolette è di epoca più tarda e legata unicamente ai palazzi maggiori. Nonostante la tavoletta costituisca uno degli esempi più antichi di sistema di scrittura europei, testi provenienti da Cina, Mesopotamia e Egitto si datano ad oltre 5.000 anni fa e la stessa lineare B si ritiene successiva alla lineare A.
LA REGGIA DEGLI ULTIMI MONARCHI ROMANI
Individuata a Gabii, venti kilometri a sud della capitale, la Reggia degli ultimi odiati sovrani di Roma, i Tarquini. Sono i resti di un edificio di VI sec. a.C.
La posizione dominante sulla collina e la struttura architettonica tripartita non lasciano dubbi sulla sua funzionalità, così come il ritrovamento di una larga lastra frantumata in terracotta posta a ornare il tetto e decorata con il fregio del Minotauro ne svela gli antichi proprietari.
Primo caso di costruzione di età arcaica con murature ancora integre fino a due metri di altezza, la reggia ha rivelato per ora tre stanze allineate non comunicanti tra loro, con molta probabilità riservate ad operazioni di culto, aperte su un ampio porticato che si crede accogliesse anche le stanze private e di rappresentanza. I muri risulta fossero intonacati e dipinti, mentre il pavimento in pietre custodisce otto fosse circolari utilizzate probabilmente per riti religiosi e libagioni; cinque ospitano corpi di bimbi morti, non considerate però vittime sacrificali.
Si ipotizza che la casa fosse residenza del figlio di Tarquinio Superbo, Sesto, anche se probabilmente già abitata dalla famiglia negli anni precedenti. Certo è che la reggia sia stata in un secondo momento distrutta, probabilmente quando Sesto fu ucciso a Roma con la caduta della monarchia, e che tale seppellimento ne abbia permesso la conservazione e il ritrovamento.
APPUNTAMENTO A…
Disegni e ricostruzioni tridimensionali per comprendere la funzione e il significato degli interessanti sigilli e calchi provenienti dalle città turche di Tilmen Hoyuk e Tasli Gecit Hoyuk.
Museo Civico Medievale, fino al 04.09.2011